Page 8 - La Voce dei Medici - N°1 - 2023
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glio  alla  tridimensione:  a  set-  in questo caso io. Ho rappresen-
                                                      tembre  2022  sono  stato  sele-  tato queste cellule come degli
                                                      zionato per una “residenza per   insetti  rossi,  che volano nello
                                                      artisti” ed ho potuto trascorre-  spazio fino a posarsi in un punto
                                                      re un periodo di tre mesi, con-  specifico:  metaforicamente  rap-
                                                      dividendo degli spazi di lavoro   presentano le cellule che nel mio
                                                      con altri artisti; ognuno di noi   corpo hanno “navigato” tramite il
                                                      ha sviluppato un’opera che poi   sangue prima di trovare il luogo
                                                      è diventata una mostra collet-  giusto dove sedimentare. Inoltre
                                                      tiva. In quel momento è nata   mi piaceva l’idea di realizzare
                                                      l’istallazione “Cellule”, che è   una  sorta  di  tunnel  perché  si
                                                      proprio  il  racconto  di  uno  dei   può provare un effetto contrario
                                                      momenti specifici del mio tra-  e disturbante ed anche questo
                                                      pianto di midollo osseo, ovve-  significato lo attribuisco al mio
                                                      ro quando le cellule staminali   trapianto come qualcosa che co-
                                                      del donatore vengono trasfuse   munque è stato invasivo. Inoltre
                                                      nel corpo del paziente ricevente,   nello spazio espositivo ho volu-
                        lo  osseo, che poteva essere l’unica
                        soluzione  definitiva  per  curare  la
                        mia malattia e proprio in quel pe-
                        riodo mi sono reso conto del ruolo
                        che ha giocato l’arte nella mia vita:
                        mi ha dato modo di percepire un
                        tempo fermo, ovvero gli anni della
                        mia malattia, ma in realtà in mo-
                        vimento, perché con la fantasia e
                        con i miei disegni “uscivo” metafo-
                        ricamente dalla mia stanza, anche
                        se fisicamente ero lì. Grazie all’arte
                        potevo essere altrove, grazie alla
                        creatività potevo dare libero sfogo
                        alle  mie  emozioni  più  profonde.
                        Ed ancora grazie all’arte potevo
                        distrarmi dalla mia condizione di
                        “bambino malato”. In età più ma-
                        tura ho voluto trasformare questa
                        passione in un’attività pratica per
                        dare un senso alle cose e così ho
                        deciso di dar vita a “Cellule”.


                        Veniamo  proprio all’istallazione
                        “Cellule”:  possiamo  definirla  il  ri-
                        sultato  finale  del  tuo  percorso  di
                        rinascita?

                           In realtà già da un po’ di
                        tempo volevo passare dal fo-




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