30 Ottobre 2024
Nuove strategie per contrastare la diffusione della miopia, ridurre i costi sociali ed economici per lo Stato e fissarla tra le priorità di governo e degli organismi di sanità pubblica. Insieme alla necessità di un “patto etico” tra istituzioni, classe medica e industria, per contrastare la progressione della miopia in età pediatrica e rendere accessibili su larga scala le soluzioni oftalmiche più innovative. È l’appello lanciato dal confronto tra Hoya e le principali associazioni oftalmologiche italiane riunite a Roma presso Palazzo Giustiniani, al Senato della Repubblica, in occasione del convegno “La miopia. Come affrontarla con i presidi innovativi: le nuove strategie” promosso dalla sen. Elena Murelli, componente della Commissione Affari sociali, sanità e lavoro del Senato, con la partecipazione di Andrea Costa, Consigliere Ministro della Salute per Attuazione PNRR. Nel corso della tavola rotonda numerosi e importanti sono stati i contributi dal mondo scientifico e istituzionale per ribadire che è necessario agire collettivamente per garantire una diagnosi precoce, aumentare l’informazione e la consapevolezza su questa tematica nei confronti dei giovani miopi, della comunità e dei sistemi sanitari.
La miopia è in crescita drammatica in tutto il mondo. Si stima che in Italia ci siano 2 milioni di bambini tra i 6 e i 16 anni miopi, di cui l’80% in progressione miopica. Entro il 2050, secondo l’OMS, oltre il 50% della popolazione mondiale sarà miope. Si tratta di una previsione realistica: già qualche anno fa l’Academy of Ophthalmology aveva definito la miopia una crisi di salute pubblica. L’epidemia di miopia sta dilagando nel mondo con 2,6 miliardi di persone colpite, più del doppio dell’obesità. Inoltre, il tasso di progressione annuale della miopia è più rapido sotto i 10 anni di età e, nonostante la sua incidenza, il livello di conoscenza e consapevolezza sulla miopia è ancora molto basso tra i genitori. La miopia è il disturbo della vista più comune e si verifica quando l’occhio è troppo lungo e la luce non si concentra correttamente sulla retina, che trasmette al cervello le impressioni luminose, facendo apparire sfocati gli oggetti distanti. Il maggior tempo trascorso in attività “da vicino” può aumentare il rischio di problemi di vista anche in chi non sarebbe portato a svilupparli. Oltretutto, quando la miopia aumenta di 1 diottria, c’è un aumento del 58% del rischio di future malattie oculari. Esistono differenze fondamentali tra la bassa miopia e quella alta. Le persone con miopia elevata, infatti, hanno un rischio maggiore di sviluppare complicazioni come la degenerazione maculare o addirittura il glaucoma, che può portare alla cecità irreversibile.
“La prevalenza della miopia è molto alta nella fascia d’età 5-17 anni. Dobbiamo concentrarci su questa fascia d’età e sui trattamenti per contrastarla. Quanto più precoce sarà l’utilizzo di questi trattamenti, tanto migliore sarà il risultato che otterremo. In Italia si dà molta attenzione alle patologie dell’adulto. Dovremmo lavorare insieme per poter migliorare la prevenzione e la comunicazione per quanto riguarda le patologie pediatriche” – dichiara Alessandra Balestrazzi, Presidente AIMO.
“Prendersi cura della miopia è importante fin da giovani per evitare possibili problemi in futuro. Dal punto di vista istituzionale è importante fare informazione con campagne mirate perché i bambini passano troppo tempo davanti a schermi digitali e poco tempo all’aria aperta” – aggiunge la sen. Elena Murelli, componente della Commissione Affari sociali, sanità e lavoro del Senato. È necessario quindi effettuare controlli per ridurre il possibile peggioramento della vista e prevenire eventuali patologie in modo precoce. Ben vengano gli screening visivi nelle scuole e le innovazioni come le lenti D.I.M.S. che servono a correggere e allo stesso tempo a rallentare la miopia in bambini e ragazzi, e hanno il vantaggio di essere facilmente utilizzabili anche da bambini più piccoli che non sono in grado di mettere e gestire da soli lenti a contatto. Infine, stiamo trattando in Commissione una proposta di legge sulla tutela delle persone affette da patologie oculari cronico-degenerative e promozione della prevenzione, della ricerca e dell’innovazione nella cura delle malattie causa di ipovisione e cecità”.
