1 Marzo 2022
di Daniela Di Renzo
Nel contesto italiano, caratterizzato da bassi livelli di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro in particolare nelle STEM, e da differenze di retribuzione a sfavore delle stesse, la promozione e il sostegno alle pari opportunità diventano essenziali. È necessario creare i presupposti per cambiare la visione del contributo che le donne possono dare alla società, e per farlo occorre educare a una cittadinanza attiva e partecipativa sui temi della parità di genere. Club Medici, riconoscendo un grande peso a tali premesse, ha deciso di sostenere, all’interno del progetto Cultura è Salute, l’iniziativa STORIE DI DONNE DI STORIA, un progetto pilota nato con lo scopo di realizzare un’enciclopedia video-musicale sulle donne di storia che hanno contribuito all’evoluzione delle società in ambito medico, e più in generale in ambito scientifico.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare, in particolare le giovani generazioni, sul contributo che le donne hanno dato alla storia in ambito scientifico e sociale, fornire strumenti per combattere gli stereotipi di genere per favorire l’accesso nel mondo del lavoro. Come descritto chiaramente nell’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 “Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze”, e in particolare il punto 5.1: “Porre fine a ogni forma di discriminazione nei confronti di tutte le donne”, bisogna intervenire per fornire delle chiavi di lettura che permettano una equa distribuzione dei diritti per prevenire le forme di odio e discriminazione. Sappiamo bene, basta guardarci alle spalle, che le donne hanno sempre avuto un ruolo importante nella nostra Storia. Ma anche come questo ruolo sia stato spesso messo in secondo piano rispetto a quello degli uomini che da sempre hanno in mano le chiavi del potere così come i meccanismi che orientano la cultura. Ma poi sappiamo che, anche nelle situazioni più difficili, gli esseri umani trovano nella passione verso la vita e la libertà la forza di lottare anche fino all’ultimo respiro. Un insegnamento, un invito, un’incitazione, una speranza. Protagonisti di tutto questo sono spesso donne fuori dall’ordinario, ma anche donne che hanno saputo concepire il loro impegno e le loro azioni come qualcosa che sta assolutamente nell’ordine delle cose. Le accomuna la passione, la necessità impellente di agire per il bene comune. Noi vogliamo occuparci di loro, di donne che hanno lasciato il segno, protagoniste di vicende che, guardandole oggi, hanno segnato i tempi, hanno ridisegnato “l’altra metà del cielo” e ci hanno portato a quello che stiamo vivendo in questa delicata fase sociale. E così provare a trarre dalla storia l’insegnamento più importante: comprendere il passato sempre guardando al futuro, coinvolgendo le giovani generazioni, ma anche adulti che perdono sempre di più l’orientamento e l’attenzione verso la memoria.
La prima protagonista scelta per questo progetto, che ci auspichiamo possa vedere presto uno sviluppo e una diffusione capillare, è Maria Tecla Artemisia Montessori, (Chiaravalle, 31 agosto 1870 – Noordwijk, 6 maggio 1952). Educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia. Siamo andati a rintracciare la sua storia partendo proprio dal luogo che le ha dato i natali. La base della visione scientifica di una donna che ha cambiato la Storia è nella la “scoperta del bambino” attraverso l’osservazione diretta, la constatazione di come ognuno abbia le stesse potenzialità, un “Metodo di pedagogia scientifica” che diventa un modello di educazione, una visione che ha uno sguardo profondo, lontano, una prospettiva che oggi può sembraci lontana, ma che contiene ancora risposte più che valide a problemi ancora sul tappeto.
“Una delle più grandi lezioni che porterò dentro di me fino all’ultimo giorno è quella che io chiamo la lezione del silenzio. Una volta arrivai con una neonata in fasce ad una casa dei bambini, mi sedetti solennemente su una sedia alta e dissi “vi ho portato una maestrina. Una maestrina sì perchè nessuna sa stare più ferma di lei. E nessuna è più silenziosa di lei. “I bambini sentirono subito la superiorità della maestrina e, imitandola, si misero fermi fermi con le gambe e in silenzio. “ma se ascoltate bene sentirete che non è proprio un silenzio, si ode il suo respiro… ascoltate com’è delicato…” Alcuni tendono l’orecchio verso la piccina, alcuni si alzano sulla punta dei piedi per guardarla meglio, altri ascoltano il proprio di respiro. Non avevano mai pensato che il silenzio dei piccoli è di gran lunga più profondo di quello dei grandi. In quel momento l’aria si è fatta colorata del loro stupore e così passammo un tempo imprecisato insieme a rimirare la poesia silenziosa di quella vita umana che si rinnova”. Osservare, ascoltare, comprendere. Azioni guida che hanno accompagnato da sempre la sua ricerca, come si evince da questo breve e meravigliosamente poetico racconto.
“Posso vedere con le mie mani!”, diranno i bambini. Per Maria Montessori la mano è “l’organo dell’intelligenza”, è lo strumento che realizza la percezione, la rende reale per essere assimilata come esperienza che verrà interiorizzata. Si tratta di educare alla sensorialità, è questa l’esperienza dell’esistere dentro quella enorme stanza che per il bambino è il mondo. Ma quale valore ha lo sviluppo della sensorialità tattile nell’epoca della pandemia? I bambini sono costantemente invitati a mantenere le “distanze di sicurezza” dagli oggetti, dai compagni. Dove va a finire dunque la competenza che Maria Montessori sviluppa nel suo metodo attraverso quello che lei definiva organo dell’intelligenza? E quali caratteristiche avrà in futuro la relazione se non verrà dato sufficiente spazio allo sviluppo del tatto? “Osservo il bambino, vedo da cosa è attratto e lo incoraggio ad andare verso l’oggetto del suo interesse”. Questo è l’approccio alla felicità di Maria Montessori. Incoraggiare il bambino verso ciò per cui è nato, incoraggiare a fare ciò che gli riesce meglio. Se si riesce a far fiorire ciò per cui si è nati, se davvero si diventa se stessi, al di là dei modelli che si vogliono imitare e dai quali non si può prescindere per diventare grandi, si raggiunge sicuramente la felicità e lo sviluppo di un senso critico rispetto a ciò che ci circonda. “Vola solo chi osa farlo” diceva Luis Sepùlveda, allo stesso modo Montessori infonde il coraggio e il senso della responsabilità di tentare il volo. “Ogni sera prego, a mia maniera per la realizzazione di una società e una scuola dove i piccoli siano pienamente trattati da persone e dove i maestri siano capaci di stimolare la vita lasciandola, però, sempre libera di svilupparsi”.
Una testimonianza che riporta l’attenzione sulla tematica molto attuale delle lauree STEM per le donne, ambiti in cui i risultati sono eccellenti ma i numeri delle donne che scelgono gli ambiti scientifici sono molto esigui. Ancora una volta si dimostra come gli stereotipi incidano anche sulla scelta della professione e del futuro delle donne.
Un progetto questo, che ci permette di entrare nella dimensione emotiva delle donne che hanno fatto la storia andando oltre la biografia, oltre il senso collettivo per entrare nella dimensione più squisitamente soggettiva, per restituire e diffondere uno sguardo umano su chi ha segnato profondamente il nostro presente per affrontare con maggior forza il futuro.