14 Novembre 2024
“In Trappola. Giovani, parole e linguaggio. Come liberarsi da stereotipi e modelli sessisti” è un libro scritto dalla psicologa Chiara Di Cristofaro insieme alle giornaliste Simona Rossitto e Livia Zancaner del Gruppo 24 ORE ed edito dal Sole 24 Ore, con la prefazione dell’attrice Anna Foglietta e le illustrazioni di Anarkikka– che, partendo da un’inchiesta sul linguaggio, vuole indagare quanto siano profonde, anche nelle nuove generazioni, le radici della violenza sulle donne.
“Sei proprio una femminuccia. Se esci con le tue amiche ti mollo. Sembri una tr**a. Ma sei gay?”Sono le frasi che risuonano, ancora oggi, nei discorsi delle ragazze e dei ragazzi. Giovani che, da una parte, conoscono la parità di genere, sanno cosa siano il linguaggio inclusivo e quello violento, ma dall’altra spesso parlano e agiscono nella peggiore tradizione maschilista. In un periodo in cui in Italia, nonostante le leggi e l’attenzione sempre più alta, i numeri mostrano un aumento delle violenze sessuali, soprattutto tra i minorenni e femminicidi che si ripetono, uno ogni tre giorni, con vittime anche giovanissime. La violenza inizia in famiglia, prosegue tra i banchi di scuola, trova una cassa di risonanza nei social network, sui media, nei testi delle canzoni, nelle aule dei tribunali. “Una parola non ha mai ucciso nessuno”, si ripete in continuazione. Ma le parole traducono il pensiero, che determina i comportamenti.
Così, partendo dal lavoro su Alley Oop, il blog sulla diversity del Sole 24 Ore, le autrici hanno realizzato un’inchiesta che ha coinvolto adolescenti e insegnanti di tutta Italia e che riguarda scuola, famiglia, musica, social, media, lingua e sentenze. Ne esce la fotografia di una generazione “in trappola”, divisa tra modelli maschilisti – come mostra anche la trap – e il desiderio di vivere in una società in cui le donne siano davvero libere di scegliere. E se è vero che le parole pesano come pietre, allora questo peso può essere la leva del cambiamento.
“Questo libro – dichiara Anna Foglietta, attrice, nella prefazione – va nella giusta direzione, che è quella di fornire uno strumento utile agli adulti per dialogare e confrontarsi con le ragazze e i ragazzi. Il lavoro, d’altronde, dovrebbe cominciare già dalla scuola materna, ma il fulcro del problema va affrontato alle scuole medie. Sono gli anni più complicati per i figli, quando fanno fatica a definirsi, hanno bisogno di lavorare sul linguaggio, sulla propria personalità”.