14 Febbraio 2022
Di Giuseppe Varlaro, medico ospedaliero (ora in pensione) presso asl 1 ss. annunziata Taranto
Laureatomi nel ’78, ho svolto la mia attività di ortopedico ospedaliero sino al 2018, anno in cui sono andato in pensione, con la qualifica di direttore di struttura semplice.
In tutto questo tempo ho visto i grandi cambiamenti nella Sanità e vorrei porre l’attenzione proprio su alcuni di questi. Dopo mani pulite il lungo periodo di equilibrio, senza infamia e senza lode, tipico dei Governi della DC, si interruppe. Dal governo Ciampi, che venne nel 1993, notai un cambiamento marcato nella Sanità. Lavoravo all’epoca presso la prima ortopedia di Pordenone. Precisamente dopo l’avvento dell’Azienda Ospedaliera sul territorio Nazionale nel 1992 notai un cambiamento – neanche tanto lento – nella maniera di amministrare.
Il Paziente passò alla nuova denominazione di utente, facendo capire la svolta privatistica, da ospedale a stabilimento ospedaliero. Ma quello che voglio sottolineare è il passaggio che c’è stato dal mondo dei baroni a quello della politica. Penso che il detto “si stava meglio, quando si stava peggio“, non corrisponde ad un’eresia. Nei concorsi cosiddetti “pubblici” gli allora baroni che facevano il buono ed il cattivo tempo nel gestire i primariati, non avevano il coraggio di mettere un incompetente, anche se super raccomandato e lecchino, nel posto di un primario con gravi incombenze. Se ignorante, la brutta figura da parte del barone era certa. I papabili in un posto di responsabilità si conoscevano tutti non solo nella persona, ma anche nelle capacità lavorative.
Con l’entrata a gamba tesa della politica i direttori di struttura, semplice o complessa, sono stati scelti da personaggi senza arte ne parte nella Sanità, confidanti nelle varie voci messe ad arte da speculatori trainati dalle case farmaceutiche che rappresentavano. Questo ha creato a mio parere un aumento dei costi sanitari, almeno sino a quando non si è cercato di calmierare i prezzi. Hanno primeggiato interessi politici di varia natura, per assicurarsi un serbatoio di voti ma anche per poter avere in mano degli yes-man, pronti a tutto pur di conservare il primariato o di salire nella scala gerarchica.
Ho richiamato molti politici su questo argomento sbattendo fortemente contro il solito “muro di gomma” che questi sanno costruire molto bene, per non essere infastiditi dagli inermi cittadini ed i medici “peones”.
Per cui grido ad altissima voce: VIA LA POLITICA DALLA SANITÀ!