24 Ottobre 2024
Cambiamento climatico, guerre e flussi migratori sono i temi che incidono maggiormente sulla serenità e la vita quotidiana; seguiti da studio, lavoro, famiglia e relazioni sociali. Molti i giovani che scelgono di chiedere aiuto in caso di necessità (64,7%) e che si sentono fortemente connessi ai luoghi di cultura, considerandoli un potente stimolo per attivare curiosità e creatività (84,7%), oltre che un’importante palestra emotiva e sensoriale, eun modo alternativo ai percorsi istituzionali per affrontare la propria crescita personale e collettiva. Il 58,5% delle persone afferma di sentir parlare di salute mentale principalmente sui social network. È la fotografia scattata dall’associazione culturale Club Silencio di Torino, che ogni anno esplora un tema rilevante per i giovani under 35.
Realizzata in collaborazione con MinD Mad in Design, la ricerca si è concentrata sul benessere mentale, stimolando la partecipazione dei giovani al dibattito attraverso sondaggi interattivi che esplorano percezioni, pregiudizi e il concetto di “spazio del benessere” in relazione anche al concetto di spazi culturali come luoghi di rigenerazione. Da febbraio ad agosto 2024, attraverso uno stand YouthLAB, sono state registrate oltre 5.000 interazioni con il pubblico nel corso di 31 eventi, molti dei quali all’interno di istituzioni culturali che hanno ospitato il format “Una Notte al Museo”.
Salute mentale e benessere: un tema prioritario
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. Dimostrandosi allineati a questo modello biopsicosociale (77,9%), gli intervistati hanno permesso di far emergere i temi sociali e di attualità che maggiormente influenzano il loro benessere. Prime fra tutti le guerre (41,1%), che rappresentano una fonte di angoscia destabilizzante, seguito dal cambiamento climatico (33,2%), e dai flussi migratori (25,1%), riflettendo una sensibilità verso le questioni legate alle migrazioni e alle loro conseguenze sociali e politiche. A queste tematiche si aggiungono fattori legati alla famiglia e alle relazioni personali (87,4%), che contribuiscono ad aumentare ulteriormente il carico emotivo. Quest’ultimo dato mette in evidenza il ruolo centrale della famiglia come punto di riferimento, così come i rapporti costruiti nel percorso di vita personale. Inoltre dalla raccolta dei dati emerge come la serenità sia anche strettamente legata al percorso scolastico o professionale (87,1%).
Riconoscere il problema e chiedere aiuto nel periodo di difficoltà
Mentre il 58,5% delle persone afferma di sentir parlare di salute mentale principalmente sui social network, il 64,7% degli intervistati di fronte a un momento di difficoltà opta per la richiesta d’aiuto di una persona fidata tra le proprie relazioni con cui parlare. È un’inaspettata percentuale che da conforto e che dimostra profondità personale e collettiva, nonché una visione e consapevolezza di sé e delle proprie reazioni. Allo stesso modo, i dati confermano che la maggior parte (58,7%) degli intervistati tende a incoraggiare le persone vicine in difficoltà a chiedere aiuto, parlarne con qualcuno della sua cerchia di relazioni, ponendosi in una modalità di accoglienza e ascolto, invece che di svalutazione del problema di fronte al quale il 75,1% ritiene che chiedere aiuto, nelle sue diverse modalità, consente di creare un senso di appartenenza e di rete necessari non solo per avere consapevolezza di una situazione delicata e fragile, ma anche per provare a gestirla.
Luoghi di cultura e benessere
A fronte di questi dati e del quadro emerso, qual è l’impatto della cultura sul benessere psicologico dei giovani under 35? Dai dati raccolti, la maggior parte dei partecipanti si sente fortemente connessa ai luoghi di cultura, considerandoli un potente stimolo per attivare curiosità e creatività, oltre che un’importante palestra emotiva e sensoriale. Se solo una piccola percentuale (7,2%) rimane indifferente al suo impatto trasformativo, l’84,7% degli intervistati riconosce che l’esposizione ad arte, musica e altre esperienze culturali attiva la propria sfera emotiva, permettendo di entrare in contatto con il proprio lato più profondo e sperimentare un’ampia gamma di emozioni, coinvolgendo sia il corpo che la mente e favorendo lo sviluppo delle capacità creative. Il 69,2% trova nelle esperienze culturali un modo alternativo ai percorsi istituzionali per affrontare la propria crescita personale e collettiva. La partecipazione culturale viene vissuta in modo attivo, con il desiderio di esplorare nuove esperienze, anche tecnologicamente avanzate, per costruire un’identità più solida e aperta al contesto sociale.
Prospettive future e impegno per il benessere giovanile
Un calo della popolazione giovanile da un lato e un passaggio verso l’età adulta che, per ragioni sociali, lavorative e politiche attuali, viene sempre più rallentato e ostacolato nel suo naturale sviluppo verso l’autonomia dall’altro contribuiscono a far emerge il carico che la società impone ai giovani, dimostrando una difficoltà nel dialogare con questa generazione e la necessità di politiche di supporto per i giovani, inclusi incentivi all’autonomia e all’educazione. Una sfida per tutto il Paese che richiede interventi mirati per agevolare l’integrazione dei giovani nella società con strategie di ascolto, sviluppo e accompagnamento verso esperienze concrete di auto-riflessione e apprendimento, rinforzando il messaggio che progetti come YouthLAB Che Succ? mirano a veicolare e diffondere e promuovendo un senso di responsabilità personale nel prendersi cura del proprio benessere e di quello altrui, favorendo una comprensione completa e sfaccettata di queste tematiche.