11 Luglio 2022
Le fibre nervose sono soggetti ipersensibili che hanno le idee chiare. Sanno cosa fare e come comportarsi. Sanno scegliere le aree in cui vivere e la velocità ideale con cui essere accarezzate. Di loro si può dire tutto tranne che siano indifferenti o apatiche, diversamente non si spiegherebbe l’espressione avere in nervi “a fior di pelle”.
A compensare il senso di tensione e irrequietezza che di tanto avvertiamo, la pelle ospita un altro genere di fibre nervose, le C tattili particolarmente sensibili, che si annidano solo su alcune parti del corpo, quelle che guarda caso ci piace accarezzare e massaggiare.
Attraverso il tatto dunque possiamo attivare circuiti utili in grado di attivare processi ad ampia elaborazione sia emotiva che organica.
LA MANO nella STORIA
La chiromanzia è l’arte che si occupa della lettura divinatoria della mano e si divide in due principali branche: la chirologia, che legge le linee del palmo, e la chirognomia, che studia la forma della mano.
Una mappa topografica composta da monti, croci, stelle, pieghe profonde e diagrammi sottili parte dal polso, si dirama dal palmo della mano e arriva alla cima del polpastrello. Questi enigmatici tratti che disegnano il palmo, nascono e muoiono con noi. Le linee sono create dalle onde cerebrali. Si tratta di una mappa della nostra coscienza. Ogni riga è come un fiume che scorre : più profonda e più ampia è la linea più forti saranno alcune caratteristiche della persona in esame.
Le linee chirologiche si formano nel seno materno e sebbene esistano diverse tipologie di lettura, si individuano solitamente 7 linee della mano.
La linea della VITA, della TESTA, del CUORE, la cintura di VENERE, la linea del SOLE, la linea di MERCURIO e le linea della FORTUNA.
Curiosità: la linea del cuore riguarda i sentimenti e si trova sulla parte superiore del palmo , sotto i monti. La linea della testa riguarda il modo di apprendere, comunicare, l’intelletto ed è situata tra la linea della vita e quella del cuore. La linea della vita indica la vitalità, la salute dell’individuo e solitamente si trova sul bordo della mano, tra pollice e indice. Se linea del cuore e linea della testa coincidono, si ha la cosiddetta linea SIMIANA, che indica la capacità di concentrazione mentale e grande immaginazione.
I monti si chiamano Venere, Marte, Giove, Mercurio, Saturno, Sole e Luna. Altrettanto indelebili anche se molto più tenui sono le creste e le valli che potiamo impresse sui POLPASTRELLI. Le impronte digitali, DERMATOGLIFI, si formano nel feto al settimo mese di gravidanza. Nella Babilonia e nella Cina del VI secolo a.C., le impronte digitali suggellavano alleanze diplomatiche e accordi commerciali: una firma certificata ante litteram, come documentano le tavolette rinvenute in tempi recenti.
Giulio Cesare, Napoleone Bonaparte, Ludwig van Beethoven, Albert Einstein, Raffaello e Gandhi. Ma anche Jimi Hendrix, Barack Obama, Leonardo Da Vinci, John McEnroe, Michel Platini, Kurt Cobain e Aristotele. Personalità diverse, ma “di rottura”, che hanno rivoluzionato le arti, la musica, la politica, la filosofia e lo sport. La loro caratteristica comune? Il fatto di essere mancini. Circa il 10-13% della popolazione mondiale scrive con la mano sinistra, e ad oggi questa “preferenza” è ancora avvolta da un alone di mistero. Nel 2010 Flavio Oliveira, ricercatore dell’università di California a Berkeley, è riuscito a dimostrare attraverso la stimolazione magnetica trans cranica TMS che la corteccia PARIETALE POSTERIORE del cervello ha un ruolo determinante nella decisione di usare a seconda delle necessità, l’una o l’altra mano.
È di qualche decennio fa la scoperta che il mancino deve la sua singolarità alla predominanza dell’emisfero DESTRO del cervello, processo di LATERALIZZAZIONE che nell’uomo corrisponde allo sviluppo del linguaggio, cosa che avviene intorno ai TRE anni e si conclude in circa dodici mesi. Un recente studio dell’università della Ruhr, in Germania, ha determinato che un bambino sceglie la propria mano dominante quando è ancora un feto, e tale scelta non dipenderebbe dal cervello, bensì dall’attività dei geni nel midollo spinale, non ancora collegato alla corteccia cerebrale. I mancini oggi vengono considerati più talentuosi e dotati dei destrimani, nonostante nel corso della storia siano stati vittime di pregiudizi e stereotipi del tutto ingiustificati. Il punto di partenza è il termine mancino in sé, la cui etimologia – mancus in latino significa “storpio”, “minorato”, “mutilato”, “che ha una mano sola” – nasconde un’idea distorta negativamente a sfavore di tutti coloro che non hanno la destra come mano dominante. La diretta conseguenza semantica è che il termine sinistro ha mantenuto pure nella lingua italiana un’accezione negativa, in quanto corrisponde a “ostile”, “funesto”, “sfavorevole” e “maligno”.
