3 Dicembre 2024
È una massima vecchia, ma sempre attuale: “l’unione fa la forza!”. Soprattutto l’unione tra Istituzioni che hanno, pur se con percorsi diversi, obiettivi simili. Un esempio: le Forze dell’Ordine hanno tra i vari loro compiti l’ordine e la sicurezza dei cittadini; il comparto Sanità ha il compito, oltre a quello della salute individuale, quello di prevenire e curare il benessere della cittadinanza: arginare le epidemie, scoprire focolai di infezioni… e così via. E allora, prendendo per buona questa riflessione, applichiamola al modo di vita dei giorni di oggi, modo di vita ricco di violenza di ogni genere, le cui cause potrebbero essere scoperte, arginate e risolte proprio con l’azione dell’unione di più forze in campo. Veniamo al punto, col mettere sul tavolo argomenti di vivo interesse odierno, quali l’elevato numero di omicidi, la violenza verso le donne, ma anche verso il prossimo in genere, e quella verso le Istituzioni Politiche, l’uso smoderato di stupefacenti, solo per citarne alcuni. Il voler e poter creare, ad esempio, una check-list di persone che siano per i Medici propri pazienti con individuate noxe comportamentali, mentre per le Forze di Polizia, soggetti già segnalati per atti di violenza o di insubordinazione, faciliterebbe meglio il controllo incrociato e quindi l’attenzione a quelle persone, già etichettate, e pronte ad essere fermate durante atti vandalici. Certamente il tutto deve essere coperto dalla privacy più assoluta, non solo, nulla dovrà fuoriuscire dalle sacre pareti, e dovrà essere gestito in maniera coordinata da personale altamente qualificato.
E così, riguardo ad esempio allo smercio di stupefacenti, perché non fare una check-list di consumatori abituali, tallonarli e perseguirli come si fa per gli spacciatori. Le Forze dell’Ordine sembrano più propense a perseguire e ricercare più gli spacciatori che non i consumatori, i quali ultimi, di sicuro sentendosi braccati, magari perché appartenenti a famiglie di buon rango o facenti parte di una buona società, chissà se non si asterranno dal procacciarsi la droga, per non finire nelle prime pagine dei giornali; e gli spacciatori, non avendo di conseguenza più clientela, chissà se non chiuderanno il mercato, per assenza di vendita. Queste riflessioni potrebbero essere definite “fantasticherie”, ma se vi si ponesse più attenzione, potrebbero essere invece delle soluzioni, non diciamo sicure, ma almeno apparire come deterrente o uno scudo contro una certa violenza. La collaborazione tra medici curanti e Forze dell’Ordine, nel voler individuare soggetti dediti a pratiche che di certo arrecherebbero danni alla propria ed altrui salute, sarebbe una iniziativa positiva; comunque un passo avanti nella voglia sincera e concreta di arginare il male che ci sta da anni circondando, ma che soprattutto, sta fortemente limitando la libertà di azione dei cittadini, con l’incutere paura, terrore, a causa di frange estreme di individui, che si danno alla violenza gratuita, danneggiando e inveendo contro la proprietà privata e l’incolumità dei cittadini comuni, calpestando le elementari regole della convivenza civile.
Come è attuale il brocardo latino citato per la prima volta da Plauto nell’Asinaria: “Homo homini lupus!”. Ma se tutto ciò mette in evidenza un’alterata condizione dei rapporti di prossimità, poco o nulla si fa nel ricercare una qualche causa di questa di queste alterazioni. Sì, si parla della loro esistenza, e tanto, si parla della latitanza delle famiglie, primo nucleo, o meglio, prima scuola di educazione e formazione delle generazioni; si parla della debolezza educativa di certe istituzioni quali la scuola, la politica, la quale ultima molto spesso si pone al centro di scandali, ritenuti dannosi esempi di educazione per le generazioni. E allora perché tenere ancora gli occhi chiusi e non riproporre, ad esempio, la presenza del medico “Scolastico”, pronto ad intervenire in circostanze patologiche di violenza gratuita, in appoggio alla Forza Pubblica, chiamata ad intervenire in simili situazioni? Con questa collaborazione, verrebbero censiti gli elementi più scalmanati, isolati, e trattenuti in luoghi di recupero, anche con l’ausilio di organizzazioni di volontariato che operano nel sociale. La stessa cosa andrebbe realizzata negli ospedali, dove ai nostri tempi vi erano presidi di Polizia, che oltre a far da deterrenti per qualsivoglia persona violenta o con intenzioni violente, intervenivano rapidamente in circostanze anomale di follia pura, in difesa di tutto il personale sanitario.
Molte volte da questa sede abbiamo lanciato queste proposte, ma il tutto è rimasto “flatus vocis”. Ci auguriamo, allora, che vengano tempi e dirigenti più sensibili. È il caso di dire: “Che Iddio ce la mandi buona… e a poco prezzo!”.
Dott. GIAN PIERO SBARAGLIA
MEDICO CHIRURGO
Spec. In Otorinolaringoiatria
già Primario Otorinolaringoiatra,
C.T.U. del Tribunale Civ. e Pen. di Roma
Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione
BLSD-PBLSD – Accreditato ARES 118-Lazio e
IRC -Misericordia di Roma Centro – ROMA.