4 Maggio 2022
“D’in sul verone del mio paterno ostello
Sentivo con la dolce brezza primaverile
arrivare la prima fregola dell’età giovanile
mirando del mio feudo il placido paesello.
Una bella mente ma d’aspetto deludente
che l’esser un Conte non conta più niente
dopo che ad un lontano Reuccio supponente
staccarono la regale testa come fosse niente!”
Così pensava mirando il borgo ov’era “tutto”
Ieri mentre Oggi era soltanto un farabutto
tanto che se non usava grande prudenza
della scorta per uscir non poteva far senza
e fine del ius primae noctis anche se brutto
così le ragazze del paese l’evitano del tutto
poiché il nobile padrone, pensoso e voglioso
è diventato per le vezzose quasi un lebbroso.
Nobile codino, com’era d’uso in campagna,
mai temeva di restare senza una compagna
così tutte quelle nuove idee rivoluzionarie
avevano fregato le sue vecchie reazionarie,
come si evince dalle sue poesie pessimiste
di chi perde tutto quello che per Lui esiste!
Sbottò: sia maledetta questa Rivoluzione
che cambia la mia mondana previsione
per cui, Contino, ti dico di questa nobiltà
Che me faccio senza i privilegi che ti dà?
E si! questo passero solitario ben mi sta!