18 Settembre 2024
Resistere oggi, per ripartire con più slancio nei prossimi mesi
Il paziente ha voglia di essere curato, nonostante la pandemia e le tante difficoltà per gli studi professionali. Da Luca Gentili, Dental Office Manager presso le cliniche Active Medical Center e Worldent Palenca Clinic, un appello agli odontoiatri affinché trovino la forza di resistere per superare anche la seconda ondata e ripartire con slancio nel prossimo futuro.
Lei segue la parte amministrativa in due grosse cliniche romane. Cosa è cambiato in termini di tenuta economica per gli studi dei liberi professionisti?
È cambiato moltissimo, perché si lavora in maniera meno serena di prima e ci si occupa di più incombenze, con dei costi di gestione maggiori, dovuti soprattutto al monouso e ai dispostivi di protezione. Considerate che una scatola di 50 mascherine chirurgiche, che prima dell’emergenza si pagava circa 4 euro, ora costa anche cinque volte tanto. Fortunatamente, nelle due cliniche che gestisco, erano già presenti dei macchinari di sterilizzazione e sanificazione degli ambienti, eravamo infatti già abituati a dover prevenire infezioni anche peggiori del Covid, quindi eravamo già dotati da questo punto di vista e tutto ciò ci ha consentito di risparmiare. Ma ora, a differenza del passato, la sanificazione viene fatta con frequenza maggiore quindi aumenta il costo di tutto ciò che occorre per portarla a termine: ad esempio l’acquisto delle soluzioni idroalcoliche ecc. Sono tutte spese in più, che a lungo andare pesano non poco.
Quanto sta già incidendo questa seconda ondata?
La seconda ondata sta incidendo, perché a fronte di un boom di appuntamenti verificatosi alla fine del primo lockdown, che ci ha ridato ossigeno, oggi di nuovo si retrocede. Il cerchio si è stretto perché, se prima leggevamo di persone in quarantena sui giornali e l’emergenza toccava principalmente le Regioni del Nord, ora ci tocca tutti quanti da vicino. Non c’è stato certo un dietrofront di massa, i pazienti continuano a prendere gli appuntamenti, ma il problema è proprio che, sempre più spesso, le persone sono costrette a rimandare le cure per cause di forza maggiore, come la quarantena o l’isolamento fiduciario. Alcuni pazienti, soprattutto i liberi professionisti, hanno una liquidità minore di prima. Abbiamo notato che non c’è più una forbice intermedia: o si sta molto bene economicamente e non si bada a spese per curarsi, oppure adesso si vive proprio una situazione di difficoltà e quindi si rinuncia alle visite specialistiche.
Incidono anche le chiusure e le limitazioni allo spostamento verso alcune Regioni?
Certo, soprattutto per i clinici o i collaboratori che vengono da fuori. Meno per i pazienti. Ma il continuo cambio di colore delle Regioni e delle zone ad alto rischio rappresenta un grosso limite per chi lavora negli studi professionali e non può muoversi. Si stanno verificando continuamente casi di collaboratori che dal giorno alla notte rimangono bloccati perché la loro Regione viene dichiarata “zona rossa” o perché magari lavorano in diversi studi ed hanno avuto qualche episodio di contatto con persone positive. Il lavoro in questo senso è decisamente più faticoso e di difficile gestione rispetto a prima. L’organizzazione degli studi è totalmente cambiata, non si lavora più come in passato, gli appuntamenti sono strutturati diversamente ed i tempi delle visite si sono allungati.
La rivoluzione digitale vi può aiutare?
Credo di sì, ma ci si deve lavorare: si è parlato fin dal primo lockdown di teleodontoiatria, che è un’idea ottima, ma che alla fine non è stata sfruttata al meglio. Non essendo stati costretti al 100% a chiudere, ma essendo stati limitati alle sole urgenze, molti studi hanno continuato a lavorare tradizionalmente. Il vero vantaggio della rivoluzione digitale è soprattutto per chi gestisce la segreteria o è un amministrativo: si possono gestire le pratiche da casa. Per organizzare l’agenda degli odontoiatri e dei loro appuntamenti la teleodontoiatria ha avuto un ottimo impatto. Il mio appello a tutti è che gli studi dentistici devono trovare la forza di resistere! A giugno, quando tutto è stato gradualmente riaperto, c’è stato un boom di richieste e di fatturato, quindi consiglierei agli studi piccoli, che magari sono in difficoltà, di creare delle strutture associate per unire le forze e superare il peggio. Stimo che nel 2022, dopo un 2021 che speriamo possa essere risolutivo del problema, ci saranno tantissimi pazienti da curare e che le persone torneranno volentieri dai dentisti. Ora è il momento di tenere duro!