Pareri a confronto

I camici bianchi si stanno sporcando?

8 Aprile 2025

Gli ultimi sconcertanti gravi episodi di infauste prestazioni sanitarie, che hanno visto coinvolti pazienti sottoposti a interventi, seppur routinari, ma con esiti letali, pur se eseguiti da mani esperte e con anni di esperienza, stanno facendo riflettere sia l’uomo di strada che il professionista, con una domanda che ha dell’inquietante: dove sta andando la medicina di oggi? Eppure l’avanzamento delle conoscenze, soprattutto in campo medico, ha fatto aprire la porta dell’ottimismo, specie nell’avanzamento delle tecniche chirurgiche, che rispetto al passato hanno portato una ventata di novità a tutto vantaggio della soluzione di serie patologie, prima ritenute di difficile trattamento. Oggi stiamo raccogliendo i “cocci” della bassa preparazione erogata nelle varie Università, nel tempo divenute centri – speriamo di non offendere nessuno – di un nepotismo che ha fatto delle cattedre oggetto di eredità di padre in figlio o di zio e nipote, senza pretendere di esigere e verificare lo stato culturale dei soggetti aspiranti o frequentatori.

E così ci ritroviamo oggi, lo si può costatare nei vari programmi dei mass-media a contenuto sanitario, con personaggi che hanno un linguaggio non ben in linea con quello scientifico: è vero che gli ascoltatori sono dei laici, ma tra i laici ci sono anche esperti. Certi esempi eloquenti li abbiamo avuti al tempo del Covid e conseguentemente al tempo del vaccino: come non saper spiegare alla gente che cos’è un virus, anche se modificato, ma di matrice nota fin dal 1949 e assai ben studiato assieme agli altri Virus Respiratori dal grande maestro Renato Dulbecco (Nobel nel 1975), che già cercò di muovere i primi passi per la creazione di un vaccino? E come non spiegare alla gente comune che i vaccini, come tutti i farmaci, sono potenzialmente pericolosi per gli individui, sapendo che ogni uomo ha un Sistema Immunitario specifico che può reagire a sostanze estranee introdotte nel nostro corpo con fenomeni fortemente allergici, creando reazioni talora mortali? Tutto questa premessa per dire che la medicina, la vera medicina, non ammette distrazioni o superficialità, ma soprattutto non si vende al miglior offerente, solo perché certe prestazioni, magari per anni andate bene, perché particolarmente semplici ed appetibili da molti utenti, hanno portato ad affidarsi con troppa facilità a professionisti che, come successo di recente, hanno purtroppo dimostrato di mettere da parte ILGIURAMENTO D’IPPOCRATE. 

Da qui nasce il pensiero che “I CAMICI BIANCHI SI STANNO SPORCANDO”, proprio alla luce dei numerosi e purtroppo dolorosi episodi occorsi in questi ultimi mesi, che aprono una seria riflessione riguardo a chi ha scambiato questa nobile arte per una mera fonte di solo lucro. Invero il cattivo esempio di alcuni personaggi – per fortuna isolati – non deve permettere gratuite generalizzazioni né deve gettare fango su di una intera che ha per fine la cura e la salvezza dell’uomo malato: però dovrà essere di monito per coloro i quali si iniziano a questa professione con l’occhio rivolto ai “lauti guadagni” e non piuttosto all’impegno di curare in primis il malato. La crisi dei valori sta investendo anche questa categoria di lavoratori, la quale per contro dovrebbe avere come colonna sonora un grande impegno morale: il sollevamento dell’uomo malato dalla sua malattia che tanto lo umilia. Non raramente il paziente costituisce una fonte economica da trattare bene o male a seconda delle sue possibilità finanziarie: anche la malattia ha un prezzo, non soltanto fisico.

Ma il medico non vende al migliore offerente la propria arte e quindi non è concepibile speculare sulle sofferenze altrui: sa di sciacallaggio!

Giusto è prendere l’onorario, ma non pretendere l’esoso, anche quando si è convinti che la propria esperienza, il grado, il valore vadano “pagati”. Per non parlare poi dell’onestà del lavoro: la diagnosi va fatta, non imposta. Ciò significa che non bisogna raggirare il malato quando non si è sicuri di uno stato morboso o meglio quando non si è in grado di riconoscerlo o ci sfugge di mano. In questi casi l’umiltà dovrebbe essere l’ancella consigliera nella ricerca della verità; la stessa verità non si ricerca con la sufficienza di chi parla “ex Cattedra” perché la medicina, come del resto tutto ciò che è frutto dell’umana ricerca, è imperfetta e fa fare, più di ogni altra scienza, brutta figura a chi la esercita.

Oggi che più che mai il settore appare investito da una babele di contestazioni, di opinioni, c’è bisogno di chiarezza, di fermezza, di rettitudine e di riscoperta di quei valori che tanto hanno reso famosi i nostri avi permettendo loro scoperte e mète finalizzate sempre alla difesa dell’uomo per la vita ad ogni costo, eliminando dal loro cammino inciampi, che avrebbero potuto essere una serie di macchie nere in un camice tutto bianco.

Dr. Gian Piero Sbaraglia,
già Primario di Otorinolaringoiatria,
Consulente Tecnico d’Ufficio Tribunale di Roma,
Direttore Sanitario e Scientifico
Centro di Formazione BLS-D, PBLSD,
accreditato ARES-118 e IRC, Misericordia di Roma Centro