23 Settembre 2024
Intervista a Giuseppina Campisi, Odontoiatra presso il Policlinico di Palermo, Professoressa presso “Università degli Studi di Palermo”, Consigliere Nazionale presso SIPMO – Società Italiana di Patologia e Medicina Orale.
Si chiama “Anna e Marco” la graphic novel che racconta il vissuto delle pazienti oncologiche del Policlinico di Palermo. Un’idea innovativa e con una finalità molto precisa: quale?
La graphic novel “Anna e Marco” utilizza il linguaggio visivo e narrativo per trattare temi medici complessi in modo diretto, accessibile e coinvolgente. L’obiettivo è raccontare l’esperienza dei pazienti, in particolare delle donne con malattia oncologica, con un focus sui temi legati alla diagnosi e cura del cancro, e ai percorsi di prevenzione delle possibili reazioni avverse del cavo orale da farmaci. La storia è ambientata al Policlinico “P. Giaccone”, esemplificativa della real life del paziente e dei sanitari coinvolti, mira a sensibilizzare il pubblico, in particolare su temi legati al percorso oncologico, rendendo più comprensibile e umano il vissuto delle pazienti.
Il fumetto è anche un supporto emotivo e psicologico perché, attraverso i protagonisti, Anna e Marco, la graphic novel vuole offrire un sostegno emotivo, mostrando che le difficoltà legate alla malattia non sono vissute in solitudine, ma possono essere condivise, facilitando l’elaborazione del dolore e della paura. Il nostro intervento mira a rendere la comunicazione accessibile attraverso il linguaggio visivo ed efficace per spiegare concetti medici complessi, rendendoli più accessibili a un vasto pubblico, incluse persone non esperte di oncologia. L’opera contribuisce anche a ridurre lo stigma sociale associato al cancro, promuovendo la comprensione e l’empatia. “Anna e Marco” vuole anche informare su aspetti pratici della malattia, dal punto di vista medico e umano, educando il pubblico a un approccio più consapevole nei confronti della prevenzione, delle cure e del sostegno ai malati.
Il fumetto vede la collaborazione di diverse professioniste: ci racconta come avete intrecciato le diverse esperienze e come avete sviluppato il progetto?
Il progetto della graphic novel “Anna e Marco” è nato nel contesto dell’Università di Palermo, dove si stava già sviluppando la graphic medicine, applicata alla Medicina e Oncologia orale per aiutare i pazienti ad affrontare la biopsia orale. Ad occuparsene Monica Bazzano, psicoterapeuta e dottoranda UNIPA, e Giuseppina Campisi, professore ordinario di Malattie Odontostomatologiche e Resp. dell’Unità di Medicina orale del Policlinico di Palermo. Per “Anna e Marco” ci si è avvalsi, in multidisciplinarietà, della consulenza clinico-scientifica di Maria Rosaria Valerio, prof. Associato di Oncologia medica e dell’expertise grafica della giovane illustratrice Sofia Sanfilippo, che ha dato vita al fumetto. Il core-message clinico è il percorso diagnostico-terapeutico del cancro alla mammella e della prevenzione dell’osteonecrosi delle ossa mascellari, privilegiando la comunicazione medico-paziente, rendendola più accessibile, specialmente di fronte a situazioni delicate come il cancro. L’integrazione delle diverse competenze è stata cruciale per intrecciare l’aspetto psicologico, medico e artistico. La Dr.ssa Bazzano ha fornito il supporto psicologico, concentrandosi sulle dinamiche emotive delle pazienti, mentre le professoresse Campisi e Valerio hanno contribuito con la loro esperienza nella gestione e ottimizzazione dei percorsi di cura. Sofia Sanfilippo, studentessa all’accademia di belle arti di Palermo, ha realizzato “fumetto e illustrazione” traducendo queste esperienze vere in immagini, con il risultato di un’opera visiva capace di trasmettere le emozioni e le sfide legate alla malattia in modo empatico e coinvolgente. Questo strumento vuol promuovere un dialogo più aperto tra pazienti e medici, contribuendo al miglioramento dell’assistenza e del supporto emotivo durante il trattamento.
La graphic novel non si limita alla descrizione delle procedure mediche, ma ha il chiaro intento di porre l’accento sul benessere (anche) psicologico dei pazienti. Nella realtà ritiene che l’approccio dei medici con i pazienti sia sufficientemente empatico? Se sì, quanto può migliorare la risposta alle terapie e soprattutto lo stato d’animo di chi affronta un percorso di malattia?
