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per il bene comune. Noi voglia-  anche adulti  che perdono sem-  in medicina in Italia. Siamo an-
          mo  occuparci  di  loro,  di donne   pre di più  l’orientamento  e l’at-  dati a rintracciare la sua  storia
          che hanno lasciato il segno, pro-  tenzione verso la memoria.   partendo proprio dal luogo che
          tagoniste di vicende che, guar-  La  prima  protagonista  scelta   le ha dato i natali. La base della
          dandole oggi,  hanno segnato i   per questo progetto, che ci auspi-  visione scientifica di una donna
          tempi, hanno ridisegnato “l’altra   chiamo possa vedere presto uno   che ha cambiato la Storia è nella
          metà del cielo” e ci hanno porta-  sviluppo e una diffusione capil-  la  “scoperta  del  bambino”  attra-  La prima protagonista
          to a quello che stiamo vivendo   lare, è Maria Tecla  Artemisia   verso  l’osservazione diretta,  la  scelta per questo
          in questa delicata fase sociale. E   Montessori, (Chiaravalle, 31 ago-  constatazione di come ognuno   progetto, che ci
          così provare a trarre dalla storia   sto 1870 – Noordwijk, 6 maggio   abbia le  stesse  potenzialità,  un   auspichiamo possa
          l’insegnamento più importante:   1952). Educatrice, pedagogista,   “Metodo di pedagogia scientifica”   vedere presto uno
                                                                                                   sviluppo e una
          comprendere il passato sempre   filosofa,  medico,  neuropsichia-  che diventa un modello di edu-  diffusione capillare, è
          guardando al futuro, coinvolgen-  tra infantile e scienziata italiana,   cazione, una visione che ha uno  Maria Tecla Artemisia
          do  le giovani  generazioni,  ma   fu tra le prime donne a laurearsi   sguardo profondo,  lontano,  una  Montessori
                                                                     prospettiva  che  oggi può  sem-
                                                                     braci lontana,  ma che contiene
                                                                     ancora risposte più che valide a
                                                                     problemi ancora sul tappeto.


                                                                       “Una delle più grandi lezio-
                                                                     ni che porterò dentro di me fino
                                                                     all’ultimo giorno è quella che io
                                                                     chiamo la lezione del silenzio.
                                                                     Una volta arrivai con una neona-
                                                                     ta in fasce ad una casa dei bam-
                                                                     bini, mi sedetti  solennemente
                                                                     su  una sedia alta e dissi “vi ho
                                                                     portato una maestrina. Una ma-
                                                                     estrina sì perchè nessuna sa sta-
                                                                     re più ferma di lei. E nessuna è
                                                                     più  silenziosa di lei. “I  bambini
                                                                     sentirono subito la superiorità
                                                                     della maestrina e, imitandola, si
                                                                     misero fermi fermi con le gam-
                                                                     be e in silenzio. “ma se ascoltate
                                                                     bene sentirete che non è proprio
                                                                     un  silenzio, si  ode il suo  respi-
                                                                     ro… ascoltate com’è delicato…”
                                                                     Alcuni  tendono  l’orecchio verso
                                                                     la piccina, alcuni  si  alzano  sul-
                                                                     la punta dei piedi per guardarla
                                                                     meglio, altri ascoltano il proprio
                                                                     di respiro. Non avevano mai pen-
                                                                     sato che il silenzio dei piccoli è
                                                                     di gran lunga più  profondo di
                                                                     quello dei grandi. In  quel mo-
                                                                     mento l’aria si è fatta colorata del




                                                                                                lavocedeimedici.it
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