18 Settembre 2024
Il neo presidente OMCeO di Siena commenta il nuovo dpcm, promuove il contact tracing e i tamponi, poi sottolinea l’importanza della cultura come strumento di benessere ed arricchimento personale.
Le chiedo subito se ritiene sufficienti le nuove misure anti-coronavirus presentate nel dpcm che divide l’Italia in “tre zone”, a seconda del livello di rischio?
Sono convinto che in questo momento ben vengano tutte le misure che vengono prese per poter bloccare il virus. Gli aspetti positivi saranno il fatto che alle 22 ci sarà una sorta di coprifuoco, che impedirà alle persone di uscire e questo è molto importante, ed il fatto che ci saranno ancora meno possibilità di assembrarsi, che può essere davvero deleterio in un momento così delicato. Sono misure nazionali che porteranno dei frutti, se tutti rispetteranno le regole. Capisco le preoccupazioni legate all’economia, alle aziende, ai ristoranti, ai timori di tanti lavoratori, ma la salute viene prima di tutto. Se risolviamo questa pandemia, l’Italia riparte. Anche laddove non ci sono restrizioni molto forti, la popolazione deve sentirsi responsabile al pari di chi ha misure più dure. Avevamo già detto in passato che ci saremmo trovati a fronteggiare una seconda ondata: siamo partiti da una situazione che ad inizio agosto era ottimale, con pochissimi contagi in tutta Italia, poi con le vacanze estive, la riapertura delle scuole, i mezzi pubblici, insomma sapevamo che purtroppo i contagi sarebbe aumentati di nuovo. Non dimentichiamo che anche le parole hanno un significato, bisogna saper parlare correttamente alla gente: chiamarlo “distanziamento sociale” dà la sensazione che le persone siano una contro l’altra; meglio parlare di “distanziamento per il sociale”, per collaborare tutti insieme e vincere questa battaglia. Qui non si tratta di distruggere la società, ma è necessario combattere il virus un po’ come si fece in passato con la peste. Ora per fortuna abbiamo delle terapie più sicure e ci auguriamo che presto arrivi il vaccino, magari in primavera prossima, ed allora saremo tutti più tranquilli. Ma nel frattempo sfoderiamo le armi che abbiamo e restiamo coesi.
Il suo messaggio è che la battaglia “si vince tutti insieme”. Si tratta anche di una sorta di appello ai medici di famiglia? Come stanno collaborando i diversi protagonisti della sanità?
Anche la medicina generale si è messa a disposizione dopo l’accordo con il Governo e il ministero della Salute per fare i tamponi, che a mio avviso sono fondamentali, negli studi dei medici di base. Rispetto alla prima ondata, se ne fanno molti di più, quindi a qualcosa servono! A mio avviso è fondamentale tracciare tutti i contatti dei positivi. Se noi riusciamo ad intercettarli, prima che ci siano nuovi focolai, blocchiamo sul nascere ogni rischio. La pandemia si vince sul territorio. I medici di famiglia e i pediatri diventano “medici sentinella” per intercettare i possibili nuovi focolai e circoscrivere il problema, evitando che il virus si diffonda a macchia d’olio. Come presidente OMCeO di Siena e come segretario nazionale lavoro quotidianamente con l’Istituto Superiore di Sanità per costruire delle linee guida da dare ai medici di famiglia per fare i tamponi in sicurezza, con le dovute precauzioni, con tutti i dispositivi di protezione. Posso affermare che sicuramente non saranno lasciati soli. Nella prima ondata sono morti 184 medici di famiglia e non sono pochi: non possiamo accettare una vittima in più per la noncuranza del sistema. Dobbiamo proteggere chi ci protegge!
In che modo l’Ordine di Siena si sta adoperando per fronteggiare l’emergenza?
Per fortuna a Siena non abbiamo particolari criticità come avviene nel Nord Italia. C’è una buona organizzazione perché c’è molta integrazione tra ospedale e territorio e soprattutto c’è una centrale di contact tracing che sta funzionando molto bene. Non dimentichiamo che in questo momento il medico sta salvaguardando i cittadini, garantendo a tutti il diritto costituzionale ed inviolabile della salute. I medici sopportano turni massacranti, vivono in una condizione di fortissimo stress; in più la categoria si porta dietro tante altre problematiche come la mancanza di risorse e di medici specialisti, i mancati investimenti nella sanità negli ultimi anni, ma nonostante tutti si sta lavorando al massimo. Bisogna solo dire grazie a chi fa il proprio dovere e non si risparmia neanche un momento.
Alla luce delle recenti elezioni, quali sono i programmi più urgenti da attuare?
In Toscana abbiamo avuto due elezioni: la prima per l’Ordine dei medici di Siena, del quale sono presidente, dove continuerò a pensare che il nostro unico giudice sarà il cittadino. Abbiamo quasi azzerato i reclami contro i medici perché parlo quotidianamente con i cittadini per risolvere le loro problematiche. Credo sia importante far capire alla politica che il medico ha un ruolo sociale, quindi l’Ordine come ente sussidiario dello Stato deve essere consulente delle istituzioni e, pur rispettandole, vorremmo avere un ruolo centrale. L’altra elezione che c’è stata è quella del consiglio regionale, con un nuovo governatore, ed abbiamo già avuto contatti per trovare dei percorsi comuni e condivisi da mettere a disposizione della popolazione. Non possiamo ragionare da posizioni distanti, l’una contro l’altra, ma abbiamo il dovere di offrire percorsi di qualità da offrire ai cittadini per dare loro il massimo delle possibilità di essere curati in tutti i sensi. Il problema della cura della persona è legato anche all’equilibrio psico-fisico. Le altre malattie non sono andate in vacanza quindi non esiste solo il Covid: bisogna costruire servizi alternativi cosicché tutti possano accedere ai migliori servizi. Ricordiamoci che in questo periodo c’è una riduzione enorme sulla prevenzione dei tumori perché la gente ha paura di andare in ospedale a controllarsi, ma anche sulle malattie cardiovascolari perché, ripeto, si ha paura degli ospedali. Ma queste patologie esistono e dobbiamo tenerne conto.
Prima ha accennato al forte stress che vivono i medici, soprattutto in questo momento. Molto spesso anche per i professionisti della sanità la cultura rappresenta un momento di sfogo importante per ritrovare benessere, così come per i pazienti, alle prese con le cure ospedaliere. A tal proposito come valuta il network di “Cultura è Salute”?
Potrei parlare per ore di questo argomento, sono un fiume in piena! Credo che il ruolo di “Cultura è Salute” sia importantissimo e lo penso talmente tanto che vi racconto un piccolo aneddoto: prima del lockdown di primavera, avevo pensato di organizzare, in occasione della “Giornata del Medico” che si svolge ogni anno, un convegno dal titolo “Salute e benessere in una città d’arte” qui a Siena. L’idea era proprio quella di promuovere la cultura senese, ma anche l’arte ed il teatro, perché anche questo aspetto è cruciale nella vita di ognuno di noi. Una mente ricca di informazioni, nozioni, comunicazioni e stimoli culturali lavora sicuramente meglio, a partire da quella del medico! Condivido quindi in pieno lo spirito in pieno di questo progetto. La cultura fa bene ovviamente anche ai pazienti, ho già promosso un convegno di arte-terapia e ne vorrei organizzare un altro appena possibile, stavolta ampliando l’interesse anche al mondo della natura. Ben vengano tutte le iniziative di questo tipo rivolte ai pazienti, che ne traggono certamente benessere.