31 Marzo 2022
Siamo sempre stati abituati a considerare prioritaria la nostra salute fisica, ma la salute mentale?
Nella medicina moderna il concetto di salute ha assunto un significato sempre più ampio e dinamico, tanto che oggi quando si parla di salute si fa riferimento ad uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non mera assenza di malattia (OMS, 1946).
Ma bisogna ammettere che la salute mentale è spesso stata trascurata, e in un periodo storico così difficile come quello che viviamo oggi, dopo due anni di pandemia e ora una guerra, è sempre più chiaro che il conto da pagare è assai salato.
Forte è l’attenzione al tema.
Sempre più spesso sentiamo parlare di sintomi depressivi, ansia, angoscia, malinconia e burnout, ma nonostante ciò, il 2022 si è aperto con la mancata introduzione del Bonus Psicologo nella Legge di Bilancio.
- Dalla Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF): 1 adolescente su 4 ha sintomi clinici di depressione, 1 su 5 mostra segni di disturbo d’ansia.
- Sono esplosi i disturbi del comportamento alimentare: solo per l’anoressia un +28% di richieste di aiuto.
- Il 27,5% di chi aveva intenzione di iniziare un percorso psicoterapeutico ha rinunciato per motivi economici.
Il budget richiesto era di 50 milioni di euro, ma non ha trovato spazio, per cui ora lo sguardo è rivolto alle Regioni.
Chi è lo Psicologo di base?
Per rispondere a questa domanda occorre partire da alcune proposte di legge nazionali e regionali, guardando in particolar modo all’esempio della Campania.
Prima di tutto, quando si parla di Psicologo di basesi intende quel professionista che collabora con il medico di medicina generale, che si fa carico dei problemi psichici dei pazienti e delle loro famiglie offrendo un’assistenza psicologica primaria per poi, qualora servisse, reindirizzare la persona verso specialisti più qualificati.
Questo professionista lavora all’interno del medesimo ambulatorio del medico di famiglia, il suo ruolo è strategico perché partecipando alle visite dei pazienti ha la possibilità di individuare sintomi psichici di lieve o media entità o sintomi fisici i quali, a seguito di idonei accertamenti diagnostici e clinici, non risultino ascrivibili a patologie organiche producendo somatizzazione di ansia e stati depressivi.
Lo scopo
Lo scopo è quello di garantire un primo livello di servizi di cure psicologiche nella medicina di base, che sia di qualità, accessibile, efficace, economicamente efficiente ed integrato con gli altri servizi sanitari e socio-sanitari.
Per questi motivi, unire nello stesso ambito le risposte ai bisogni fisici e relazionali dei pazienti consente di intercettare rapidamente e con miglior efficacia i disagi emotivi, incentiva il lavoro di prevenzione e di comunicazione tra servizi, migliora la comunicazione tra professionisti e riduce anche la spesa farmaceutica e l’eccessiva prescrizione di esami.
Il fine è quello di intervenire precocemente per limitare o eliminare il disagio psicologico dell’individuo.
Possiamo sintetizzare il tutto utilizzando l’espressione preferita dei più prudenti: “Prevenire è meglio che curare”.
La situazione in Italia
In Italia si parla di Psicologia delle cure primarie almeno dal 2010, anno in cui è arrivata la prima proposta di legge. L’anno successivo è intervenuta anche la Sipap (Società Italiana Psicologi Area Professionale) la quale ha presentato un testo più completo, ma ben presto la proposta è finita nel dimenticatoio a seguito dell’avvento della XVI legislatura con il governo Letta e la Legge di pareggio in Bilancio.
Da qui, però, le Regioni hanno iniziato a muovere i primi passi, istituendo il ruolo dello Psicologo del territorio all’interno dell’offerta dei servizi sociali, compiendo così un primo grande passo verso l’acquisizione della consapevolezza del ruolo che lo Psicologo può rivestire nel promuovere il benessere della cittadinanza e nella prevenzione del disagio.
Successivamente nel 2017, la consulenza psicologica è entrata a far parte dei LEA, i livelli essenziali di assistenza che il sistema sanitario nazionale deve garantire a tutti in forma gratuita.
Anche il famoso Decreto Calabria del 2019 ha prestato attenzione alla figura dello Psicologo di base e ne ha previsto la presenza proprio nello studio del medico di famiglia. Ma la prima Regione a prendere una decisione definitiva in proposito è stata la Campania che, nel luglio 2020, ha deciso di istituire questa figura all’interno di tutte le ASL.
Nel Lazio, alla mancata introduzione del Bonus Psicologo nella Legge di Bilancio 2022, la Regione, ha risposto stanziando 2,5 milioni per garantire l’accesso alle cure per la salute mentale, un fondo rivolto in primo luogo proprio ai giovani e alle fasce più fragili. La Regione metterà a disposizione dei voucher da utilizzare nelle strutture pubbliche coinvolgendo la rete degli psicologi e degli psichiatri. Nicola Zingaretti, il presidente della Regione, vuole investire sul futuro delle nuove generazioni, provando a mettere un freno all’aumento dei disturbi psicologici provocati dalla pandemia.
In Lombardia invece, il 18 gennaio 2022, il Consiglio regionale ha approvato la mozione presentata da Niccolò Carretta, che prevede l’estensione dello Psicologo di base a tutti i residenti della Regione. Questa figura sarà inserita nell’ambito dei servizi offerti dalla sanità pubblica regionale, in primis all’interno delle Case della Comunità previste dal PNRR.
L’esempio della Campania
La Campania è la prima Regione italiana a istituire la figura dello Psicologo di base.
Il 3 agosto 2020 il Consiglio regionale locale ha istituito la professione con la legge regionale n. 35, contro la quale il Governo ha poi presentato un ricorso di fronte alla Corte Costituzionale in quanto avrebbe violato l’articolo 117 della Costituzione, “invadendo la competenza legislativa esclusiva statale in materia di ordinamento civile”. La Corte Costituzionale però, con la sentenza n. 241 del 2021, ha bocciato il ricorso, sostenendo che “la regolamentazione di tale disciplina non presenta alcun collegamento con la materia dell’ordinamento civile”. Per cui, per la Corte Costituzionale il servizio istituito dalla Campania non viola la Carta.
Grazie a questa pronuncia, qualsiasi Regione potrà decidere di istituire un servizio di Psicologia delle cure primarie nelle proprie aziende sanitarie da affiancare a quello di medicina generale, prendendo come riferimento l’esempio campano.
Il disegno di legge nazionale sullo Psicologo di base
Ad oggi, in Italia, ancora non esiste una legge nazionale che istituisce la figura dello Psicologo di base, tuttavia in Senato c’è il disegno di legge n.1827 del settembre 2020, cioè una proposta legislativa, avanzata dalla senatrice Boldrini, che istituisce un servizio di psicologia di cure primarie, strutturato a livello di distretto in ogni azienda sanitaria.
Il Disegno di Legge si presenta diviso in 3 articoli:
Art. 1: Il primo articolo circoscrive in modo dettagliato il tipo di prestazioni che il Servizio dovrà attuare:
Art. 2: Il secondo articolo descrive con precisione le aree di intervento e le attività di competenza.
Art. 3: Nel terzo articolo, viene indicata la provenienza del personale che lavorerà all’interno di questi Servizi.
È ormai sempre più evidente la necessità per ascolto e sostegno psicologico, di apparire come qualcosa previsto non solo per una categoria particolare di persone, ma come un sostegno reale e concreto per tutti e tutte, come si urla a gran voce in tante piazze d’Italia.