Page 23 - La Voce dei Medici - N°1 - 2023
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costruiscono pennellando frase vede andare. Altre volte mi sem- nerative. Quando scrivo mi isolo
dopo frase, pagina dopo pagina, bra invece di essere un dio on- dal mondo, dagli altri, e anche
prendendo un po’ dell’uno, un po’ nipotente che distribuisce vita e dai miei affetti, cosa non facile né
dell’altro, un po’ di qualcuno che morte, o il fato generatore della sempre possibile. E per combat-
non esiste neppure. Ed è proprio sorte di ognuno. Visto che scri- tere la coscienza che mi impone
dando forma ai personaggi, e pla- vere non vuol dire essere scritto- di restare ancorata alla mia quoti-
smandone addosso la psiche, che re, io mi trovo spesso impelagata dianità, mi ripeto ciò che Virginia
entro nel loro modo di pensare. in diversi guai: dove è sparito il Woolf ha insegnato a proposito
Questo percorso, che si srotola nel personaggio X che ho perso dieci dello scrivere, e parto, sola ma
tempo della costruzione della sto- pagine fa? E il cane del signor Y accompagnata dalle parole che
ria, e l’immedesimazione neces- nel frattempo dovrebbe avere al- premono per trovare spazio fra le
saria perché il mio personaggio meno cinquant’anni, possibile? E righe di un foglio, seppur virtuale.
diventi reale, vero e credibile, apre
me ai diversi modi di pensare e
di sentire. È in realtà una forma
astratta di empatia, un’empatia in
forma embrionale, o meglio anco-
ra la potenzialità di empatizzare.
Spesso, ascoltando le storie che
i miei pazienti portano con loro,
le ansie, le paure, le sofferenze, mi
pare di essere inadeguata, di ascol-
tare senza comprendere veramen-
te, come se fra me e loro ci fosse un
velo trasparente ma impenetrabile,
che mi trattiene ancorata alla mia
poltrona, neanche fossi un’icona.
Allora frugo nella mente, rovisto,
finché intravedo in uno dei miei
personaggi un’affinità capace di
aiutarmi. Lo sforzo richiesto per l’odioso energumeno come lo si- Lei scriveva: “trova una stanza
entrare in un personaggio e dar- stemo? Quasi quasi gli organizzo tutta per te, uno spazio indipenden-
gli vita apre contemporaneamen- un bell’incidente o un naufragio te, tuo, in cui tu possa sentirti libero.
te a chi scrive la mente e aiuta a in barca a vela, così me lo levo di Per essere uno scrittore, devi poter
comprendere meglio gli altri. E se torno. E se la nipote, ora che scri- essere al riparo da sguardi e giudizi
durante le ore di lavoro alle volte vo, ha vent’anni, la nonna del ca- altrui, per poterti concentrare solo
mi capita di sentirmi risucchiata pitolo precedente secondo i calco- sul tuo lavoro. Devi poter dire di no
dai pazienti, dalle loro impellenti li dovrebbe aver avuto suo figlio, e non essere ricattabile, devi poter
necessità, quando scrivo ciò che cioè il padre, a dieci. Impossibile! trovare la tua calma e la tua dimen-
mi è stato risucchiato torna a me Questo genere di esercizio sione”.
spesso arricchito, in una sorta di mentale trascina lentamente al di
scambio reciproco. fuori della vita reale, pur trattando Non è questo il sogno di ognu-
di cose e fatti ipoteticamente rea- no? Il desiderio inconfessato ma
Talvolta nei loro confronti mi lissimi. E sta proprio in questo, a pressante quando alla sera si
sento un po’ come una madre mio avviso, la grande potenzialità chiude la porta dell’ambulatorio
che partorisce i figli, li cresce e li della scrittura come mezzo rige- e ci si sussurra per oggi è fatta?
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