Un ruolo fondamentale nella discriminazione che in passato è stata operata ai danni dei mancini lo ha giocato, come spesso avviene in questi casi, la religione. La Bibbia non lascia molti dubbi a riguardo: nel giorno del Giudizio universale, i «giusti» siederanno alla destra di Cristo e gli «empi alla sinistra»; i primi erediteranno il regno, i secondi bruceranno tra le fiamme dell’inferno: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”.
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna.»
(Matteo 25, 31-46)
Innegabilmente la “destra” nella varie culture è sempre stata ritenuta il verso corretto e “giusto” da seguire, poiché – come sottolinea Rik Smits ne L’enigma della mano sinistra – «ciò che conta è l’illusione d’aver compreso il mondo, e quindi di poterlo dominare, non tanto l’idea di averne una descrizione convincente (…) Eppure, attraverso i secoli, questi sistemi simbolici hanno indubbiamente condizionato il nostro modo di vedere il mondo, e continuano a farlo ancor oggi. Essi stanno alla base di norme tradizionali e profondamente radicate. Tutto ciò ha posto grosse difficoltà alle donne, ma anche ai mancini, seppure in misura minore». Nei Paesi musulmani, ad esempio, il lavarsi e il mangiare sono azioni da effettuare solo con la mano destra: il Corano riporta che Maometto la adoperava per fare le abluzioni, considerando la sinistra impura e riservandola dunque alla pulizia delle parti intime.
Eppure, non sono soltanto il cristianesimo e la cultura araba ad avere un tabù contro il lato sinistro e il mancinismo, puntualizza l’autore olandese: «il Giappone, che pure non brilla per flessibilità sociale e tolleranza, è forse l’esempio più eclatante. Lì il mancinismo era del tutto inaccettabile, e ancor oggi lo è sotto vari aspetti. Nei tempi passati, pare che le donne mancine nascondessero la loro “deformità” ai mariti, perché il mancinismo poteva essere motivo di ripudio».
È però in Occidente che il pregiudizio viene pericolosamente estremizzato: «nel mondo giudaico- cristiano il mancinismo ha anche un collegamento diretto con la distinzione tra bene e male, poiché è qui che incontriamo l’inverso di Dio: il Diavolo. Dio somiglia all’uomo, perciò è naturalmente destro come la maggior parte di noi; il Diavolo, invece, è mancino.
Secondo la ricerca Left-handedness common in Ice Age, pubblicata sul magazine scientifico Biology Letters nel 2004, la proporzione dei mancini ai tempi delle glaciazioni pare coincidere con quella dei giorni nostri. Considerando che il mancinismo ha una componente genetica, e dunque subisce gli effetti dell’evoluzione, i ricercatori si sono domandati come mai la media dei mancini sia rimasta costante nei secoli. La risposta è stata che, malgrado il mancinismo sia relativamente raro, l’essere mancini comportava dei vantaggi rispetto ai destrimani, che in età preistorica poteva rivelarsi determinante nei combattimenti.
Nella storia antica, parecchie prove testimoniano che tutte le prime grandi civiltà del mondo – mesopotamica, egiziana, greca e romana – sono state fortemente prevenute verso la mano sinistra. La mano destra degli dei era considerata guaritrice e benefica mentre la sinistra veniva usata
per maledire o infliggere ferite. Gli antichi egizi non di rado raffiguravano i loro nemici come mancini, mentre i “giusti” erano destrorsi. Il pregiudizio affonda le radici nel concetto, vuoi banale, di minorità: in quanto numericamente inferiori rispetto ai destrimani, i mancini erano malvisti e reputati alla stregua di scherzi della natura, appunto perché il loro utilizzo della mano sinistra come dominante risultava un’incomprensibile eccezione. L’usanza di indossare l’anello nuziale sul terzo dito della mano sinistra trasse origine nell’antica Roma dal tentativo di respingere il male ad essa associato, così come la pratica moderna
di stringersi le mani in segno di saluto: solo toccando le destre si poteva dimostrare l’assenza di armi nascoste.
La Cina antica, invece, la pensava diversamente in merito a sinistra e a destra, in particolare per quanto riguarda la dicotomia cinese di Yin e Yang. Lo Yin era associato alla femminilità, alla sottomissione, al sangue e alla terra, ma anche al lato destro; lo Yang alla mascolinità, alla leadership, alla luce, al sole e – sorpresa – alla parte sinistra. Malgrado ciò, la Cina moderna diventerà poi uno dei protettori più espliciti del dominio dei destrimani. Proseguendo nei secoli, ci si potrebbe aspettare che durante il Medioevo, in pieno periodo di caccia alle streghe, i mancini rientrassero tra i perseguitati. In realtà, pur rimanendo malvisti, vennero ignorati persino da quella Chiesa che tanto li adocchiava con sospetto.
