Medico-Paziente

Ritrovare l’armonia per recuperare il rapporto medico-paziente

20 Settembre 2024

Di Paola Virginia Gigliotti, “Medico di Strada”

“Medico di strada”. Sì, appartengo a questa categoria. Tre generazioni di medici alle spalle e padre dottore in agraria, quindi fortunatamente non “figlia di papà”. Laurea a ventiquattro anni con lode e pubblicazione della tesi sperimentale, quindi lontana dall’idea romantica di “Sì la Scienza, ma ciò che conta è l’esperienza”. Insomma per me il medico è uno Scienziato Umanista.

Per trentaquattro anni ho fatto il medico di famiglia a Perugia, non negandomi il privilegio di portare avanti anche studi scientifici, con la mente però sempre rivolta a ciò che è utile al paziente e non soltanto ai titoli personali. Sfinita dalla burocrazia e non certo dalle esigenze dei pazienti, sono fuggita dal sistema e continuo a fare il medico per strada, prevalentemente in una cittadina dell’Alto Adige, ma spesso in Umbria. Con il 118, per il bisogno in alcuni territori e per la mia passione per l’emergenza, almeno un’ora al giorno rispondo ai miei pazienti, curo chi mi chiama e studio perché in medicina o sei dentro o è meglio starne fuori completamente.

Queste brevi note private per invitarvi a leggere l’analisi del nostro momento, che vi propongo con grande preoccupazione, ma con un grande senso di dovere civico e morale, dettate dalla difficoltà personale di ignorare le sofferenze sociali e anche di uscire dall’essere figlia dei miei tempi (nata nel 1952), quindi incline alle battaglie. Riflessioni necessarie, dopo le parole preoccupate sui vaccini del Presidente della Repubblica. Dai mezzi d’informazione numerose situazioni allarmanti, apparentemente scollegate tra loro ma che necessariamente debbono essere analizzate e collegate per evitare che risultino come note disordinate di un pentagramma musicale illeggibile.

ALLARME VACCINI. Tanti genitori non vaccinano i figli. Potremmo dire “ignoranti” che vanno dietro a dicerie popolari. Attenzione! La maggioranza è di strati sociali abbienti e colti, per lo più seguaci di teorie naturalistiche estreme. Tanti adulti a rischio non fanno il vaccino antinfluenzale. Di quanti altri vaccini non vengono più fatti i richiami? Uno per tutti il tetano. Queste persone sono prevalentemente ignare del rischio. Che rapporto hanno con il medico di famiglia?

ALLARME TERAPIE ANTITUMORALI. Si può morire senza sperare nelle statistiche di guarigione perché si pensa che la chemioterapia arricchisca le multinazionali del farmaco?

Di certo può accadere quando la ricerca scientifica è lontana dal territorio, non in senso soltanto fisico. D’altra parte quanta gente non fa prevenzione? Fatalismo? In pochi casi. Mancanza di strutture facilmente accessibili per i tagli alla sanità? In molti casi. Sfiducia nella scienza? Direi quasi “anti-scienza” che mi suona come l’antipolitica, quindi neanche si ha voglia di parlarne.

NASCITE SICURE.  L’Italia è un paese che ha una bassa incidenza di mortalità materno-fetale. Questo è frutto di una buona assistenza prima, durante e dopo il parto, data dall’interazione tra medico e ostetrica. Attualmente ci troviamo davanti ad un paradosso.  Da una parte si giudicano pericolosi i reparti di ostetricia di piccoli ospedali e si chiudono, senza valutarne spesso l’eccellenza e soprattutto la posizione geografica. Sicuramente avremo parti in ambulanza. D’altra parte si tollerano e sostengono economicamente i parti a casa, si dice in situazioni non a rischio. Chi può dirlo con certezza nel nostro paese dove l’età delle primipare è alta, le donne immigrate hanno storie e documentazioni cliniche spesso confuse?

VISITE DOMICILIARI. È vero spesso andiamo a visitare a casa ragazzoni con un po’ di febbre e mamme ansiose. L’ho fatto tante volte, magari portandomi nel marsupio il figlio neonato ed avendo io stessa la febbre. Ci ho riso sopra, dicendomi che è sempre importante conoscere il contesto di vita dei pazienti. Molti sostengono che è inutile e anacronistica la visita domiciliare. Oggi più che mai vale la pena farla, entrare il più possibile nella casa e nell’anima dei pazienti. Se il medico non risponde spesso si ricorre ai rimedi dell’anziana vicina.

CARENZA DI MEDICI. Al momento dell’introduzione dei test d’ingresso alla facoltà di medicina si parlava di numero programmato. Forse i conti sono stati sbagliati? I medici mancano e mancheranno sempre più. Quanti ragazzi motivati e preparati hanno cambiato strada perché non hanno superato i test? Quanti esami nel primo anno avrebbero veramente selezionato i migliori piuttosto che i più inclini a prove stile Rischiatutto? Eppure i test sono lì, immutati, a sottrarre energie fisiche, mentali ed economiche a ragazzi e famiglie.

Se potessi fare una sintesi grafica di queste mie riflessioni, saprei come disegnare le linee di collegamento tra un paragrafo e l’altro. Dal momento che ho iniziato a parlare di note musicali disordinate, direi che la prima parola da usare è Armonia. Ritrovare l’Armonia persa tra noi medici, prima causa del bersagliamento legale a cui siamo sottoposti. Armonia con gli altri professionisti della medicina che devono essere valorizzati per le loro importanti competenze e non cercare di renderli “quasi medici”.  Armonia con i Pazienti. La centralità della scienza medica deve ritornare ad essere la persona che ha bisogno, nell’ordine, di Attenzione, Ascolto, Cura, Conforto se altro non si può dare. Che tristezza quando qualcuno mi dice di un collega “bravo ma anaffettivo”.

Il medico e il paziente devono volersi bene, altrimenti come si crea la fiducia? Come ci si sottopone a cure pesanti senza fiducia in chi le prescrive?

Armonia anche politica. Giustamente il ministro Lorenzin ha detto che la Sanità deve essere uguale in tutte le regioni. Perché allora non aiutarla in questo compito dandole anche dalle regioni delle informazioni, che non siano solo economiche o di malasanità, ma che siano di studi locali tali che si possa parlare di Geopolitica Sanitaria? Si eviterebbero dispendiosi errori, spesso definiti razionalizzazione di spesa, che rischiano di creare pazienti di serie A o B, non per reddito ma per residenza. Armonia sociale, almeno rispetto al bene primario della Salute.

Se noi medici non riusciremo a far comprendere queste armonie, con uniformità di linguaggio tecnico e politico, di certo disorienteremo sempre più la popolazione che inevitabilmente cercherà altrove le sicurezze di cui ha bisogno e purtroppo già vediamo dove le sta trovando.

Contatto: pao.gigliotti@gmail.com