Zoom

Interruzione volontaria di gravidanza: tu che ne pensi?

25 Ottobre 2024

La legge che in Italia consente di interrompere volontariamente una gravidanza è la 194, approvata il 22 maggio del 1978. Prima di allora il Codice Rocco del 1930 considerava l’ivg un “delitto contro l’integrità e la sanità della stirpe”, con pene dai due ai cinque anni di carcere. Oggi, dopo le recenti dichiarazioni del Papa che ha definito “sicari” i medici che praticano l’ivg, si riaccende il dibattito attorno a questo tema così delicato, ma tanto attuale. Chi pratica l’ivg è svantaggiato rispetto agli obiettori di coscienza? La legge 194/78 è applicata senza resistenze? Le strutture sanitarie accolgono con rispetto le donne che scelgono d’intraprendere questo percorso? Le parole del Pontefice sono state offensive per la classe medica? Abbiamo rivolto queste domande ai professionisti della sanità ed ecco le prime reazioni; ci auguriamo che questi pareri alimentino la discussione  in modo costruttivo, pragmatico e non ideologico, a tutela della salute delle donne.

Mi sono laureata nel 1978 e specializzata in ostetricia e ginecologia nel 1982. Ho partecipato al movimento delle donne che rivendicavano il diritto di decidere del proprio corpo. Ho praticato per più di vent’anni le interruzioni di gravidanza, senza problemi, anche se la maggior parte dei colleghi erano obiettori. Certamente non ne ho avuto alcun vantaggio economico né sono stata favorita nella carriera. Ma la cosa peggiore è stato vedere come i politici nazionali si sono disinteressati dell’applicazione della legge, soprattutto quando si rese disponibile l’aborto farmacologico. Posso dare atto al ministro Speranza di aver fatto del suo meglio per favorire l’applicazione. Sarà per questo che è durato così poco? Ora sono in pensione, ma ho pensato di aderire alla vostra iniziativa, perché mi sembra un segnale di interesse straordinario. Grazie”.

Sara Scuppa, ginecologa


La vita inizia dal concepimento, questo è dimostrato dalla Scienza medica, non si può dire diversamente. Le dimensioni di una vita che si sta formando e crescendo nel ventre materno ha la sua dignità e diritto di vivere come qualsiasi altra persona. L’aborto è omicidio!”.

Francesca Postorino, psicoterapeuta


È vergognoso che in un paese civile e laico si faccia di tutto per impedire che una legge dello Stato venga di fatto applicata. Dovrebbe essere ammesso solo una percentuale massima di obiettori di coscienza negli ospedali. I diritti delle persone vanno rispettati. Tutti. Non solo alcuni”.

Valentina Batini, nefrologa


Sono figlia di una donna che ha dovuto sposarsi perché era incinta. Nella Casa dello Studente Universitaria, le coppie si formavano, si lasciavano. Ogni tanto vedevo sparire la donna di una di queste coppie, per poi vederla riapparire incinta, solo per un momento fugace; ma dopo non le vedevo più: solo lei aveva rinunziato ai propri sogni perché lui continuava! Ho deciso che avrei impiegato la mia vita perché questo non accadesse più. Nel reparto di ginecologia nel quale lavoravo, ero l’unica dei già pochi non obiettori a rendermi disponibile per seguire in prima persona per tutto il percorso le donne trattate con RU486. Perché è più facile fare l’intervento chirurgico. Io, per tre giorni e per sempre ero il loro punto di riferimento, per difenderle dagli obiettori che non vedevano l’ora di raschiarle, per punirle. Comunque, la cosa più bella che abbia fatto, in tutta la mia vita, è mia figlia!”.

Rosetta Di Pasquale, ginecologa


Sono un Medico NON OBIETTORE, ho attuato al legge 194/78 al POLICLINICO da BARI unico non obiettore tra 50 medici in servizio. Sono stato tra i primi a mettere in atto il protocollo della pillola RU486 cioè aborto medico non chirurgico. Sul sito MEDICITALIA sono referente per la Ginecologia e Ostetricia e cerco di fare informazione corretta sull’uso dei metodi contraccettivi, che potrebbero essere l’arma migliore per la riduzione delle Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG) e cancellare una piaga ancora presente quella dell’aborto clandestino”.

Nicola Blasi, ginecologo


La legge sull’ IVG è un crimine contro l’umanità e deve essere abolita il prima possibile”.

Vincenzo Caporali, medico di medicina generale


Credo che in Italia la legge 194 andrebbe rivista e andrebbe potenziata la rete di sensibilizzazione e prevenzione. Ci sono ancora troppi aborti evitabili. Esiste il diritto della donna ad autodeterminarsi, ma esiste anche il dovere della nostra società a proteggere il futuro nascituro che ha diritto di nascere in quanto già vita. Propongo sia semplificata la legge sull’adozione, considerando che in Italia molte coppie idonee rimangono senza figli per la difficoltà ad adottare bambini di nazionalità italiana”.

