14 Marzo 2025
Nel libro l’autrice 21enne racconta gli anni della malattia, il rapporto con la famiglia e i ricoveri nelle strutture riabilitative. Ora, studentessa a Madrid, desidera condividere la sua vittoria: “Ho scritto la mia esperienza per aiutare coloro che stanno vivendo la stessa situazione. I disturbi alimentari sono la conseguenza, non la causa del problema”. All’interno una lettera inedita della mamma e le pagine di diario scritte negli anni più duri.
Emma – il libro è scritto in terza persona – è una giovane ragazza, la sua storia prende il via su un aereo di ritorno dal Brasile. Torna a vivere in Italia dopo quattro anni vissuti lontano. Questi anni se li ricorda come i migliori della sua vita. La vita in Italia è molto diversa, nelle abitudini, nelle amicizie e a scuola. Prova in tutti i modi ad assomigliare alle adolescenti italiane e nascondere il suo passato in Brasile, ma con scarsi risultati. I professori sono severi: se prendi brutti voti, a loro non importa e pensano che sia tu il problema.
Dopo alcuni mesi, Emma cade in una sorta di depressione. Nessuno se ne accorge. Non lo vuole dire a nessuno, tanto meno ai suoi genitori. Non vuole farli preoccupare e pensa che loro tanto non possano farci nulla, non possono tornare in Brasile. E così comincia a chiudersi in sé stessa ed a non essere più l’Emma allegra, serena e felice di qualche tempo prima. Sente il bisogno di avere qualcosa sotto controllo, dal momento che nulla sembra dipendere da lei: né i trasferimenti né la perdita di amicizie a lei care.
Decide quindi di controllare il proprio peso, è la cosa più facile da fare in quel momento.
Va avanti così per due anni, finché i genitori si rendono conto che la situazione è diventata grave e che la figlia soffre di anoressia nervosa. Inizia così un percorso doloroso fatto di ricoveri, dottori, psicoterapia, mezze verità, rifiuti, pelle e ossa. Fino al ricovero in una comunità a Bologna. La rinascita non è facile ma, una mattina Emma realizza che non può andare avanti così. Col tempo torna ad avere interessi, a socializzare, a ridere, a voler passare tempo con la sua famiglia. Torna a vivere. A sentire i sapori, a guardare il cibo come nutrimento, come piacere, e non come un nemico.
Ha lottato per quattro lunghi anni con questa malattia infernale, ora può dire di esserne uscita, e in queste pagine racconta, a mo’ di diario, con il contributo della famiglia, degli amici e dei medici che l’hanno seguita, come è tornata ad amarsi, a sconfiggere un mostro che la stava divorando. Perché lei non era, e non è, la sua malattia.

MARGHERITA VACCARI
Ventuno anni, ha vissuto in Italia, in Brasile e in Germania, sviluppando una grande passione per le lingue e le culture di altri popoli e Paesi. Ha frequentato il liceo linguistico e ora è iscritta all’università a Madrid.
A 16 anni, è stata colpita da anoressia nervosa e a causa di ciò ha perso parte della sua adolescenza, della vita, ha perso la voglia di vivere e le amicizie. Però, è solo grazie a questa e al percorso di guarigione che è riuscita a riscoprire la bellezza della vita, ad apprezzarne ogni momento, anche i più piccoli e insignificanti.
Dopo aver letto tanti libri sulla voglia di rinascere, di ritrovare uno scopo e un senso nella vita, ha deciso di raccontare la sua storia, il suo passato, la sua lotta contro l’anoressia in modo da aiutare altre persone, per ricordare loro che nonostante i momenti bui la vita è preziosa.