Covid

Vaccini ed infertilità, cosa c’è da sapere
di CLAUDIO MANNA

18 Settembre 2024

Intervistiamo il Professore Claudio Manna, Direttore del Centro Studi Genesis, per far chiarezza su uno dei temi più dibattuti degli ultimi tempi. 

Le chiediamo innanzitutto una breve introduzione alla sua attività: di cosa si occupa? In cosa è specializzato il Centro Studi Genesis da lei diretto?

Sono il direttore del centro Biofertility di Medicina della Riproduzione che si occupa di infertilità e comprende al suo interno un centro di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Mi occupo di infertilità da 35 anni ed il centro Biofertility è iscritto al Registro della PMA presso l’Istituto Superiore di Sanità dal 1997. Abbiamo sviluppato ed applichiamo modalità relazionali empatiche con la coppia infertile in modo da favorire al massimo l’alleanza terapeutica con l’equipe e favorire i risultati finali. 

Quali sono le novità scientifiche più rilevanti nella sua area di competenza, che vale la pena far conoscere anche ai suoi colleghi?

Le maggiori novità scientifiche che noi adottiamo e che sono in parte ancora in fase di ricerca riguardano l’uso di farmaci innovativi e l’adozione di condizioni biologiche di coltura embrionale molto performanti. Questi si adattano al trattamento dei casi più difficili di PMA soprattutto nelle donne di età superiori ai 40 anni e con pregressi fallimenti perché consentono una personalizzazione estrema delle terapie (Medicina di precisione). Inoltre la ricerca si sta concentrando sull’uso dell’Intelligenza Artificiale per la valutazione della qualità embrionale e di altri parametri medici e biologici appartenenti alle coppie. Siamo stati tra i primi ad occuparcene e stiamo   implementando queste tecniche anche per il riconoscimento della qualità ovocitaria, degli spermatozoi e degli embrioni allo scopo di migliorare i risultati delle tecniche e selezionare gli ovociti invece degli embrioni anche per ragioni etiche

Spesso si fa fatica a districarsi in un settore che, per usare una sua espressione, “corre alla velocità della luce”. In che modo il progresso e la scienza hanno consentito di sviluppare nuovi modelli di cura e d’intervento altamente performanti?

Come tanti settori della medicina l’evoluzione tecnologica è rapida ma ci sono alcuni progressi che hanno segnato una svolta nella storia di questo settore come la tecnica ICSI che consente a quasi tutti gli uomini con problemi anche gravi di infertilità di fecondare gli ovociti:

Noi, però, dobbiamo saper distinguere i veri progressi da quelli apparenti che poi nel tempo non si dimostrano davvero tali. Di questi cercherò di spiegarne le ragioni in prossime occasioni.

Veniamo ad un tema di grande attualità. Gravidanza o cure per l’infertilità: esistono dei rischi legati al vaccino anti-Covid? Come comportarsi prima di sottoporsi alla prima dose?

Secondo le evidenze più recenti non esistono rischi legati al vaccino anti-covid né in gravidanza né per il sistema riproduttivo in particolare per quelle coppie che cercano un figlio. Studi specifici hanno accertato che il vaccino non influisce sulle caratteristiche degli spermatozoi e che non ci sono differenze nei risultati della PMA tra chi aveva eseguito la vaccinazione e chi non l’aveva effettuata. In questo senso si era anche recentemente espresso il Center for Disease Control del Governo americano

Dunque, insistendo sul tema, vaccino sì o no per chi sta cercando una gravidanza con la fecondazione assistita?

Con le premesse di cui sopra assolutamente vaccino SI per chi sta cercando una gravidanza con la Fecondazione Assistita.

Vaccino mRNA e fertilità maschile: cosa bisogna sapere?

Nessuna influenza dei vaccini a mRNA sulla fertilità maschile secondo specifici studi (Gonzales et al. JAMA online June 17, 2021). Qualche esperienza di riduzione del numero o motilità degli spermatozoi può essere collegata a modesti sati febbrili post vaccinali in alcuni casi ma non come conseguenza diretta dei vaccini

Per quanto riguarda le donne, infine, contrarre il COVID-19 o vaccinarsi può avere diverse conseguenze negative, alterando la fertilità?

Per l’influenza del COVID-19 sulla fertilità femminile è ancora presto esprimersi con certezza ma non ci sorprenderebbe un’azione negativa del virus perché è noto che esso ha come target i recettori ACE2 largamente rappresentati nelle ovaie, utero, placenta. In vista di ciò il vaccino può rappresentare una forma di prevenzione anche per eventuali danni a carico del sistema riproduttivo femminile. Stesso discorso può riferirsi alla fertilità maschile dove, anzi, sono state dimostrate riduzioni sia del testosterone che dei parametri seminali in soggetti affetti da COVID-19.