Covid

PAP-ART,
quando le CELLULE
diventano ARTE
di VITTORIA LOMBARDO CARTESIO

18 Settembre 2024

La dott. Vittoria Lombardo Cartesio è citopatologo e storico della medicina. Sin dal 1990 lavora nell’ambito della prevenzione della malattia oncologica. Esperta di lettura computer assistita al Focal Point, è socia GISCI (Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma) ed ha contribuito alla nascita di progetti socio sanitari con paesi in via di sviluppo nell’ambito della associazione “La Ruota Internazionale” favorendo la prevenzione in loco, con la formazione del personale sanitario e la consulenza citologica on line.

Oggi, anche a seguito della pandemia, che ha portato ad una drastica riduzione degli esami preventivi e dei successivi controlli, ha deciso di rafforzare la sua storica battaglia per avvicinare la popolazione alla prevenzione, associando al lavoro razionale e scientifico la sua antica passione per l’Arte.
Nasce così il progetto “Victoria’s cells”: attraverso un linguaggio semplice e affascinante in cui emergono analogie evocative tra il mondo cellulare e quello reale, Vittoria Lombardo riesce a rappresentare una patologia spesso aggressiva, in modo chiaro, avvicinandosi ai non addetti ai lavori e restituendoci, attraverso le sue opere, un originale inno alla prevenzione, secondo lei, l’unica arma che attraverso lo studio delle cellule, porta alla vittoria sulla malattia!

Ecco quanto la Dott.ssa Lombardo Cartesio ha scritto alla Redazione de La Voce dei Medici

LA PREMESSA

La comunità scientifica è concorde nel sancire che l’epidemia da COVID-19 ha avuto molti “effetti collaterali” imprevisti. I pazienti, impauriti, hanno disertato le strutture sanitarie, molti esami preventivi ed i successivi controlli non sono stati effettuati, determinando una drastica impennata epidemiologica delle patologie no Covid.

La campagna di vaccinazione anti COVID-19 è stata uno spartiacque. La riduzione dei ricoveri per la nuova infezione virale ha consentito la riattivazione di tutti i percorsi di prevenzione sanitaria territoriale interrompendo il grave vuoto temporale e ponendo rimedio ai danni, ove possibile.

I programmi LEA degli screening nazionali, cervicovaginale, mammario e colon-retto sono l’offerta sanitaria gratuita a favore della prevenzione e contribuiscono al contenimento della spesa sanitaria per le cure delle patologie oncologiche. In questo biennio di emergenza Covid le adesioni agli screening sono notevolmente diminuite. Si calcola che siano stati rimandati 1,5 milioni di esami di controllo e che anche la vaccinazione contro l’Hpv, abbia subito un notevole rallentamento. Le statistiche evidenziano un deciso aumento delle malattie sessualmente trasmesse, che in un’epoca nella quale l’accesso all’informazione è notevolmente rapido e facilitato, si rivela un controsenso, soprattutto per i giovani che vivono di social media. L’abbassamento dell’età di inizio dell’attività sessuale, la promiscuità, l’utilizzo di droghe, rappresentano, da anni, cause concomitanti di implemento del tasso di MST.

Esiste il vaccino in grado di contrastare l’infezione da HPV e quindi scongiurare una lesione ad alto rischio, ma è ancora poco o non adeguatamente conosciuto. Le periodiche, quanto astratte, campagne NO VAX, i messaggi deviati delle fake news, allontanano i potenziali utenti dalla prevenzione. Malgrado l’offerta vaccinale gratuita per ragazze e ragazzi dal 12° anno d’età, pregiudizi ed ignoranza contribuiscono a mantenere una distanza notevole tra i risultati reali e quelli previsti.

La ricerca procede con lentezza, soffre per la cronica carenza di fondi, la medicina scolastica e l’informazione diretta, attraverso i pediatri e i medici di base, contribuirebbe ad intensificare l’informazione nei giovani utenti e spiegare, in maniera semplice, la grande risorsa che gli viene offerta, per debellare una infezione virale che potrebbe diventare letale.

Il progetto, Victoria’s cells vuole essere un ulteriore originale strumento messo in campo da chi lotta perché la prevenzione oncologica trovi sempre più largo seguito e consenso tra la popolazione.

