Page 24 - La Voce dei Medici - N°1 - 2023
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IL MIO PERSONALE



          RAPPORTO CON



          LA SCRITTURA



          Scrivere di sé ed imparare


          ad ascoltare gli altri





          di Alberto Cester



                           Ho scritto molto nella mia vita,   te,  si  sono  generati  in  me  dopo   degenerativa, di poterla accom-
                        come tutti penso, dalle prime   varie vicissitudini di vita e dopo   pagnare. Dopo la sua morte è nato
                        poesie dopo amori feriti o dopo i   aver percorso il doloroso crinale   il bisogno catartico di scrivere, di
                        primi contatti dolorosi con la vita.   della malattia di mia madre.   liberami, in una sorta di elabora-
                        Poi questa necessità si è rarefatta,   I sentimenti che legano un   zione tardiva del lutto, per condi-
                        lo studio, il lavoro, le preoccupa-  maschio latino alla propria ma-  videre  alcuni  passi  della  nostra
                        zioni per la famiglia, la stanchez-  dre  sono  profondi  e  noti,  io  ho   sofferenza,  come  famiglia.  Così
                        za  fisica  hanno  assorbito  quasi   avuto la fortuna nella disgrazia   è nato il primo libro fortemente
                        tutto me stesso, compresa la mia   della sua malattia neurologica   autobiografico sulla mia, sulla no-
                        vocazione a scrivere.
                           Si può pensare che lo scrivere
                        si generi come una sorta di flusso
                        vitale, quasi inarrestabile, che ci
                        obbliga a trasferire i nostri talenti,
                        le nostre idee, i nostri fil rouge di
                        pensiero sulla carta, sul PC o su
                        altri mezzi atti a riceverli.
                           La scrittura per me è stata in-
                        nanzitutto una sorta di ritorno, è
                        poi riemersa in una vocazione tar-
                        diva, vorrei quasi affermare. Sì ho
                        scritto  molto  per  cose  tecniche,
                        come penso molti di noi medici,
                        per lavori scientifici, compresi li-
                        bri e capitoli di libri in aree di mia
                        pertinenza culturale, ho collabo-
                        rato a creare atti di convegni, ho
                        scritto per giornali e riviste di set-
                        tore, ma il bisogno e la volontà di
                        scrivere nuovamente e seriamen-




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