Covid

A Bologna il teatro per la salute mentale: tra cura e cultura

18 Settembre 2024

Intervista a Ivonne Donegani e Angela Tomelli, Psichiatre, già Dipendenti dell’Azienda USL di Bologna, Socie di “Arte e Salute”
Quando nasce l’associazione “Arte e Salute” e con quale finalità?

Il progetto “Arte e Salute” nasce nel 2000 dall’incontro fra arte teatrale, lotta allo stigma, un forte impegno a voler modificare la cultura e la percezione sociale della malattia mentale e la volontà di sperimentare nuovi modelli di inclusione in ambiti non usuali come quello del teatro e successivamente della comunicazione. E’ stato promosso dalla Associazione di promozione sociale ARTE E SALUTE in collaborazione con il Dipartimento di salute mentale dipendenze patologiche  di Bologna, struttura per la cura dei disturbi psichici sul territorio nato dopo la legge Basaglia in alternativa agli ospedali psichiatrici e che indirizza il suo operare ad un impegno costante  volto a ricomporre l’identità, l’autonomia e la contrattualità delle persone sofferenti per trasformare le loro condizioni soggettive e materiali di esistenza

Come s’inserisce nel vostro percorso la collaborazione con il dipartimento di salute mentale dell’Azienda USL di Bologna?

L’idea fondante del progetto che ha coinvolto psichiatri, infermieri, educatori, psicologi del DSM-DP è stata quella di valorizzare le capacità artistiche, i talenti presenti in alcune persone sofferenti attraverso un rigoroso percorso formativo di arte teatrale, condotto da registi, che avesse, accanto alla finalità riabilitativa, anche l’obiettivo di un possibile inserimento lavorativo e la costituzione di Compagnie Stabili. A muovere l’impresa, l’idea di non focalizzarsi sulla malattia ma sulle persone, intravedendo i possibili talenti e proponendo percorsi di studio e di lavoro.  Si è identificato il teatro come potente strumento di cambiamento per lo stretto rapporto che c’è tra espressione creativo-artistica e processo di regolazione emozionale e trasformazione cognitiva.  Il progetto si è potuto realizzare grazie alla capacità degli operatori della salute mentale di pensare e organizzare un percorso che ha permesso ai pazienti di sperimentarsi in ambiti artistici, a prescindere dalla loro patologia, tenendo conto non solo delle difficoltà e limitazioni, ma anche e soprattutto delle loro potenzialità, delle loro capacità e talvolta del loro vero e proprio “talento”. Accogliere le capacità artistiche dei nostri pazienti “congelate” dal percorso di malattia è stata la sfida e lo scopo del nostro lavoro convinti che, attraverso l’arte, motore principale di cambiamento, si attivasse il processo di empowerment[1].

La formazione ha rappresentato il punto cardine del percorso  tenuta da artisti professionisti e di esperienza ed esperti di comunicazione per la radio: questo aspetto riteniamo essere il tratto distintivo del progetto e segna la differenza con l’arte terapia. Si è partiti con un corso di 2 anni strutturato come una vera e propria accademia per insegnare la professione del palcoscenico, condotti da “operatori dell’arte”, come in una comune scuola di teatro.  La formazione è continua e porta alla costruzione e rappresentazione degli spettacoli nel corso di tutto l’anno (22 anni per il teatro di prosa e di figura e 12 per il teatro ragazzi, 16 per la radio). Gli attori sono in tirocinio formativo durante la preparazione degli spettacoli e pagati con un contratto dei lavoratori dello spettacolo durante le prove e le rappresentazioni a Teatro.

