5 Dicembre 2022
Ad inizio 2021 diversi colleghi ed io abbiamo portato avanti la richiesta dei liberi professionisti di essere vaccinati senza ritardi rispetto ai colleghi ospedalieri. Ci è voluto un po’, ma perseverando abbiamo ottenuto il nostro obiettivo, anche contattando insistentemente gli ordini provinciali.
Ora, in questo momento particolarmente delicato dal punto di vista economico, sanitario e sociale, potrebbe essere una buona idea cercare di ricordare ad Enpam che è un ente previdenziale e chiedere adeguati sostegni.
Avrei pensato a due possibili richieste:
- ad inizio pandemia Enpam aveva dato la possibilità di richiedere un 15% di anticipo sulla propria pensione. La finestra di effettiva disponibilità deve essere stata brevissima, personalmente quando ho consultato il sito non era già più richiedibile. Potremmo chiedere di offrire questa possibilità nuovamente e stavolta ad una platea un po’ più vasta, tra coloro che hanno avuto una pesante riduzione di reddito.
- trovo condivisibile l’idea che sarebbe logico e sensato potere usufruire di un contributo una tantum, di importo analogo a quello per la genitorialità, in caso di pausa del lavoro per dedicarsi a ruoli di cura diversi (ad esempio prendersi cura di un genitore anziano). Ma anche per esplorare nuove strade nella propria vita e professione, senza necessariamente aderire a doveri famigliari.
Nota aggiuntiva: in caso di disagio psicologico o di Burnout è necessario presentare un certificato del sistema sanitario nazionale per avere diritto ad aiuti o indennità. Tuttavia per fare questo è indispensabile seguire un percorso presso il Centro di Salute Mentale della propria ASL, cosa sovente parecchio indaginosa, comportante lunghi tempi di attesa e soprattutto il contatto con professionisti non sempre validi o empatici. Soprattutto dopo la pandemia probabilmente molti colleghi avrebbero bisogno di un aiuto in tal senso.
Cosa ne pensate? Grazie mille per l’attenzione!