Irene Barbarisi, psicoterapeuta


Penso sarebbe il caso, sull’argomento, di affrontarlo in maniera UMANA e PREVENTIVA, prima di ogni altra cosa. Intendo dire che per evitare che come al solito il delitto si consumi ancora una volta sulla pelle delle donne sia il caso di iniziare a fare a scuola atti di educazione in tal senso, ad opera di professionisti capaci e competenti che possano fornire strumenti di discernimento e di maturazione in grado di PREVENIRE il problema. Penso sia ora di partire dall’inizio e non dalla fine, di evitare polemiche strumentali e sterili nonché dannose, che non risolvono nulla. Siamo stanche di sentire solo chiacchiere e nessun fatto concreto”.

Mena Maione, ginecologa


Penso che non sia corretto nei confronti della vita. Ed è sempre un trauma per una donna. La prevenzione è meglio di dover interrompere e uccidere una nuova vita”.

Valeria Pulvirenti, medico di medicina generale


Grazie al referendum si è impedito a tante donne di sottoporsi a pericoli per la propria salute. La libertà di scegliere è vita, il progresso non va fermato. Tanti stupri intentati dalla violenza dei potenti vanno impediti.
Comunque poter utilizzare uno strumento non è doversene servire, ma poterlo scegliere, volendolo
”.

Giacomo Bruno, ortopedico


La legge è chiara. Chi lavora nel SSN non dovrebbe poter rifiutare IVG. CI sono migliaia di cliniche private”.

Francesco Agosta, psicoanalista


Sono sempre stato contrario all’aborto, però sono anche convinto che una legge del sì e del no non possa essere la soluzione al problema perché soprattutto durante il mio tirocinio di laurea ne ho viste tante di donne che venivano ad abortire per i più svariati motivi. Molte volte futili, ma altre volte generati dall’egoismo dell’uomo con cui avevano generato il figlio. In medicina bisogna prevenire prima ancora di curare. Prevenire vuol dire informare, creare coscienze, motivare verso uno scopo più alto della vita. E poi perché condannare la donna quando ha avuto come complice un uomo? Se la legge vuole un capro espiatorio, condanni anche lui, che in quel momento non era assente! Adesso la magistratura di Parma vuole la condanna di quella madre che ha ucciso i due figli. Ma la società come l’ha portato a quel gesto? Girano video dove donne bigotte (e forse sterili) chiedono che i medici prima di fare un aborto facciano sentire il battito cardiaco del feto. Pensate che la donna sia portata così facilmente ad abortire, quando è il male minore, come l’assenza di un lavoro, condizioni economiche di povertà, esclusione sociale. Sono contro l’aborto, ma ancor di più contro le cause che portano ad esso”.

Pio Suprani, medico di medicina generale


Il mio insegnante di medicina legale, il Prof. Cesare Gerin, diceva che la prevenzione dell’infanticidio è l’aborto, la prevenzione dell’aborto è la contraccezione. Parole sante! Considerate tutto ciò e vedrete che vi è la soluzione a tutti i problemi”.

Giancarlo Fischetti, urologo


Le donne non sono accolte sempre bene, i medici ivg sono discriminati, la 194 NON è applicata come dovrebbe tranne le note eccezioni. La Chiesa deve badare alla cura delle anime e rispettare la laicità dello Stato e del cittadino. I politici reazionari, abitualmente maschi con discutibili costumi e/o bacchettoni feroci, dovrebbero invece tacere e vergognarsi.”.

Giacomino Fagnani, pediatra


In pensione dal 2020 dopo 38 anni di servizio, sono sin dall’inizio della mia attività sulle posizioni espresse da Norberto Bobbio nel 1981 e che ora riporto: “Innanzitutto esiste il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere. Si può parlare di depenalizzazione dell’aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all’aborto. C’è anche il diritto della donna a non essere sacrificata nella cura dei figli che non vuole. E c’è un terzo diritto: quello della società in generale e anche delle società particolari a non essere super-popolate, e quindi ad esercitare il controllo delle nascite. Ho parlato di tre diritti: il primo, quello del concepito, è fondamentale; gli altri, quello della donna e quello della società, sono derivati. Inoltre, e per me questo è il punto centrale, il diritto della donna e quello della società, che vengono di solito addotti per giustificare l’aborto, possono essere soddisfatti senza ricorrere all’aborto, cioè evitando il concepimento. Una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere soddisfatto solo lasciandolo nascere”.

Guido De Paoli, medico di medicina generale


La legge sull’aborto non viene rispettata: le donne possono abortire a prescindere da qualsiasi limitazione prevista dalla normativa. Credo sia giustissimo prevedere che nei consultori siano presenti soggetti pro vita al fine di dare alle donne indicazioni su soluzioni alternative all’interruzione di gravidanza e testimoniare che la maternità non è una patologia, ma l’evidenza della forza e dignità della donna”.

Maria Rosa Angela Gajani, medico chirurgo


L’aborto equivale a spegnere una vita, lo ritengo moralmente inaccettabile”.

Ruggero Di Tizio, medico di medicina generale


Sono contrario, in generale, all’interruzione volontaria di gravidanza; la ammetto solo in casi eccezionali e con valido e grave motivo”.

