Ricerche e Scoperte

Accesso ai farmaci innovativi: l’Italia seconda in Europa per disponibilità, ma i tempi restano lunghi

26 Marzo 2025

L’Italia è sul podio per disponibilità e i pazienti avanzano nell’accesso ai farmaci innovativi, anche se restano ostacoli come tempi lunghi e disuguaglianze regionali. È quanto emerge dallo studio Patients W.A.I.T. 2023 (Waiting to Access Innovative Therapies), realizzato da IQVIA in collaborazione con EFPIA (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations), la più ampia indagine europea sulla disponibilità di farmaci innovativi e sui tempi di accesso nei diversi Paesi.

L’ANALISI SUI FARMACI SU UN CAMPIONE DI 36 PAESI

Lo studio, in continua evoluzione dal 2004, copre attualmente un campione di 36 Paesi (27 dell’UE e 9 non UE) e fornisce un quadro completo dei farmaci approvati a livello europeo. Ha considerato 167 farmaci approvati da EMA tra il 2019 e il 2022, suddivisi in oncologici, farmaci orfani, orfani non oncologici e combinazioni terapeutiche. L’Italia emerge come il secondo Paese in Europa per numero di farmaci orfani disponibili (45 su 63), subito dopo la Germania (56). Anche sul fronte oncologico, il posizionamento è positivo: quarta posizione con 40 farmaci disponibili su 48, dietro a Germania, Svizzera e Austria. La disponibilità complessiva dei farmaci innovativi in Italia è pari al 77%, con 129 prodotti sui 167 approvati da EMA, posizionandosi al secondo posto dopo la Germania (147 farmaci).

MIGLIORANO I TEMPI DI ACCESSO

I risultati mostrano come l’Italia sia uno dei primi Paesi per numero di farmaci orfani disponibili, con tempi di accesso alle liste di rimborsabilità di circa 3-4 mesi più brevi rispetto alla media degli altri Paesi UE ma più lunghi rispetto ad altri Paesi come Germania, Danimarca, Austria e Svezia. Per i farmaci orfani, il tempo medio di inserimento nelle liste di rimborsabilità è di circa 14 mesi (431 giorni), contro i soli 96 giorni della Germania.
Anche per i farmaci oncologici l’Italia si colloca al dodicesimo posto, con circa 14 mesi di attesa (417 giorni), contro i 93 giorni della Germania e i 134 della Danimarca.

VERSO UN SISTEMA PIÙ RAPIDO E UNIFORME

Un ulteriore elemento critico riguarda la disponibilità parziale alla rimborsabilità e le disomogeneità territoriali. Il 20% dei farmaci disponibili in Italia presenta restrizioni parziali alla rimborsabilità, una quota inferiore rispetto a Paesi come Spagna (52%) e Francia (35%), ma comunque rilevante. Inoltre, i tempi rilevati si riferiscono all’accesso nazionale, senza considerare i possibili ritardi che spesso caratterizzano le singole Regioni. Il quadro complessivo conferma l’Italia come uno dei Paesi europei più virtuosi nell’accesso ai farmaci innovativi, ma con ulteriori margini di miglioramento nell’accelerazione e nello snellimento dei processi per l’immissione nelle liste di rimborsabilità a livello nazionale e nelle singole regioni per garantire ai pazienti un percorso più fluido e tempestivo verso le terapie.