4 Ottobre 2024
Con un’offerta per gli scatti in mostra si potrà contribuire a sostenere l’operato di ASA – Associazione Solidarietà AIDS ODV, CIG Arcigay Milano ODV, Fondazione LILA Milano ETS e Milano Check Point ETS
Dal 4 al 27 ottobre al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea la decima edizione del progetto di fotografia sociale ideato da Ri-scatti ODV e promosso dal Comune di Milano con il sostegno di Tod’s. Un invito a guardare oltre il pregiudizio e a scoprire la forza e la bellezza di chi convive quotidianamente con l’HIV. Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, insieme all’associazione di volontariato Ri-scatti ODV, presentano la decima edizione della mostra fotografica RI-SCATTI. L’esposizione, intitolata “Somebody to love”, si concentra quest’anno sulle storie di otto persone con HIV che hanno scelto di raccontarsi attraverso la fotografia.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Milano con il sostegno di Tod’s, è realizzata in collaborazione con ASA – Associazione Solidarietà AIDS ODV, CIG Arcigay Milano ODV, Fondazione LILA Milano ETS e Milano Check Point ETS, e grazie a LCA Studio Legale, sostenitore della programmazione annuale del PAC.
“In questa mostra la fotografia, da sempre mezzo di auto-rappresentazione, assume una funzione ancor più profonda: diventa uno strumento per contrastare lo stigma che ancora oggi circonda le persone con HIV e, in questo senso, un veicolo di riscatto” dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. “Al di là dei successi della scienza e dei metodi di cura, infatti, l’approccio sociale, culturale e mediatico a questa epidemia e alle sue vittime muove ancora, spesso, pregiudizi e approcci che provocano un ingiustificato e crudele isolamento. Le immagini esposte danno voce a chi troppo spesso rimane invisibile, offrendo una rappresentazione dell’HIV che porta allo scoperto i pregiudizi e promuove un approccio sensibile al tema”.
La collettiva, curata da Diego Sileo, mira non solo a indagare oggi la percezione sociale dell’HIV, ma anche a fornire un’opportunità per ripensare il modo in cui la società affronta la malattia. I progressi scientifici, infatti, hanno trasformato il virus in una condizione cronica e gestibile, come evidenziato dal principio “U=U” (Undetectable equals Untransmittable), secondo cui una persona in terapia stabile da almeno sei mesi con carica virale non rilevabile non può trasmettere il virus.
L’arte può contribuire a configurare nuovi regimi di uguaglianza, nonché nuovi scenari in cui il visibile e l’invisibile sono sfidati oltre la logica dell’inclusione-esclusione. Le storie raccontate in mostra sono quelle di 7 uomini e 1 donna che hanno accettato di condividere con il pubblico le loro esperienze, e le loro foto sono il frutto di un percorso formativo supervisionato da fotografi professionisti. Storie reali che testimoniano i diversi aspetti del vivere oggi con l’HIV: la quotidianità di Giovanni, l’affettività di Pic(colo), la rivalsa sullo stigma di Andrés, la forza di Francesco, la creatività pop di Daphne, ma anche i timori di Alberto, il senso di colpa di alchÆmist e la sessuofobia di Soma. Indiscutibilmente è ancora vivo lo stigma nei confronti delle popolazioni chiave, maggiormente colpite dal virus, così come la tendenza a considerare le persone con HIV come promiscue, spregiudicate, irresponsabili. Il semplice atto di amare qualcuno che vive con HIV per molti implica ancora il timore di mettersi a rischio. Questo nuovo progetto di Ri-scatti è un invito a continuare a parlare di HIV e di AIDS perché, oggi come ieri, Silence = Death.