6 Agosto 2021
Se accompagnata da disturbi respiratori questa patologia, detta anche Angina Monocitica di Schutlz, non colpisce solo le tonsille palatine, ma tutto l’anello linfatico del Waldayer in orofaringe. Per questo non va sottovalutata!
La mononucleosi infettiva è una malattia virale comunemente data dal Cytomegalovirus e dal Virus di Epstein – Barr, appartenenti alla grande famiglia degli Herpes – Virus (Virus Erpetici), cui appartiene anche l’Herpes Simplex, il Virus Varicella – Zoster e l’Herpes Zoster (detto anche “Fuoco di S. Antonio”). Si tratta di una malattia altamente contagiosa, soprattutto per via di contatti stretti, quali il bacio (tanto da essere chiamata la malattia dei fidanzati), il bere nello stesso bicchiere o tazzina di caffè (detta anche malattia della tazzina di caffè), rapporti sessuali e così via.
La mononucleosi da Cytomegalovirus colpisce di più, rispetto a quella del virus di Epstein – Barr, soggetti di età adulta e si caratterizza per dimostrarsi in due differenti forme: l’Angina Monocitica di Schultz e la Febbre Ganglionare di Pfeiffer. La prima è caratterizzata da un’Angina (infiammazione acuta del cavo faringeo) con tumefazioni linfogangliari e leucocitosi linfo-monocitaria; la seconda da una sintomatologia di tipo setticemico con tumefazioni linfogangliari e leucocitosi linfo-monocitica. Ma la forma che più interessa gli otorini oltre agli infettivologi è quella individuata da Schultz e detta Angina Monocitica.
Questa esordisce con un quadro febbrile in cui compare una Tonsillite che domina il quadro clinico: può essere “Follicolare”, “Lacunare”, “Pseudomembranosa”, “Difteroide” o “Ulcerosa”. A quest’ultima si possono associare anche super – infezioni da “Fuso- spirillari” che aggravano il quadro. Non sono soltanto le Tonsille Palatine ad essere interessate dall’infiammazione, ma a volte anche tutti i componenti dell’Anello Linfatico del Waldayer: le Tonsille Palatine, la Tonsilla Faringea (detta anche Vegetazioni Adenoidee), la tonsilla linguale e gli aggregati linfatici peritubarici (siti in vicinanza dell’ostio della Tuba di Eustacchio, che dal rinofaringe favorisce l’aereazione dell’orecchio medio). Si possono associare ascessi tonsillari e peritonsillari che ne aggravano l’evoluzione. Alla flogosi di queste strutture si associa una linfoadenopatia sottomandibolare e laterocervicale, caratteristica per alterare l’estetica del collo (il così detto collo “Proconsolare”). Ma sintomatologia e semiotica a parte, la diagnosi oggi si avvale facilmente di alcune sierodiagnosi rapide e sicure: il Monotest e il test di Paul – Bunnel, che ne rivelano la presenza. Ma quello che a noi otorini non deve sfuggire è che l’interessamento flogistico delle strutture del così detto Anello del Waldayer, non arrechi danni alla respirazione per via della esagerata e voluminosa tumefazione che si crea.
Proprio a causa della forte infiammazione, le tonsille palatine si ingrossano a dismisura, assieme alle altre “tonsille” linguale e faringea (adenoidi), creando così un ostacolo meccanico (volgarmente un tappo in faringe) alla respirazione, ostruendone le vie con gravi conseguenze per il malato.
Che fare in questi casi?
Lo specialista deve sapere che se l’ostruzione respiratoria, secondaria a questa esagerata infiammazione va a compromettere le condizioni respiratorie del malato, rischiando il soffocamento, deve procedere ad una tracheotomia d’urgenza, intervento salva vita, reversibile, perché lo stoma tracheale che si crea chirurgicamente, si può tranquillamente richiudere, residuando solo una piccola cicatrice sulla parte centrale del collo, poco al di sopra (uno/due cm) della fossetta giugulare. Trova anche indicazione una tempestiva tonsillectomia (delle tonsille palatine), ma chi ha mani in pasta in questa chirurgia sa bene che, una smisurata grossezza di questi organi, crea grosse difficoltà all’anestesista per l’intubazione sia oro-tracheale che rino – oro – tracheale, con perdita di tempo prezioso, e cosa da non sottovalutare, si deve sapere del facile ed esagerato sanguinamento “a nappo”, dopo l’ectomia di questi organi, colpiti dalla flogosi acuta assieme ai tessuti periferici (velo pendulo, pilastri tonsillari anteriori e posteriori).
Nella maggioranza dei casi, l’evoluzione della Mononucleosi è benigna e favorevole, ma questo non deve portare ad abbassare la guardia. Un’attenzione particolare va prestata anche al fegato (possibili epatiti) e al sangue (possibili anemie). Non esiste una terapia specifica per la Mononucleosi. Essa si avvale di sintomatici: antipiretici, antiinfiammatori, cortisonici ed antibiotici, quando si sovrappongono manifestazioni batteriche.
Di Gian Piero Sbaraglia
MEDICO CHIRURGO
Spec. In Otorinolaringoiatria
già Primario Otorinolaringoiatra,
C.T.U. del Tribunale Civ. e Pen. di Roma
Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione
BLSD-PBLSD – Accreditato ARES 118-Lazio e IRC- Misericordia di Roma Centro – ROMA