17 Dicembre 2024
Già presente con un murale inaugurato alla Cittadella degli Archivi del Comune di Milano, la serie “Respiro” mira ora a espandersi in ospedali, aziende e spazi urbani, offrendo un’esperienza estetica che incoraggia riflessioni profonde e promuove una maggiore qualità della vita. Non si tratta solo di un’espressione creativa, ma di una dichiarazione di intenti: trasformare l’arte in un catalizzatore di benessere psicofisico, ispirata dal simbolo universale della vita, il respiro. Con un forte impegno verso la sostenibilità e la rigenerazione sociale, Gianluca Patti integra una tecnologia per la sanificazione dell’aria nelle sue creazioni, rendendole vive e pulsanti.
Che l’arte faccia bene all’anima e alla salute lo dice anche la scienza: una ricerca condotta negli ultimi vent’anni sui risultati di tremila studi realizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) attesta che l’arte è farmaco dell’anima e i pazienti tendono a guarire più rapidamente e in modo più efficace quando oltre alle tradizionali terapie di cura, vengono loro somministrate delle dosi di creatività attraverso le forme d’arte come fotografia, musica e disegno. I vari studi hanno evidenziato in modo chiaro l’importante ruolo delle arti nel favorire il benessere psicofisico, riconoscendo il loro valore come strumento di prevenzione e cura. L’OMS, alla luce di questi dati, sollecita le realtà culturali e sanitarie a rendere il miglioramento della salute una componente centrale all’interno delle proprie attività, utilizzando l’arte non solo come espressione estetica ma anche come risorsa per il benessere sociale e individuale. L’intento di Patti allora risponde all’invito a promuovere il benessere delle persone attraverso le creazioni artistiche, con l’obiettivo di portare “Respiro” all’interno di ospedali, strutture sanitarie e ambienti di lavoro. Il progetto dell’artista è ispirato dalla sua stessa esperienza di vita: l’iniziativa nasce dalla memoria di un’infanzia segnata da una malattia respiratoria, superata grazie a una ritrovata libertà simboleggiata dal respiro stesso. Si tratta, del resto, di un atto unico e al contempo universale, che nella sua essenzialità rappresenta la massima espressione della dimensione umana, ma allo stesso tempo la riduce ai minimi termini.
Ora, questa stessa azione viene replicata nelle sue opere, come spiega lo stesso artista: “Credo che l’arte abbia il potere di andare oltre l’estetica, diventando un ponte verso la consapevolezza. Gesti semplici, come respirare, racchiudono una profondità universale e sono atti fondamentali che spesso diamo per scontati. Con le mie opere desidero sia sensibilizzare le coscienze sull’importanza di vivere in ambienti caratterizzati dalla bellezza artistica, ma anche di invitare le persone a riflettere su quanto l’arte svolga un ruolo fondamentale nell’intento di vivere al meglio anche i luoghi di cura. Ad esempio le opere d’arte inserite negli spazi ospedalieri hanno l’obiettivo di rendere più sereni e piacevoli i momenti di attesa e permanenza per pazienti, caregiver e personale sanitario. Mentre all’interno delle aziende o degli ambienti di lavoro la presenza dell’arte è preziosa poiché apporta energia positiva in grado di stimolare creatività e produttività. D’altronde la bellezza, unita alla responsabilità, può davvero trasformare il quotidiano in un’esperienza più consapevole e significativa”.
Tuttavia l’urgenza artistica che anima Patti non si traduce solo nel ricordo di ciò che stato, ma lo porta a compiere un passo in avanti, protendendosi verso il futuro e le tematiche che questo porta con sé. Le sue opere non solo hanno lo scopo di abbellire e arricchire gli spazi, ma anche di creare un’atmosfera che favorisca il benessere psicofisico, stimolando riflessioni profonde e ottimizzando la qualità dell’ambiente in cui si vive e si lavora. La presenza dell’arte può contribuire a migliorare il clima aziendale, aumentare la produttività e, al contempo, favorire un ambiente più sano e armonioso. Così come le strutture sanitarie beneficiano dell’arte per alleviare lo stress e il disagio, anche un’azienda può prendersi cura del benessere dei propri dipendenti, integrando le opere artistiche negli spazi di lavoro per promuovere un equilibrio tra l’efficienza professionale e il benessere emotivo. Ecco quindi che la ricerca dell’artista si arricchisce di un ulteriore elemento: coerentemente con il percorso già intrapreso con l’Art Regeneration, che risponde alle sfide ambientali e sociali contemporanee, Patti esplora il rapporto tra arte, uomo e ambiente.
“L’arte può nobilitare ogni spazio che abitiamo, rendendolo testimone di memoria collettiva e identità”, sottolinea l’artista. “Negli ospedali, il valore simbolico delle mie opere vuole contribuire a creare un’atmosfera più umana, dove bellezza e significato possano essere di supporto al percorso di cura. Rendere gli ambienti più vivi, più umani, aggiungendo una dimensione simbolica che ne eleva la percezione e il valore. In questo modo s’instaura quindi un dialogo tra lo spazio fisico e quello interiore dell’osservatore” – aggiunge Patti – “Di fatto un muro, un edificio o una piazza, arricchiti da un intervento artistico, smettono di essere semplici contenitori e diventano testimoni culturali, simboli di identità e veicoli di memoria collettiva. Questa trasformazione è resa possibile grazie a opere che si integrano negli spazi quotidiani, con l’intento di valorizzare l’arte in ogni sua forma, indipendentemente dal contesto in cui si trova”.on le sue opere che respirano, Gianluca Patti ridefinisce il legame tra arte e ambiente, ma anche tra passato, presente e futuro, portando “Respiro” anche nelle strutture sanitarie. Con questo approccio, i “quadri che respirano” diventano uno strumento di trasformazione e rigenerazione, non solo fisica, ma anche sociale e culturale, sia all’interno delle strutture sanitarie che degli spazi lavorativi, promuovendo una maggiore consapevolezza e una qualità della vita più alta per tutti. Il tutto all’insegna di un’arte che non si limita a essere contemplata, ma diventa parte attiva nella trasformazione dei luoghi di vita e di guarigione e sottolineando che il cambiamento di passo deve avvenire sia fuori che dentro i muri che costituiscono i nostri spazi.