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Aggressioni ai medici: reazioni e proposte

19 Settembre 2024

Il diritto alla salute che i professionisti della salute garantiscono non può essere disgiunto dal diritto alla sicurezza. Senza sicurezza, difficilmente l’assistenza potrà essere garantita con la massima efficienza. Chiediamo al Governo una risposta forte ed esemplare per garantire sicurezza e serenità ai medici e a tutti i professionisti sanitari. È necessario un Decreto-legge che contenga provvedimenti di tipo normativo, come l’arresto in flagranza differita e la piena applicazione della procedibilità d’ufficio, ma anche organizzativo, come sistemi di videosorveglianza, controlli agli ingressi con metaldetector, presenza di vigilanti ma anche postazioni fisse delle forze dell’ordine.

Filippo Anelli, presidente Fnomceo

Stiamo valutando quale sia la strada più veloce per introdurre l’arresto in flagranza differita anche per gli autori di violenze sugli operatori. Il tema sta a cuore a tutti. Non credo avremo difficoltà a trovare un accordo parlamentare. La situazione è insostenibile e vogliamo fermare l’escalation di aggressioni. Auspico un cambiamento culturale che non riguarda soltanto la sanità. Basta vedere cosa succede nelle scuole, dove vengono malmenati i docenti. A andarci di mezzo qui sono professionisti che cercano di tutelare la salute dei cittadini.

Orazio Schillaci, ministro della Salute

Abbiamo dato il via a una riflessione operativa sulle azioni più urgenti e non più rinviabili per la sanità italiana a partire da misure contro questa incredibile escalation di violenza a danno dei lavoratori di ospedali e strutture sanitarie. Su questi temi dobbiamo essere uniti. Ogni giorno le cronache segnalano episodi gravissimi, l’ultimo a Foggia a danno di tre infermieri, nella stessa struttura che pochi giorni fa era stata oggetto di una spedizione punitiva da parte di una cinquantina di persone. Un’aggressione premeditata, attuata con una modalità chiaramente mafiosa. Non possiamo abituarci a questa violenza, né possiamo militarizzare gli ospedali, per questo vanno introdotti il fermo di polizia e la flagranza differita, e guardiamo con interesse anche all’ipotesi Daspo per i violenti. Ma alla politica diciamo: fate presto, non c’è più tempo, occorre agire in fretta.

Giovanni Migliore, presidente Fiaso

Siamo di fronte a un vero e proprio cortocircuito culturale di un Paese in profonda crisi. Occorre investire in comunicazione, soprattutto, per quanto attiene alle strutture, tra personale sanitario e utenti, per ripristinare un clima di fiducia e di rispetto che si è andato perdendo. Serve tolleranza zero verso ogni forma di aggressione, verbale e fisica. Questo certamente è uno dei temi prioritari che affronteremo sinergicamente. La volontà congiunta di portare avanti un tavolo sulle priorità del Servizio sanitario nazionale costituisce per noi direttori generali, ma anche per gli enti locali che presidiano i territori, una roadmap che ha come unico obiettivo la tutela della salute pubblica e il benessere delle nostre comunità.

Fabrizio Alba, presidente Federsanità

Buona parte di quello che sta accadendo nei nostri ospedali e ai nostri sanitari è frutto di un evidente odio anche nei confronti dei vaccini, che in verità sono strumento della medicina moderna per difendersi dalle infezioni. Non c’è più quel riconoscimento del concetto di autorevolezza che un medico esprimeva. C’è stato in sostanza un abbassamento culturale negli ultimi 3-4 anni e che oggi vede il suo culmine. E la politica, a questo punto, dovrebbe domandarsi da che parte stare.

Matteo Bassetti, Primario di malattie infettive presso l’Ospedale S. Martino di Genova