La compagnia di Prosa diretta dal regista Nanni Garella è ospitata dal 2007 ed è diventata compagnia stabile del Teatro Arena del Sole di Bologna del circuito Emilia Romagna Teatri (ERT) ed ha prodotto 27 spettacoli annualmente in cartellone a Bologna per 15/20 gg e poi in tournee in diversi teatri italiani e all’estero (Barcellona, Pechino, Tokyo Hamamatsu, Nagoya). La compagnia teatro ragazzi produce i suoi spettacoli in collaborazione con la Baracca Testoni ragazzi di Bologna-Teatro stabile di innovazione per l’infanzia e la gioventù. I suoi spettacoli si rivolgono a scuole e famiglie con repliche anche fuori Bologna.

La compagnia di teatro di figura porta alla messa in scena di spettacoli in baracca e svolge un’attività formativa per la costruzione di burattini presso le scuole primarie del territorio bolognese ed in eventi pubblici. Negli ultimi quindici anni di attività le Compagnie teatrali hanno rappresentato circa 650 repliche dei propri spettacoli visti da circa 95.000 spettatori. Un importante sviluppo dell’attività di Arte e Salute assieme al Dipartimento di salute mentale di Bologna è stato realizzato con il Giappone, paese in cui esistono ancora gli Ospedali psichiatrici. Attraverso l’associazione no profit NPO Soteria dal 2017 si è sviluppata una collaborazione che ha portato nel 2018 la Compagnia di prosa Arte e Salute in tournee a Tokyo, Hammamatsu e Nagoya con lo spettacolo ‘Marat Sade La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dai filodrammatici dell’ospedale di Charenton sotto la guida del marchese De Sade’. Successivamente è iniziata un’attività formativa con la supervisione online del regista Nanni Garella e la dottoressa Ivonne Donegani ad un gruppo di pazienti affetti da disagio psichico di diverse città giapponesi che hanno completato poi la loro formazione in Italia ,presso il teatro Arena del Sole di Bologna assieme alla compagnia Arte e Salute con i registi Nanni Garella e Gabriele Tesauri nel settembre del 2022 per poi portare lo spettacolo da loro recitato a Tokyo, Fukushima, Okinawa Yamagata e Nagoya riscontrando grande successo di critica e di pubblico.

Oltre alle Compagnie teatrali esiste anche una testata radiofonica – PSICORADIO -composta da persone con disagio psichico in cura al DSM di Bologna e da operatori radiofonici: trasmette un programma settimanale che va in onda nelle principali città italiane (da Bolzano a Lecce). Ha prodotto oltre 750 puntate con una media giornaliera di oltre 200.000 ascoltatori I programmi si possono riascoltare anche sul sito www.psicoradio.it e trattano temi sul disagio psichico portando il punto di vista di coloro che hanno vissuto il disturbo.

Nel progetto Arte e salute sono coinvolti medici psichiatri ed operatori sanitari del DSM, referenti del progetto di cura del paziente, personale del DSM, ed alcuni di loro sono presenti come supporto alle compagnie e conducono gruppi operativi mensili di verifica.

Secondo la vostra esperienza in che modo il teatro diventa strumento di arte-terapia?

Con il teatro la riabilitazione si apre a nuove forme atte a cogliere i bisogni di espressione dei pazienti e a rendere possibili attività che danno gratificazione e piacere e che allo stesso tempo contribuiscono a migliorare le capacità relazionali e sociali. Attraverso il processo creativo emergono potenzialità inespresse: l’azione teatrale le facilita ed orienta. Giocando altri ruoli da sé, finalizzando in senso creativo l’immaginazione e coinvolgendo le proprie emozioni, mettendole in scena, addestrandosi a modularle e gestirle, il paziente migliora la conoscenza di sé, la propria flessibilità e capacità adattativa, affina competenze comunicative, impara ad interagire in maniera più appropriata nel contesto recitativo e quindi nel contesto relazionale e sociale più allargato. Tramite l’attività teatrale il paziente riacquisisce una maggiore sicurezza in sé stesso; la sua qualità di vita migliora, i rapporti interpersonali diventano più vitali e meno conflittuali, il funzionamento emotivo diventa più sintonico. E, in più, può acquisire una professionalità e dunque la possibilità di lavorare. È cambiato anche il loro modo di essere vissuti dai familiari e dalla comunità. Da persone ritirate e strane a persone che sanno trasmettere bellezza, emozioni, divertimento e cultura.                                                                                  