Lorenzo Carrozza, odontoiatra


Dovremmo iniziare da una domanda: quale valore ha la vita di ogni individuo appartenente alla specie umana? Se non si parte da questo interrogativo e dalla relativa risposta, il dibattito sulla legge 194/78 è falsato in partenza”.

Stefano Trebbi, medico chirurgo


Sono cattolico praticante, ma questa volta non condivido il parere espresso da Papa Francesco. Ritengo che quella domanda non doveva essergli rivolta da parte dell’intervistatore; non poteva rispondere in modo diverso, se ci si pensa un po’. È pur sempre il capo della Chiesa Cattolica! L’IVG è prevista per legge e l’obiezione di coscienza è un fattore in più, dato in concessione dal legislatore alla classe medica. Per il lungo periodo trascorso in formazione non credo che tra colleghi ci si senta diversi tra chi pratica l’IVG e chi si rifiuta in quanto obiettore”.

Rocco Cacciacarne, psicoterapeuta


Ho praticato come anestesista l’IVG dal primo giorno. In un grande Ospedale. Ho dovuto farlo in giro in molte altre strutture pubbliche perché i colleghi erano obiettori. Per le pazienti non era mai facile e le strutture le supportavano con difficoltà anche se non ho mai visto troppi ostacoli”.

Enrico Massimo Arosio, anestesista


Ho 45 anni ed ho la fortuna di lavorare in un ospedale dove per più della metà siamo non obiettori; il che semplifica questo compito – ahimè – comunque doloroso. Nella mia realtà trovo grande disponibilità all’applicazione della legge 194, sia sul territorio che in ospedale”.

Marina Zorzi, ginecologa


Avendo qualità modeste, ho sempre cercato di fare al meglio il mio lavoro, impegnandomi con tutte le mie forze e i miei limiti. Ospedaliero per 33 anni in Medicina Interna e poi Gastroenterologia (prima “vagante” in vari campi della sanità pubblica). Gente ne ho vista tanta, non distrattamente. Il 5° comandamento l’ho infranto involontariamente qualche volta. Qualcuno l’ho salvato, qualcuno l’ho fatto star meglio, tutti li ho assistiti. Ora sono a fine corsa: è tempo di bilanci”.

Giorgio Gotta, medico ospedaliero


Penso che un medico che pratica l’ivg NON sia svantaggiato. Ritengo anzi che un obiettore di coscienza dovrebbe NON poter lavorare in una struttura pubblica. La legge 194 NON è purtroppo pienamente applicata e spesso le donne non vengono accolte in modo corretto nelle strutture che praticano l’ivg”.

Paolo Carbonatto, medico di medicina generale


Il medico che pratica l’IVG è svantaggiato rispetto all’obiettore per il carico di lavoro AGGIUNTIVO e, in certi contesti religiosi, anche per la carriera. La legge 194/78 è applicata forse con meno resistenze rispetto al passato, ma bisogna avere dati attendibili per un bilancio più approfondito. Come vengono accolte le donne? Dipende dal livello di ipocrisia degli operatori. Sulle parole del Pontefice, il Papa fa il suo mestiere e non si può pretendere che dica cose diverse. È chi è preposto a garantire un servizio che spesso non fa il suo mestiere ed “usa” l’obiezione di coscienza. L’obiezione di coscienza andrebbe abolita, mantenendola solo per i medici già obiettori o per coloro che già frequentano la specializzazione in ostetricia e ginecologia. Dopo di che i contrari all’interruzione di gravidanza potranno tacitare la propria coscienza e garantirsi un adeguato futuro professionale scegliendo tra cinquanta e più specializzazioni. Un modesto sacrificio a fronte di coloro che, nei secoli, hanno affrontato tortura e morte per motivi di coscienza”.

Fabrizio Marcella, radiologo


A volte ci sono polemiche inutili. Da sempre esiste l’aborto e lo decide la donna secondo la sua coscienza perché la natura ha affidato a lei per 40 settimane la vita e la salute del feto. La legge non fa che prendere atto di questa realtà e permettere che i medici svolgano un servizio utile a impedire conseguenze peggiori per la salute della donna. Penso che il Santo Padre a volte non pesi le parole anche per la madre lingua diversa”.

Antonino Rizzo, medico internista


Nefrologo da 40 anni con esperienze di medicina interna e consulenze ostetrico/ginecologiche ospedaliere. Ora in pensione. Ho profondo rispetto per le donne e il loro potere di autodecisione. Per cui si all’autodeterminazione anche per l’interruzione di gravidanza”.

Angelo Rigotti, nefrologo


Da episodi che mi sono stati riportati, so di significative difficoltà che incontra una donna che intenda interrompere la gravidanza. Riguardo alle parole del Papa trovo spiacevole che il Pontefice definisca sicario un medico che esercita secondo le leggi del nostro paese la sua professione. Da sempre la chiesa cattolica è una struttura oscurantistica e dogmatica, ma personalmente non mi riguarda”.

Carlo Mazza, neurochirurgo


Come medico e come essere umano che cerca di salvare la vita agli altri esseri umani, sono assolutamente contrario all’aborto, che è l’interruzione volontaria di una vita”.

Giuseppe Fariselli, oncologo