4 Marzo 2022
L’obesità rappresenta, oggi, uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale. Essa incide in maniera decisa sulla durata della vita perché si accompagna spesso a una numerosa serie di comorbidità, cioè una sovrapposizione e influenza reciproca di più patologie connesse fra di loro, tra le quali: diabete, ipertensione, dislipidemia, malattie cardio e cerebrovascolari, tumori, disabilità. In Italia circa 4 bambini su 10 sono sovrappeso o obesi e quindi a rischio di sviluppare ora e nel futuro malattie non trasmissibili come ad esempio cancro, diabete, malattie autoimmuni.
Secondo le proiezioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, se non si inverte la rotta urgentemente nel 2030 avremo quasi un raddoppio dell’obesità che sommata al sovrappeso costituirà circa il 70% della popolazione globale. Ad oggi, i decessi attribuibili direttamente all’obesità sono circa 3 milioni all’anno nel mondo, rappresentando, obesità e sovrappeso, il quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale e si tenga presente che un obeso grave riduce la propria aspettativa di vita di circa 10 anni e ne passa ben venti in condizioni di disabilità.
La situazione italiana, in materia di alimentazione, è particolarmente preoccupante. Circa 4 bambini su 10 in Italia sono sovrappeso o obesi e quindi a rischio di sviluppare ora e nel futuro malattie non trasmissibili come ad esempio cancro, diabete, malattie autoimmuni. Il problema, chiaramente, non riguarda solo i ragazzi, poiché, se guardiamo i dati relativi alla situazione a livello mondiale, circa il 39% della popolazione adulta è in sovrappeso o obesa. Dai dati ISTAT emerge che in Italia il 46% degli adulti è in sovrappeso, mentre 1 persona su 10 è obesa.
Oggi si celebra il World Obesity Day 2022 e Fondazione Valter Longo specializzata nell’attività di ricerca e cura, in relazione alle problematiche legate all’alimentazione, è costantemente impegnata per evitare il protrarsi di tale primato favorendo un’adeguata educazione alimentare anche da un punto di vista terapeutico.
Dall’assistenza sanitaria in ambito nutrizionale svolta presso la Fondazione Valter Longo emerge che i pazienti obesi che seguono una dieta della longevità (alimentazione ricca di cereali integrali, verdura e basse quantità di grassi cattivi, cereali raffinati, dolci e carne rossa) con regolarità, per almeno sei mesi, possono perdere peso in eccesso e grasso viscerale, diminuendo il rischio per malattie cardiovascolari.
Secondo i dati raccolti dal team nutrizione della Fondazione Valter Longo sui propri pazienti, la perdita di peso che si ottiene nella popolazione di pazienti obesi grazie alla dieta della longevità può arrivare anche a -14 kg nell’arco di 6 mesi.
“La Fondazione Valter Longo è in prima fila per creare consapevolezza su tutti i rischi derivanti da un’errata alimentazione e il World Obesity Day 2022 rappresenta l’occasione per promuovere una rinnovata alfabetizzazione sanitaria della comunità utile a risolvere il problema dell’obesità alla base, cosi da stimolare un ambiente volto alla prevenzione e al mantenimento del bene salute attraverso l’adozione di stili di vita salutari e scelte alimentari adeguate sin dall’infanzia” spiega Antonluca Matarazzo, Amministratore Delegato della Fondazione Valter Longo Onlus che aggiunge: “Una integrazione fra sistema sanitario pubblico e quello costruito dalle realtà del terzo settore, che andrebbe riconosciuto come parte di una complessiva offerta pubblica, sarebbe un passaggio auspicabile e necessario per agevolare l’impatto immediato di interventi realmente risolutivi”.
I lockdown e la situazione straordinaria della pandemia hanno favorito l’impennata del tasso di sovrappeso e obesità a livello globale, derivanti da maggiore sedentarietà e abitudini alimentari peggiorate. “Queste errate abitudini alimentari predispongono a infiammazione, peggioramento del sistema immunitario e della flora intestinale, con conseguente alterazione delle vie che controllano il senso di fame e sazietà”, spiega la Dott.ssa Romina Inés Cervigni, responsabile scientifica della Fondazione.
La chiave di volta è legata soprattutto all’educazione alimentare, che deve essere condotta già a casa, grazie all’esempio dei genitori, ma anche a scuola.