18 Settembre 2024
A sollevare la questione è stato l’infettivologo Massimo Galli, che intervenendo ad un convegno online organizzato dalla Fondazione scuole civiche di Milano, ha mostrato i risultati di un lavoro danese per il quale gli ex malati di COVID-19 avrebbero l’80% di protezione dalla guarigione precedente rispetto alla possibilità di una seconda infezione.
La circolare del ministero della Salute n. 8284 parla chiaro: “È possibile – si legge nel documento del 3 marzo scorso – considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-Covid-19 nei soggetti con pregressa infezione da Sars-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e, preferibilmente, entro i 6 mesi dalla stessa”.
Insomma, stando alle linee guida ufficiali, chi ha contratto il COVID-19 dovrebbe vaccinarsi con una singola dose se è guarito da un minimo di 3 mesi ad un massimo di 6. “Il rischio di reinfezione da Sars-CoV-2 – si legge nel report n. 4/2021 dell’Iss condiviso da ministero, Aifa e Inail – è stato valutato in uno studio multicentrico di coorte condotto su oltre 6.600 operatori sanitari nel Regno Unito. I risultati mostrano che nei soggetti con pregressa infezione da Sars-CoV-2 la probabilità di reinfezione sintomatica o asintomatica è ridotta dell’83% e che la durata dell’effetto protettivo dell’infezione precedente ha una mediana di 5 mesi”.
Considerata quindi la durata della protezione anticorpale, vaccinare chi ha già avuto il Covid potrebbe essere uno spreco inutile di dosi che potrebbero essere usate per chi non è immune. La pensa così anche l’infettivologo Massimo Galli, che intervenendo ad un convegno online organizzato dalla Fondazione scuole civiche di Milano, ha mostrato i risultati di un lavoro danese per il quale gli ex malati di Covid-19 avrebbero l’80% di protezione dalla guarigione precedente rispetto alla possibilità di una seconda infezione.
“Se non si vaccinassero i guariti, che sono 4 milioni e qualcosa, almeno quelli noti, risparmieremmo parecchio anche in dosi visto che quello è il problema, ci sono molte promesse, ma alcune vedono delle difficoltà tra cui il rifiuto esteso, soprattutto in alcune regioni, di Astrazeneca” ha evidenziato Galli.