IL PROGETTO

Quadri citologici dell’epitelio cervicovaginale, dalle vaste gamme di forme e gradazioni di colore, cellule che si dispongono sul vetrino casualmente ad evocare sagome di animali, di oggetti comuni, di variopinti acquari e di tanto altro che stimolano la curiosità; mosaici di cellule, morbide e arrotondate se benigne o spigolose e ipercromiche quando dichiarano la loro atipia.

Come le nuvole, che ingannano sguardo e cervello (lobo temporale e area fusiforme facciale) disegnando in cielo immagini simili a quelle reali, così la “pareidolia cellulare” rende possibile individuare fra granulociti ed emazie, elementi comuni, ritratti quotidiani con i quali le cellule si alleano per comunicare al nostro sguardo, con una forza sconosciuta, la profondità della conoscenza scientifica.

Le caratteristiche del preparato citologico, ovvero raffigurazione bidimensionale, spessore piano, monotonia dei colori, sono in realtà talmente standard da essere patognomoniche e quindi diagnostiche. Ma se la giusta osservazione consente una corretta diagnosi citologica, lo sguardo e la mente possono indugiare con la fantasia. Ed allora, mentre la morfologia è piatta e inerte, le immagini evocate sono al contrario sinuose, dinamiche ed emozionali.

Le tante immagini citologiche raccolte nel progetto possono assumere anche un ruolo didattico, sia per stimolare i ragazzi ad avere maggiore interesse per le materie scientifiche e a far nascere, in questa fertile età, la passione per argomenti che spesso risultano sterili e noiosi, sia per contribuire alla formazione di chi è cultore della materia, seguendo la linea sottile che unisce arte e scienza medica. L’intercalare di episodi legati alla storia della medicina, alla storia dell’arte, alla storia della filatelia rendono questo progetto unico nel suo genere.

Già il Laboratorio di Arte e Medical Humanities dell’Università degli Studi “la Sapienza” di Roma, diretto dalla prof. Vincenza Ferrara, utilizza questo metodo di apprendimento per i futuri medici: dai nudi scultorei all’anatomia il passo è breve, infatti molte università straniere sono interessate a questi programmi.

La citopatologia si avvale sempre più dei test molecolari, con strumenti di laboratorio che danno i risultati nel minor tempo possibile, mettendo, quasi in secondo piano, l’interpretazione citologica. Però il fascino che emana un vetrino visto al microscopio, pronto a svelarsi allo sguardo del patologo, a raccontarsi con le sue forme, etichettate da terminologie pindariche fantastiche (cellule con nucleo a macchia d’inchiostro, nucleo a tulipano, ecc.), nessun test di nuova generazione può sostituirlo.

Victoria’s cells dunque rappresenta il desiderio di mostrare l’impercettibile, un binomio di cellule ed immagini reali che, in chiave artistica, esaltano la potenza della loro interpretazione. Sono al tempo stesso le cellule della Vittoria della ricerca scientifica che permette all’uomo di sopravvivere e sconfiggere la malattia; la Vittoria del pensiero umano e della conoscenza che si mettono al servizio dell’uomo e gli consentono di decodificare le analogie visive e percorrere un viaggio evocativo interiore, con leggerezza, alleviando il senso del greve che la malattia porta con sé per definizione.

SEA TURTLE

Dalla sezione “Victoria’s zoo”, un preparato convenzionale: lamina coesa di cellule pavimentose parabasali circondate da granulociti su uno sfondo di strie mucinose, è un esempio di metaplasia squamosa pavimentosa: le cellule si stendono per coprire una lesione o un insulto dell’epitelio cervicovaginale, come piastrelle che ricoprono il pavimento. La forma richiama una tartaruga di mare col suo carapace formato da scuti uniti tra loro, ogni cellula sembra uno scuto e nuota serena nel mare della vita.

EAGLE

Preparato convenzionale: cellule cilindriche endocervicali disposte in parte “a staccionata”, nuclei ingranditi, allungati e ipercromici, citoplasma ridotto e bordi dei lembi a piuma d’uccello. La forma richiama un’aquila dalle ali spiegate, regina dei cieli che vola alta sulla malattia.

