18 Settembre 2024
L’annuncio è arrivato dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: nelle prossime settimane anche i farmacisti potranno somministrare il vaccino anti-Covid. Ma i medici sono dubbiosi.
Se l’ipotesi delineata dal Governo viene accolta con favore dagli interessati, ovvero i farmacisti e le aziende di servizio a supporto delle farmacie, le associazioni dei medici invece si oppongono. Il motivo principale risiede nel fatto che l’atto dell’immunizzazione deve essere sempre eseguito sotto la supervisione dei camici bianchi, al fine di garantirne la piena sicurezza; in effetti all’inizio era prevista proprio la presenza di un medico presso le farmacie, nel ruolo di supervisore, con l’eventuale supporto di infermieri o sanitario.
Il sottosegretario, Andrea Costa, ha spiegato che “La tipologia di vaccini somministrabili nelle farmacie saranno quelli che potranno avere una conservazione adeguata rispetto soprattutto al freddo. Il vaccino Pfizer ha ad esempio dei metodi di conservazione molto più complicati”. In altre parole, se non è richiesta una temperatura di 70 gradi sotto zero, ma è sufficiente una cella frigorifera standard, allora l’operazione è percorribile. La misura è contenuta anche nel “Dl sostegni” approvato dal Cdm, con l’obiettivo di ampliare la platea dai vaccinatori.
Ma “le recenti iniziative attuate nei Paesi dell’Unione europea intese alla valorizzazione del ruolo dei farmacisti nelle azioni di contrasto a SARS-CoV-2, nonché la necessità di accelerare la campagna vaccinale”, si legge nel Dl Sostegni, hanno portato alla modifica della norma iniziale, permettendo la vaccinazione diretta da parte dei farmacisti abilitati ed “escludendo la supervisione dei medici”. Dopo la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, anche i sindacati di categoria sono scesi in campo. Il presidente FNOMCeO, Filippo Anelli, ha spiegato che la “giusta esigenza di accelerare e ampliare la campagna di vaccinazione non può andare a discapito della sicurezza”.