Attraverso la realizzazione di un’opera teatrale, e ancor più della sua rappresentazione in pubblico, i pazienti/attori testimoniano con forza il loro diritto (e quello delle persone che come loro soffrono di un disturbo psichico) di inclusione sociale contribuendo a rimuovere pregiudizi, ad incrinare immagini quali pericolosità, inaffidabilità, inutilità, sollecitando nella collettività una maggiore consapevolezza della dignità del paziente psichiatrico e dei suoi diritti di cittadinanza. Nella rappresentazione degli spettacoli realizzati dalle compagnie in cui recitano i nostri pazienti si produce così un duplice effetto: oltre al valore culturale anche l’effetto di un cambiamento di sensibilità e mentalità nell’approccio al problema del disagio psichico. Attraverso il teatro si restituisce la follia alla comunità, facendo sì che il benessere e il malessere delle persone diventino un interesse comune, e il benessere “un bene comune” ed insieme si costruisce la salute mentale. 

E quali feedback avete ricevuto dai partecipanti?

Ciò che noi abbiamo potuto osservare seguendo questo percorso è stato il crescente impegno che ha motivato i partecipanti a questa avventura, la continua e costante passione e dedizione che li ha educati ad una disciplina del lavoro, li ha gratificati, divertiti e restituito un senso di appartenenza alla comunità. Nell’affermarsi di una nuova loro identità positiva che si rispecchia costantemente con il pubblico, si sono riconosciuti come portavoce e testimoni per costruire una nuova cultura che rendesse possibile un diverso e nuovo approccio all’immagine delle persone portatrici di una sofferenza psichica e un cambiamento della loro rappresentazione sociale. Abbiamo inoltre riscontrato nel corso di questi più di vent’anni di lavoro, che questa esperienza è stata fondamentale anche per la gran parte di coloro che hanno deciso di non continuare con il teatro poiché li ha arricchiti e facilitati nell’ intraprendere altri percorsi lavorativi.  Questo peraltro è un aspetto condiviso da altre esperienze di teatro promosse dai dipartimenti di salute mentale della regione ed è in corso una ricerca in due DSM volta a mostrare la funzione del teatro nel facilitare l’accesso al mondo del lavoro.

Dall’esperienza teatrale di Bologna è nata infatti una rete che riunisce numerose compagnie di teatro della salute mentale promosse da 7 dei 9 dipartimenti di salute mentale della Regione Emilia Romagna. Nel 2007 si è costituita una rete che riunisce queste esperienze coordinate dall’Istituzione Gianfranco Minguzzi e dal 2016 ad oggi è attivo un protocollo firmato dagli Assessorati alla Sanità e alla Cultura della Regione, dall’Istituzione Minguzzi, che coordina la rete dei teatri della salute mentale dei dipartimenti regionali e da Arte e Salute APS (Associazione di promozione sociale) in rappresentanza dei teatri che accolgono le compagnie della regione. Il protocollo rappresenta un originale e virtuoso esempio di co-progettazione fra Sanità e Cultura ed ha finalità di sensibilizzazione, ricerca e circuitazione degli spettacoli nei cartelloni dei teatri della Emilia Romagna. Il gruppo dei professionisti sanitari e teatrali che compongono la rete inoltre lavorano per la costruzione di una rete nazionale grazie ad una ricerca condotta da Volabo (Centro di Servizi per il Volontariato della Provincia di Bologna) in collaborazione con l’istituzione Gianfranco Minguzzi che ha individuato tante esperienze simili alle nostre. La cosa sorprendente è che il COVID con la conseguente molto sofferta chiusura dei teatri non ha fermato questo processo virtuoso, ma i gruppi hanno continuato a lavorare online costruendo anche prodotti video interessanti e andando poi in scena quando è stato possibile. Attualmente nella Regione Emilia Romagna sono attive 17 Compagnie teatrali che nel 2021 hanno prodotto 24 spettacoli e 159 sono gli attori coinvolti. Il progetto teatro e Salute mentale è diventato oggi importante espressione della politica sanitaria e culturale della Regione Emilia Romagna.