BABY ELEPHANT

Preparato convenzionale: insieme di cellule squamose superficiali ed intermedie tipiche, la colorazione orangiofila è dovuta ad effetti paracheratotici. La forma ricorda un piccolo elefante che cerca di guadare un fiume impetuoso, come impetuosa può essere la malattia e per questo bisogna prevenirla.

THE ROOSTER

Preparato in strato sottile: cellule squamose intermedie e parabasali frammiste a granulociti, molti nuclei nudi o con citoplasma orangiofilo.
La forma ricorda un maestoso gallo che impettito affronta gli ostacoli che si incontrano sul cammino della vita.

THE LITTLE CAT

Preparato convenzionale: gruppo tridimensionale di cellule endometriali su sfondo di cellule squamose tipiche. La forma ricorda un gatto sornione che osserva lo scorrere del tempo.

THE STARFISH

Preparato convenzionale: ife e spore micotiche di Candida Spp coabitano cellule squamose superficiali normali. Questi miceti color rosso mattone si irraggiano tra le cellule, le imbrigliano con le ife provocando il sintomatico prurito. La forma a stella ricorda una stella marina dal colore rosso.

THE RITUAL SKULL

Dalla sezione “lo sberleffo maligno” del Victoria’s cells, un quadro citologico su preparato convenzionale di una lesione da Hpv: cellule squamose ipercromiche con marcata atipia dei nuclei e aloni perinucleari. Il virus è entrato dento le cellule, si è nutrito del citoplasma ed ha intaccato il nucleo divenuto sempre più scuro e spigoloso. La forma ricorda una maschera rituale, un teschio sormontato da corna di montone, usata da alcune tribù per esorcizzare la paura dell’evento infausto della malattia.

THE EASTER EGG

Preparato convenzionale: un aggregato tridimensionale compatto di cellule endometriali si schiude per mostrare policrome cellule squamose tipiche cheratinizzate. La somiglianza con il nostro tipico uovo di cioccolato del periodo pasquale è lampante.

FISH TANK 1

Miscellanea di cellule tipiche dalle forme simili a pesci di molteplici razze rinvenute su preparati convenzionali. Al centro di questo fantastico aquario c’è una manta (cellule endometriali tipiche cheratinizzate), sulla destra una tracina con due grandi occhi (due cellule paracheratosiche con alone perinucleare), in primo piano una cernia (gruppo di parabasali) e un polipo (cellule intermedie e basali in un coagulo ematico), a sinistra una medusa (granulociti coesi misti a fibrina) e due pesci rossi (cellule basali cheratinizzate) sormontano in alto l’immagine.

FISH TANK 2

Miscellanea di cellule tipiche dalle forme simili a pesci di varie dimensioni e forme, un pesce palla guarda incuriosito (cellule endometriali), sopra una rana pescatrice dalla lunga pinna dorsale ad antenna si allontana (cellule parabasali cheratinizzate), in alto arriva un piccolo capodoglio (lamina di granulociti) e un’aguglia (cellule basali su strie mucinose) si aggira su un fondo di cellule superficiali tipiche.

THE MARIAN EFFIGY

Preparato convenzionale: lamina compatta di cellule squamose intermedie basofile, alcune cheratinizzate che hanno assunto una forma mariana dall’inequivocabile somiglianza e dai piacevoli sensi visivi.

Tante altre immagini fanno parte del progetto, molte sono state utilizzate come merchandising per raccolte fondi di associazioni umanitarie a favore della prevenzione oncologica.
Il progetto è stato presentato per la prima volta nella prestigiosa sede del Senato della Repubblica di Roma, su gentile invito si è tenuta una mostra all’Accademia di Turchia a palazzo Lancellotti in Roma, tramite l’ambasciata italiana a Londra è nata una collaborazione col GOSH institute (Great Ormond Street Hospital) a favore delle patologie oncologiche pediatriche. Successivamente il progetto è stato esposto alla Camera dei deputati di Roma. Recentemente ha trovato la sua sede naturale all’ultimo Dermart, finalmente in presenza, grazie al Dott. Massimo Papi. Un convegno dove scienza ed arte si uniscono in un linguaggio polifonico dai significati universali.