Quando si corregge la miopia con un occhiale o con una lente a contatto si porta a fuoco l’immagine che arriva alla parte centrale dell’occhio, ma non si ottiene lo stesso risultato nella zona periferica, in quanto in quest’area le immagini si formano dietro alla retina. Questo fenomeno è una delle cause per cui l’occhio continua ad allungarsi e la miopia ad aumentare. Attualmente esiste un presidio innovativo, le lenti da vista MiYOSMART con tecnologia D.I.M.S. (Defocus Incorporated Multiple Segments o segmenti multipli defocus incorporati) che generano un segnale di sfocatura periferica simultaneo ma in competizione con quello descritto prima. In questo modo, viene “ingannato” lo stimolo all’allungamento dell’occhio e quindi all’aumento della miopia. Secondo gli studi scientifici* presentati durante l’incontro, grazie alle lenti con tecnologia D.I.M.S. la progressione della miopia viene rallentata in media del 60% rispetto alle lenti monofocali di tipo tradizionale e viene bloccata nel 21,5% dei casi.
“Oggi abbiamo visto diverse opzioni terapeutiche per contrastare la miopia, in particolare le lenti a defocus periferico. La miopia si gioca nell’età pediatrica. Dobbiamo agire in modo capillare con visite oculistiche e pediatriche precoci e programmate a carico del Sistema Sanitario Nazionale. Il rivolgersi al privato deve essere un’opzione, perché la struttura pubblica deve poter offrire tutto a tutti, soprattutto ai giovani” – spiega Teresio Avitabile, Presidente SISO.
La miopia nei bambini è influenzata da una combinazione complessa di fattori genetici, ambientali e comportamentali. Al di là dell’importanza dei fattori ereditari(è dimostrata una più alta probabilità di sviluppare la miopia se uno o entrambi i genitori hanno questo difetto), per i genitori è fondamentale comprendere quanto le moderne abitudini e gli attuali stili di vita stiano influenzando l’insorgenza della miopia nei bambini.
Premesso che la genetica è il fattore di rischio principale, certamente l’attività all’aria aperta è un elemento che riduce l’insorgenza della miopia perché le radiazioni ultraviolette favoriscono la liberazione di dopamina che è un neuromodulatore che riduce l’allungamento dell’occhio”– sottolinea Luca Buzzonetti, Primario Oculistica Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Roma, che aggiunge: “Uno studio pubblicato di recente evidenzia che stare 2 ore all’aperto, passando da 5 a 14 ore a settimana all’aperto, riduce di un terzo l’insorgenza della miopia. Inoltre, pause frequenti dall’uso di schermi da vicino sono importanti perché, quando guardiamo da vicino, si verificano nell’occhio delle variazioni anatomiche che favoriscono il famoso sfocamento nella periferia della retina. Paradossalmente è meglio la TV, limitandone l’utilizzo, che è a una distanza maggiore, così come è bene non leggere a letto con poca luce ed evitare un’illuminazione a led. In questo senso è importante cercare di organizzare ai bambini giornate diverse”.
Se i bambini si stropicciano gli occhi per vedere bene da lontano e hanno delle difficoltà a concentrarsi a scuola o a giocare serenamente potrebbero essere dei segnali dovuti alla miopia e rappresentare un campanello d’allarme. Per questo, una diagnosi precoce è fondamentale per assicurare uno sviluppo del nervo ottico normale. Dai tre anni la funzione visiva può essere valutata testando l’acuità visiva, per cui a tre anni o comunque prima di iniziare la scuola è bene poter effettuare una visita oculistica.
“Non solo diagnosi: il pediatra di famiglia è un importante punto di riferimento per i genitori per una sana educazione al benessere visivo. Infatti i bilanci di salute dal pediatra rappresentano il primo passo verso la prevenzione” – evidenzia Elisabetta Cortis, Presidente della Società Italiana di Pediatria Sezione Lazio,che precisa che “si tratta di un problema di una rilevanza socio sanitaria che richiede una serie di azioni concertate tra diversi stakeholder, come iniziative di screening da fare già a tre anni e poi sui banchi di scuola per cercare di intercettare il problema sul nascere ed evitare che progredisca e si trasformi”.
Data la natura progressiva della miopia, i costi diretti a carico delle famiglie (spese per controlli, correzione, gestione, spostamenti e trattamento) e i costi per la perdita di produttività sono notevoli. La potenziale perdita di produttività legata alla miopia nel 2015 è stata stimata in 230 miliardi di euro. Alla luce del forte impatto che la miopia e le patologie ad essa associate avranno in futuro sul Sistema Sanitario nazionale, gli intervenuti al convegno hanno auspicato una nuova sinergia tra istituzioni e gli attori del settore, classe medica e ottici optometristi, con la missione di migliorare comfort e benessere visivo delle persone attraverso la diffusione di una migliore cultura della vista, della tecnologia e dell’innovazione.