Pareri a confronto

Aggressioni ai medici e l’incapacità di accettare la morte

23 Settembre 2024

Di Paolo Lippe, oncologo

Per mia fortuna non sono mai stato aggredito, anche se faccio l’oncologo dal 1992, anno in cui ho conosciuto il mitico Dott. Francesco Recchia all’Oncologia di Avezzano, che mi ha affascinato e condotto a fare il suo medesimo lavoro. Ho deciso comunque di scrivere qualcosa perché sono stato oggetto di due episodi minori di stalking da parte di pazienti, uno dei quali con minacce, per fortuna risolti con l’intervento di Polizia e Carabinieri dai quali ci sentiamo molto ben protetti. Tuttavia i recenti avvenimenti come quello di Foggia, che sono solo la punta dell’iceberg, mi preoccupano moltissimo.

Mi sento piuttosto sicuro nel mio ospedale di Fano e nel mio reparto oncologico, frequentato soprattutto da pazienti molto educati e ragionevoli; credo non sia solo un problema di ordine pubblico, anche se in ospedale dovrebbero esserci molti più controlli e invece entrano ed escono praticamente tutti; se qualcuno dunque volesse perpetrare un crimine all’interno di un ospedale, non troverebbe alcun ostacolo e questo in Italia accade ovunque.

Il motivo reale della violenza nei confronti del personale sanitario è che si è perso il senso della realtà in merito all’unica certezza della nostra vita che è LA MORTE. Questa non è più considerata un fatto naturale che riguarderà tutti noi, ma è divenuta un’INGIUSTIZIA CHE VIENE SUBITA SEMPRE PER COLPA DI QUALCUNO. E quale luogo appare più adatto per perpetrare quest’ingiustizia, questo crimine? Ma l’Ospedale ovviamente!

Nell’800 il medico era un eroe, che con pochi mezzi TENTAVA Di guarire o addirittura di salvare la vita ai malati o a chi subiva un grave incidente. Gli si poteva SOLO essere riconoscenti, sia che riuscisse nel suo intento, sia che il malcapitato peggiorasse e morisse, proprio perché la morte era considerata un evento del tutto normale e L’ECCEZIONE ERA SALVARE UN PAZIENTE. Oggi al contrario, la SALUTE è diventata, per colpa di ciarlatani, pseudo-uomini di cultura e politicanti ipocriti, UN DIRITTO. E invece il cosiddetto “diritto alla salute” altro non è se non un’invenzione dell’uomo stesso, perché nessuno ci ha dotato di questo diritto alla nascita. NESSUNO!

Il diritto alla cura è un’altra cosa, è legittimo appannaggio della NOSTRA CULTURA LATINA e del nostro efficientissimo SSN, e va difeso con qualsiasi mezzo, ma la salute è esclusivamente una questione di fortuna e di vita sana, ma SOPRATTUTTO DI GENETICA!

E invece, secondo alcuni pochi (per fortuna), imbecilli, ignoranti, superficiali e incauti violenti per natura o professione, chi finisce in ospedale ha il diritto di guarire automaticamente, indipendentemente dalla gravità della prognosi; non solo: se questo non accade la colpa è sempre ed esclusivamente del personale sanitario che per questo va punito se non addirittura malmenato, o peggio, ucciso.

Una responsabilità enorme ce l’hanno i social e tutti i leoni da tastiera che con le stupidaggini che scrivono e riscrivono assurgono all’immeritato ruolo di detentori della verità senza possederne alcun requisito; un po’ come è avvenuto durante la pandemia da covid-19 con eccessi verbali sia da una parte che dall’altra e la conseguente proliferazione del dannosissimo effetto NO-VAX.

Auguro a tutti i miei Colleghi medici e infermieri di non subire mai aggressioni e auspico una sensibilizzazione dell’opinione pubblica, ma soprattutto del governo, perché cerchi di arginare questo DEPRECABILE FENOMENO.