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Salute Mentale e Neuroscienze: a Roma il Congresso Nazionale con esperti a confronto

21 Novembre 2024

S’intitola “Innovazione Terapeutica in Neurologia e Psichiatria attraverso la Neuromodulazione Non-Invasiva”, il Congresso Nazionale in programma sabato 23 novembre a Roma dalle 09:00 alle 17:30 presso il Centro Congressi Roma Eventi Piazza della Pilotta, 4. L’appuntamento rappresenta un’occasione unica di aggiornamento sulle più importanti innovazioni terapeutiche per il benessere del cervello e la salute mentale che vedrà la partecipazione dei maggiori esperti internazionali. Un evento organizzato da Brain&Care Research Foundation sotto il coordinamento scientifico della Dottoressa Graziella Madeo e del Professor Giacomo Koch, che in questa intervista esclusiva ci anticipano i temi principali del Congresso.

Con quale obiettivo è nato il “Congresso Nazionale su Salute Mentale e Neuroscienze”? Quali macro temi affronterete e come saranno approfonditi?

Dott.ssa Madeo: Questo congresso nasce con l’obiettivo di affrontare e rispondere in modo innovativo alle sfide poste dalle malattie neurologiche e psichiatriche, che hanno un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone e sui sistemi sanitari. L’evento vuole essere un punto di aggiornamento scientifico e di confronto per i professionisti del settore, mettendo al centro l’uso delle tecniche di neuromodulazione non-invasiva, come la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), e le neurotecnologie che stanno rivoluzionando i percorsi diagnostico-terapeutici e la ricerca sui disturbi neurologici e psichiatrici.

In che modo il Congresso sarà anche un’occasione di scambio, formazione e confronto tra professionisti?

Prof. Koch: Questa è una occasione importante di scambio, formazione e confronto tra professionisti grazie a diverse iniziative progettate per favorire l’interazione e la condivisione delle conoscenze. L’evento è inoltre accreditato ECM e le sessioni scientifiche garantiranno un aggiornamento di alto livello sulle più recenti evidenze e tecniche in ambito neurologico, psichiatrico e psicologico. Saranno presenti alcuni dei maggiori esperti nazionali e internazionali nel campo della neuromodulazione non-invasiva che condivideranno le loro ricerche e applicazioni cliniche, permettendo ai partecipanti di acquisire competenze pratiche e di discutere strategie innovative per il trattamento di numerose condizioni patologiche che minano la salute del cervello. Ci saranno diversi momenti dedicati alle domande e al dibattito. Quest’anno è prevista anche una sessione di presentazione dei contributi scientifici da parte di giovani ricercatori. Un altro momento importante sarà la presentazione della Italian Society of Non-Invasive Neuromodulation and Neurotechnology (ISNeT) offrirà un’opportunità unica per costruire reti collaborative e per sviluppare sinergie tra esperti impegnati nello studio delle tecnologie avanzate per il trattamento dei disturbi neuropsichiatrici.

La salute mentale è un tema tornato alla ribalta soprattutto dopo l’era pandemica, che tanto ha “compromesso” il benessere dei giovani. Come si può intervenire in loro supporto?

Dott.ssa Madeo: Il supporto al benessere mentale dei giovani, particolarmente compromesso durante e dopo l’era pandemica, richiede un approccio integrato e multidisciplinare. È cruciale sviluppare strategie di prevenzione e intervento che tengano conto delle esigenze specifiche di questa fascia della popolazione, favorendo l’accesso a trattamenti efficaci e innovativi. Le tecniche di neuromodulazione non-invasiva, come la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), rappresentano una delle risorse più promettenti. Queste tecnologie sono sicure ed efficaci anche per giovani con disturbi come ansia, depressione e dipendenze, e possono essere integrate con percorsi psicoterapeutici e programmi di riabilitazione. Un elemento chiave è la personalizzazione del trattamento, che consente di adattare le terapie ai profili neurobiologici e psicologici specifici dei pazienti per ottenere risultati migliori. È anche importante investire in programmi educativi e di sensibilizzazione che promuovano la consapevolezza della salute mentale, riducendo lo stigma associato e incoraggiando i giovani a chiedere aiuto tempestivamente.

Le patologie del sistema nervoso sono responsabili del 10% del carico globale di malattia: che futuro ci aspetta e quali sono le principali sfide da affrontare da un punto di vista medico?

