9 Dicembre 2021
Non mi ritengo un tracagnotto, un rompiballe o un bigotto, se vi dico che da vari anni, tanto che non sto più nei miei panni, il Natale lo stan cambiando, non più il dì venerando della nascita del Bambinello sostituendolo, questo è bello! con la figura di un omaccione, per di più con un pancione, e vecchio, goffo, assai grosso, con un vestito tutto rosso, che fa fatiga a camminare, tanto che su una slitta deve andare. Il perché è presto detto: Gesù Bambino è un poveretto, non ha un sacco con tanti doni, né un altro con i panettoni, ma è nato in una vecchia stalla nudo, con niente sulla spalla; l’altro invece, quello rosso, tutta pancia e barba indosso, è nato ricco e ben vestito, con regali, slitta e anelli al dito. Eppure la festa non è la sua. Ma se provi, com’or, a dir la tua, la gente ti dirà che sei malato, e che il cervello hai bacato: tutti sanno che a natale arriva solo Babbo Natale e che la storia del Bambinello è una leggenda di un tempo bello, ormai passato come tradizione e divenuto un pezzo da pensione. Non si scrive più la letterina a Gesù Bambino la sera prima, | della sua venuta al mondo, con grafia a tutto tondo. Le letterine ,oggi si sa vanno scritte a quel papà, rosso e grasso ,col barbone, e la slitta per carrozzone. E’ perciò che questa festa oggi è fatta con la testa di chi vuol fare tanti soldi da riempire tasche senza fondi, con festoni e gran regali e mille luci sui portali, tappezzando strade e vicoli con addobbi belli, a volte ridicoli. Che volete, oggi questo è il natale, e a pensarci ti fa male, senza culla col Bambinello, senza il bue, nè l’asinello, né Giuseppe, nè Maria, né la cometa con la scia. Son sicuro tuttavia, convinzione solo mia, che lassù qualcun ci darà, una strigliata che farà annichilire ogni uomo, per ricondurlo buono buono ai valori tradizionali, quelli veri e non venali, di un Natale Santo e poverello, con la capanna e il Bambinello, magari sotto l’alberello , per riportarlo al tempo bello! (di Gian Piero Sbaraglia) |