La graphic novel “Anna e Marco” pone l’accento non solo sulle procedure mediche, ma anche sul benessere psicologico dei pazienti, evidenziando quanto sia fondamentale un approccio empatico nel rapporto medico-paziente. Nella realtà, sebbene ci siano numerosi medici che dimostrano una grande sensibilità e attenzione verso il benessere emotivo dei pazienti, non sempre questo approccio è uniforme. Molto dipende dalle singole esperienze e dall’ambiente di cura. L’ alleanza terapeutica è un elemento chiave che può influenzare notevolmente la risposta alle terapie e lo stato d’animo dei pazienti, perché sentirsi ascoltati e compresi riduce lo stress, l’ansia e la sensazione di isolamento che spesso accompagnano una diagnosi di malattia grave. In verità, un vero ed efficiente approccio empatico è sicuramente più appannaggio dello psicologo, grazie alle skills sviluppate durante il suo percorso formativo; il medico e l’odontoiatra devono, comunque, avere l’obiettivo di una reale relazione bidirezionale, fatta di buona comunicazione e di ascolto attivo, affinché si migliori il coinvolgimento del paziente nel proprio percorso di cura, aumentando la fiducia nelle cure proposte e, di conseguenza, migliorando l’aderenza alle terapie. Infatti, il paziente che si sente sostenuto emotivamente affronta con maggiore serenità il percorso di malattia, con effetti positivi anche sulla sua qualità della vita. In questo contesto, il supporto dei caregiver svolge un ruolo cruciale. E’ noto che coinvolgere attivamente chi assiste il paziente, sia dal punto di vista fisico sia emotivo, contribuisce a un empowerment del paziente stesso. L’empowerment serve, infatti, al paziente per sentirsi protagonista del proprio percorso di cura, e il sostegno dei caregiver diventa fondamentale per offrire quel supporto continuo che va oltre le sole cure mediche. Un paziente sostenuto, sia dai medici sia dai caregiver, è più motivato a partecipare attivamente alle decisioni riguardanti la propria salute, affrontando la malattia con maggiore fiducia e resilienza.
Il nostro Portale di “Cultura è Salute” ha raccolto in questi anni molte testimonianze di “medicina narrativa”. A che punto siamo da un punto di vista pratico? A suo avviso viene sufficientemente utilizzata a supporto delle più tradizionali terapie?
La graphic novel come evoluzione figurativa della narrazione trova un parallelo affascinante con l’approccio di Rita Charon negli studi sui pazienti. La Charon, pioniera della medicina narrativa, ha evidenziato come la narrazione sia un potente strumento di cura, capace di dare voce all’esperienza soggettiva del paziente, integrando l’aspetto umano nella pratica medica. La graphic novel, con il suo intreccio di immagini e parole, rappresenta un’evoluzione naturale e innovativa di questa narrazione, offrendo nuove possibilità espressive per raccontare le storie di malattia, guarigione e sofferenza. Come la medicina narrativa mira a cogliere la complessità emotiva e personale del paziente, la graphic novel utilizza l’arte visiva per arricchire il racconto, aggiungendo dimensioni di empatia, interpretazione e immediatezza che il testo da solo non può trasmettere. Questo metodo si dimostra particolarmente efficace per narrazioni mediche, dove le esperienze di salute e malattia possono essere difficili da esprimere a parole. In tale contesto, la graphic novel si distingue come un mezzo innovativo nella medicina narrativa, capace di rendere visibile l’invisibile, di dare forma e colore a emozioni, sintomi e riflessioni che potrebbero rimanere inespresse attraverso altri mezzi. Tale approccio arricchisce il dialogo tra medico e paziente, stimolando una comprensione più profonda e sfumata delle esperienze cliniche. Nonostante la graphic novel stia emergendo come un mezzo innovativo nella comunicazione sanitaria, la medicina narrativa tradizionale, basata sul racconto orale o scritto, non è stata del tutto sostituita. Essa, nella sua forma classica, resta uno strumento insostituibile per molte ragioni. In primo luogo, la narrazione scritta o orale offre uno spazio intimo e riflessivo in cui il paziente e il medico possono costruire una relazione basata sulla parola, sull’ascolto profondo e sull’interpretazione reciproca. Il racconto personale, che Rita Charon e altri studiosi della medicina narrativa hanno promosso, permette al paziente di articolare le sue esperienze con il linguaggio che sente più vicino alla sua realtà, mentre il medico ha l’opportunità di comprendere la malattia non solo attraverso i sintomi, ma anche attraverso il vissuto del paziente. La capacità di ascoltare e comprendere le storie di vita dei pazienti rimane centrale per il processo diagnostico e terapeutico. Abbiamo scelto di inserire la graphic novel come efficace strumento per illustrare concetti complessi e rendere visibili dinamiche emozionali o fisiche difficili da descrivere, ma siamo consapevoli che la medicina narrativa tradizionale continua ad avere un valore insostituibile nella comunicazione sanitaria.