4 Ottobre 2024
Ancora un successo per Brunello Pollifrone. Le elezioni per il rinnovo della Commissione Albo Odontoiatri Ordine di Roma e degli organi collegiali dell’Ordine dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma, concluse nella serata di lunedì 30 settembre, hanno riconfermato con il 72% delle preferenze valide, la lista “Insieme”, sostenuta da ANDI Roma, decretando l’elezione di tutti i suoi nove candidati: Nicola Illuzzi, Giovanni Migliano, Antonio D’Apolito, Francesco Carpenteri, Rebecca Jewel Manenti, Vincenzo Campanella, Arianna Patriarca, Piero Bianco, sotto la presidenza del Dottor Brunello Pollifrone. In questa intervista affrontiamo con lui i principali temi d’attualità che riguardano l’odontoiatria e la sanità italiana.
Dott. Pollifrone arriva la riconferma a presidente CAO: che segnale danno queste elezioni?
Vorrei innanzitutto sottolineare la larghissima partecipazione degli odontoiatri: l’affluenza stavolta è stata davvero alta e per la prima volta nella storia dell’ordine di Roma si è superata la presenza di 1.300 votanti, 1.333 per la precisione, questo non era mai successo prima. Trascinare così tante persone a votare non è affatto scontato quindi già questo è un segnale importante per tutti noi: ci fa pensare che siamo amati, stimati, con quasi il 75% delle preferenze si tratta di una vittoria con una percentuale altissima e che conferma il buon lavoro svolto negli anni precedenti. Un altro aspetto di grande conto è che con la lista “Insieme” è stata decretata anche l’elezione di tutti e nove i candidati e questo ci darà la possibilità di muoverci e confrontarci in modo compatto. È un successo che getta basi solide per ripartire da dove abbiamo concluso e con l’auspicio di fare ancora meglio: i colleghi romani hanno capito e vogliono andare avanti nel segno della continuità, dopo un quadriennio molto complesso per via del Covid-19, dal quale siamo comunque usciti bene.
Come descriverebbe lo stato di salute dell’odontoiatria a Roma? Quali sono le criticità della categoria, dunque da dove si riparte?
Ci tengo ad uscire dai soliti cliché perché li stiamo superando, mentre vorrei sottolineare che affronteremo subito il tema dei fondi sanitari integrativi, anzitutto a tutela della salute del cittadino e poi di noi professionisti. Siamo contrari al fatto che i pazienti vengano nei nostri studi con delle assicurazioni che hanno dei rimborsi economici ridicoli. Siamo piuttosto a favore di una forma assicurativa indiretta. Le tariffe attuali sono diventate inaccettabili per la nostra professione, molto più basse rispetto alla prestazione, anche perché i costi generali sono aumentati mentre noi siamo “fermi” con le stesse tariffe di dieci anni fa e questo non è più sostenibile. L’adeguamento tariffario è necessario sul costo reale. Inoltre lavoreremo secondo un percorso partecipato e condiviso con tutti gli interlocutori che rappresentano la professione odontoiatrica, ma soprattutto ascoltando direttamente gli iscritti, come già avvenuto più volte negli anni passati.
Sul fronte della formazione ritiene che si debba rivedere il fabbisogno formativo così da consentire ai nuovi laureati di essere assorbiti meglio dal mondo del lavoro?
È insostenibile questa tendenza per cui oltre le università statali si stanno aggiungendo sempre più università private, italiane ed estere, che “sfornano” troppi laureati in odontoiatria; ogni anno contiamo mediamente 1400 laureati in odontoiatria, è un numero altissimo che non corrisponde alle reali richieste del mondo del lavoro e andrebbe regolamentato diversamente. È necessario prestare attenzione a questa situazione e rivedere il fabbisogno formativo così da consentire ai nuovi laureati di essere assorbiti dal mondo del lavoro.
Infine vuole commentare le recenti aggressioni a medici ed infermieri?
Sono allibito dall’assenza di controllo, in qualsiasi ente pubblico sono presenti vigilantes o telecamere, invece negli ospedali pubblici e nei PS chiunque può entrare liberamente e comportarsi come meglio crede. Gli episodi ormai sono troppi e bisogna intervenire, anche se per onestà bisogna aggiungere che il problema non è solo di chi compie questi atti ingiustificabili (spesso persone violente o con precedenti penali, n.d.r.), ma c’è anche la difficoltà del Ssn di assorbire i pazienti e garantire le cure nei tempi giusti. Troppo spesso leggiamo di tempi di attesa lunghissimi, con conseguenze sulla salute dei pazienti stessi, e questo non è accettabile. Mancano i medici e gli infermieri, non ci si può girare dall’altra parte rispetto a questo dato di fatto, che dovrebbe spingere ad azioni concrete per una soluzione il più rapida possibile.