Prof. Koch: Il futuro della gestione delle patologie del sistema nervoso è complesso e presenta numerose sfide da affrontare. Con l’invecchiamento della popolazione, in particolare nei Paesi industrializzati, ci si aspetta un aumento significativo dell’incidenza di malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson, nonché di disturbi mentali come depressione e ansia. Questo richiede un ripensamento dei modelli di cura e di prevenzione, con un approccio che integri le più avanzate tecnologie terapeutiche e diagnostiche. Una delle principali sfide mediche è sviluppare terapie sempre più personalizzate e precise. Questo implica una maggiore comprensione dei meccanismi neurobiologici alla base di queste patologie e l’uso di tecniche innovative come la neuromodulazione non-invasiva, che possono modulare in modo mirato i circuiti cerebrali coinvolti. Parallelamente, c’è bisogno di un’integrazione efficace tra trattamenti farmacologici, interventi psicoterapeutici e nuove tecnologie per ottenere migliori risultati clinici e per garantire una medicina centrata sulla persona. Inoltre, sarà fondamentale formare i professionisti sanitari e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della salute cerebrale, promuovendo politiche sanitarie che garantiscano accesso equo alle cure e supportino la ricerca scientifica. La collaborazione interdisciplinare e l’innovazione saranno i pilastri per affrontare le sfide future e migliorare la qualità della vita delle persone.

In Italia la popolazione è sempre più anziana e le malattie neurologiche come Alzheimer e morbo di Parkinson rappresentano già oggi la principale causa di disabilità e la seconda causa di mortalità. Di che numeri parliamo? C’è sufficiente consapevolezza rispetto a queste patologie?

Prof. Koch: Nonostante l’elevata prevalenza di queste patologie, la consapevolezza pubblica rimane insufficiente. Molti individui non riconoscono i sintomi iniziali o sottovalutano l’importanza di una diagnosi precoce, che è cruciale per gestire efficacemente la progressione della malattia. Inoltre, persiste uno stigma sociale associato alle malattie neurodegenerative, che può ostacolare la ricerca di assistenza e supporto adeguati. Per affrontare queste sfide, è essenziale promuovere campagne di sensibilizzazione che informino la popolazione sui sintomi, le opzioni terapeutiche e l’importanza di un intervento tempestivo. Iniziative educative rivolte sia al pubblico generale che ai professionisti sanitari possono contribuire a migliorare la comprensione e la gestione di queste patologie, favorendo una diagnosi precoce e un trattamento più efficace.

L’Associazione Club Medici, proprietaria della testata “La voce dei medici”, ha fondato nel 2018 il network “Cultura è Salute”, che crede fortemente nel connubio tra discipline artistiche e benessere. Ritenete che l’arteterapia possa fare la sua parte come terapia per la salute mentale e per le malattie neurodegenerative?

Dott.ssa Madeo: Assolutamente sì, l’arteterapia può avere un ruolo importante nel supportare la salute mentale e nel trattamento delle malattie neurodegenerative. Le discipline artistiche, come la musica, la pittura e il teatro, favoriscono l’espressione delle emozioni, migliorano la qualità della vita e possono aiutare a ridurre i sintomi di ansia, depressione e isolamento sociale, che spesso si associano a patologie psichiatriche e neurodegenerative. In ambito neurologico, studi scientifici hanno dimostrato che l’arteterapia può stimolare la plasticità cerebrale, migliorando le funzioni cognitive residue e rallentando la progressione di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. Inoltre, le attività artistiche offrono ai pazienti l’opportunità di esprimere le proprie emozioni e di mantenere attivi i circuiti cerebrali legati alla creatività, all’attenzione e alla memoria. Questo può favorire una maggiore connessione sociale e un senso di benessere, elementi essenziali per una gestione più completa e umana delle malattie. Il connubio tra arte e salute, promosso dal network “Cultura è Salute”, è un esempio eccellente di come approcci multidisciplinari possano integrare le terapie tradizionali, offrendo un modello olistico che abbraccia l’intera persona, non solo i sintomi della malattia. È fondamentale continuare a esplorare queste integrazioni, sostenendo laricerca sull’efficacia dell’arteterapia e promuovendo programmi che uniscano arte e scienzaper il benessere dei pazienti.