Probabilmente erano troppi nella popolazione per poterli perseguitare, e ancor più probabilmente alla Chiesa non portava alcun vantaggio il perseguitare una parte di popolazione tra cui rientravano anche personaggi di spicco. Nonostante le limitate riforme dell’età dell’Illuminismo, il XVIII e il XIX secolo furono particolarmente duri per i mancini e la discriminazione contro di loro divenne incisiva e istituzionalizzata. Anche nelle società relativamente libere del Nord America e dell’Europa occidentale, tentativi intenzionali e talvolta brutali di sopprimere il mancato destrismo e imporre la conformità nel sistema educativo erano endemici, comprese pratiche come legare la mano sinistra di un bambino dietro la sedia o punizioni corporali per chiunque venisse sorpreso a scrivere con la mano sinistra.
Il famigerato e influente medico del XIX secolo Cesare Lombroso, che identificava varie caratteristiche facciali e razziali con tratti criminali, quando rivolse la sua attenzione alle mani immancabilmente associò il mancinismo a un comportamento patologico, selvaggio e delinquenziale. Alcuni decenni dopo, lo psicanalista americano Abram Blau arrivava a considerare il mancinismo un difetto ereditario, ritenendolo un’aberrazione dovuta alla negazione del proprio patrimonio genetico. Da adulti, affermava Blau, i mancini diventavano testardi, ribelli, rigidi e per qualche strano motivo ossessionati dalla pulizia. Nello stesso periodo, l’influente psicologo britannico dell’educazione Cyril Burt descriveva i mancini come “testardi e ostinati”, oltre che “sgraziati” e “goffi”. Parecchi intellettuali e psichiatri – professando a una sorta di “razzismo pseudo-scientifico” – fino al secondo dopoguerra hanno ricercato prove che documentassero l’inferiorità mentale e comportamentale dei mancini al punto che, in un trattato di psichiatria della prima metà del secolo scorso, si ipotizzava che il mancinismo predisponesse alla schizofrenia.
Solo recentemente – negli anni ’70 del Novecento – è stata dimostrata l’innocuità del mancinismo ed è caduto l’ostracismo verso coloro che hanno la sinistra come mano dominante. L’iniziatore del nuovo movimento di educazione progressista fu il filosofo e pedagogista statunitense John Dewey, che, supportato da studi condotti su base scientifica, si fece promotore di una rinnovata tolleranza verso le differenze individuali e la non conformità.
METTERE LA MANO SUL FUOCO
La storia ci riporta anche leggende legate a questo. Muzio Cordio nel 508 a.C., al tempo in cui gli etruschi tenevano in scacco Roma, tentò di uccidere Porsenna, comandante dell’esercito nemico, senza riuscirvi. Decise pertanto di autopunirsi poggiando la mano destra sul braciere ardente, fino ad incendiarla. Da allora il nobile Cordio fu chiamato Scevola. Muzio Scevola,il Mancino. Curioso come molti mancini, considerati dai loro contemporanei soggetti anomali, siano diventati celebri.
Solo nel campo dell’Arte, si va da Leonardo da Vinci, a Paul Klee, da Maurice Escher a Raoul Dufy. Ci sono poi gli ambidestri come Heinrich Fussli e Albrecht Durer, o i mancini presunti a cui non si accenna in alcun documento e di cui fanno fede le tracce lasciate dagli artisti nelle loro opere, come la direzione inversa di alcune ombreggiature, dall’alto in basso, da sinistra verso destra, scoperte per esempio nei dipinti di Michelangelo. Non mancano nemmeno le calunnie con l’intento di diffamare l’artista di turno per farlo credere indemoniato, come accadde a Ludwig van Beethoven, definito spregiativamente mancino dai suoi contemporanei, in realtà affetto da scoordinamento manuale e sordità.
Agli inizi del ‘900 , la vita di un musicista fu sconvolta da una tragica invalidità: la vicenda si aprì con una “variazione su tema”, come si addice ad un brano musicale che si rispetti .
Questa volta è il pianista austriaco Paul Wittgenstein perder il braccio destro nel 1915, sul fronte russo, all’avvio della Grande Guerra . Al suo rientro a casa, la forza della disperazione gli fece sviluppare una speciale tecnica per irrobustire la mano sinistra, abilità che gli consentì di suonare parte del repertorio come se avuto entrambi le mani.
Strauss, Prokoviev, Britten e molti altri adattarono alcune delle loro composizioni apposta per lui. Nel 1931 Ravel compose per Wittgenstein il Concerto per mano sinistra, per pianoforte e orchestra. Wittgenstein fondò, dopo numerosi concerti su palcoscenici americani, a New York, la “scuola per la mano sinistra”.