Molte riflessioni e ricerche hanno arricchito questo percorso alcune pubblicate in articoli e testi, fra questi:

  • “Il teatro illimitato – Progetti di Cultura e Salute mentale”, Negretto Editore, 2012, che raccoglie le testimonianze di tutti gli ‘attori’ del processo,
  • “A Teatro in Compagnia – Storia di vita di tre Compagnie dei Teatri della Salute Mentale”, Ed. Pendragon, 2017, esito di una ricerca psicosociale sulla storia di vita di tre compagnie dei Teatri della salute Mentale;
  • L’articolo “Efficacy of theatre activities in facial expression categorization in schizophrenia” in ‘The Arts in Psychotherapy’, esito di una ricerca di stampo neurofisiologico condotta dalla facoltà di Medicina dell’Università di Ferrara”.

Ci limitiamo a riportare un estratto del dossier “Teatralmente” (una valutazione d’esito a cura dell’agenzia Sanitaria e Sociale della Regione Emilia Romagna), sul tema della percezione dei partecipanti alle attività teatrali:

Gli effetti dell’attività teatrale secondo gli utenti
CHI ERO CHI SONO DIVENTATO?
Un paziente psichiatrico (depresso, ansioso)Non sono più ricoverato
Una persona che ha paura di tuttoHo un lavoro, sono un attore/artista
Non avevo prospettive, non ottenevo risultatiNon sono più isolato
Ero isolato/soloHo un progetto
Non sapevo chi fossi, non ero più ioSono indipendente (sono consapevole, ho fiducia in me)
Migliore qualità della vita
Gli effetti dell’attività teatrale secondo gli operatori
Miglioramento clinico (meno ricoveri)
Acquisizione di capacità e professionalità
Funzionamento sociale (socializzazione, integrazione, relazione)
Autonomizzazione
Autostima e sicurezza di sé (Riconoscimento del pubblico, successo)
Infine avete aderito a “Cultura è Salute”. Quali concetti/principi ne condividete? E che ruolo cruciale può avere secondo voi un network di associazioni che lavorano attraverso le arti per il benessere dell’individuo?

CULTURA È SALUTE: condividiamo il principio anche da voi affermato. Le arti e la cultura sono un indiscutibile valore aggiunto anche nei percorsi formativi di chi sarà deputato a prendersi cura della salute psicofisica delle persone, nei percorsi terapeutici e riabilitativi delle persone in cura e nello sviluppo di una cittadinanza attiva; il teatro dunque si è rivelato uno strumento significativo e una risorsa per promuovere benessere nel campo della salute mentale, un’attività dai forti elementi trasformativi capaci di apportare alla comunità – e non solamente agli utenti coinvolti nelle iniziative – benefici personali, culturali e sociali. In questo siamo confortati da un dato ormai acquisito nella letteratura internazionale che la cultura ha effetti positivi sulla salute delle persone, in termini di benessere fisico, mentale e psicologico. Una ricerca dell’OMS (2019) ha evidenziato il ruolo cruciale delle arti nella prevenzione e trattamento di patologie e nella promozione della salute.

Per maggiori info:

www.arteesalute.org
www.psicoradio.it
www.teatralmente.it

[1] empowerment : Il termine  indica un processo di crescita basato sull’incremento dell’autostima, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.

L’Empowerment è strutturato in tre livelli che in base alla partizione di Marc Zimmerman si declina in: psicologico-individuale, organizzativo, sociopolitico e di comunità. Nel nostro caso ci riferiamo sia all’empowerment psicologico individuale che in senso esteso a quello di comunità