18 Settembre 2024
Di Prof. Corrado Perricone – Ematologo e già responsabile del Centro di Immunoematologia dell’AORN Santobono Pausilipon, già componente del Consiglio Superiore della Sanità. Responsabile del comitato scientifico della “Fondazione Mediterraneo”
Secondo un recente studio giapponese [1] ricevere trasfusioni di sangue da individui vaccinati contro il Covid 19 potrebbe rappresentare un rischio medico per i riceventi non vaccinati poiché numerosi eventi avversi vengono segnalati tra le persone vaccinate di tutte il mondo. Contrariamente alle aspettative precedenti è stato scoperto che i geni e le proteine dei vaccini genetici persistono nel sangue dei soggetti vaccinati per periodi di tempo prolungati.
Da quando in maniera discutibile avevano dichiarato che i soggetti non vaccinati costituivano un rischio per la comunità (per giustificare pure l’obbligatorietà), ora appare evidente che perlomeno in campo trasfusionale il rischio potrebbe venire proprio dai soggetti vaccinati per cui ormai è chiaro che in quel periodo il solo obbiettivo era quello di incrementare le vaccinazioni a totale vantaggio delle multinazionali farmaceutiche.
Da sottolineare che i centri trasfusionali hanno il compito di occuparsi del processo di raccolta (donazione), analisi, preparazione, conservazione e trasfusione del sangue e dei suoi componenti (emocomponenti e emoderivati contenenti un numero indefinito di immuglobuline). Gli emoderivati sono rappresentati essenzialmente dal plasma fresco congelato per cui ci sembra opportuno prima della raccolta quantizzare nel donatore almeno gli IGg4 per valutare eventuali aumenti, nel qual caso è ipotizzabile un teorico rischio. L’eventuale aumento degli IGg4 scatena infatti una tolleranza immunitaria ed immonodeficienza nel sistema immunitario.
Da studi del professor Joseph Tritto, presidente del World Academy of BioMedical Technologies, gli anticorpi IGg4 prodotti dopo l’inoculo sono corresponsabili della malattia iperprogessiva (HPD), e del cosiddetto turbo-cancro (da BMJ).
Da evidenziare che, se il sangue contiene proteine spike, sarebbe necessario rimuovere queste proteine dopo la somministrazione del vaccino a mRNA, che è alla base della produzione della proteina spike ma non esiste attualmente una tecnologia del genere.
Al fine di evitare questi rischi e prevenire ulteriore espansione della contaminazione del sangue e relative complicanze chiediamo con forza che la campagna di vaccinazione con vaccini genetici venga sospesa e che venga effettuato una valutazione del vero rapporto rischio/beneficio.
Pertanto la Fondazione Mediterraneo suggerisce di praticare delle indagini specifiche (igG4) prima di prelevare il sangue con i suoi emoderivati.
[1] Dati ricavati da studi dei membri della Società giapponese per le complicanze legate ai vaccini e dalla Volunteer Medical Association.