19 Settembre 2024
Onde d’urto radiali e attività fisica adattata per un nuovo approccio alla SM: la realizzazione degli studi sui due percorsi terapeutici integrativi è stata resa possibile grazie all’impegno di Fabio Guglierminotti, in arte Fabio Wolf, ex atleta, colpito da SM, e dell’Associazione 160CM che ha fondato. A Torino nasce così il primo osservatorio sull’impatto dei due iter, disegnando nuove prospettive di cura e assistenza. I primi dati vengono presentati il 23 settembre.
Nasce a Torino il primo osservatorio su due percorsi terapeutici integrativi, le onde d’urto radiali e l’attività fisica adattata (AFA), pensati per migliorare la qualità di vita delle persone con Sclerosi Multipla (SM). La malattia, cronica, imprevedibile, progressivamente invalidante e una delle più frequenti cause di disabilità nei giovani, può influenzare la funzione delle aree cognitive, emotive, motorie, sensoriali, visive. Solo in Piemonte ne soffrono 10.000 persone, 130.000 in Italia. Due studi pilota, realizzati da Città della Salute e Università di Torino, saranno presentati lunedì 23 settembre nell’Aula Magna A. M. Dogliotti dell’Ospedale Molinette di Torino – ingresso da Corso Bramante 88 (ore 17-19).
Iscrizioni online all’indirizzo: Percorsi integrativi per la Sclerosi Multipla | Torino | 2024 – 160cm
Lo studio sull’AFA ha evidenziato miglioramenti significativi di alcuni parametri della deambulazione, della forza degli arti inferiori e della capacità aerobica, con effetti positivi sul benessere psico-fisico. Anche le onde d’urto radiali (ODU) si sono dimostrate efficaci nella riduzione dell’ipertono (ovvero contrazione continua, parziale e involontaria dei muscoli, anche a riposo). I due percorsi si confermano un utile strumento che va ad aggiungersi alle terapie già approvate, in grado di apportare innumerevoli benefici sulla salute e sulla funzionalità fisica delle persone con SM.
I due studi, su un campione complessivo di circa 70 pazienti, sono frutto dell’impegno di Fabio Guglierminotti, in arte Fabio Wolf, ex atleta, colpito da sclerosi multipla, fondatore, animatore e presidente dell’associazione 160CM che due anni fa, attraverso una raccolta fondi, ha donato il macchinario a onde d’urto radiali MP100 alle Molinette, dando parallelamente vita allo studio sulla loro efficacia, condotto dalla AOU Città della Salute e della Scienza di Torino in collaborazione con l’Università di Torino. La ricerca sugli effetti della Attività Fisica Adattata è poi frutto di una convenzione di 160CM con l’Università degli Studi di Torino – Centro Servizi SUISM (Struttura Universitaria di Igiene e Scienze Motorie).
La proposta dello studio “Valutazione dell’efficacia delle Onde d’urto radiali nella riduzione della spasticità focale in pazienti affetti da Sclerosi Multipla” è stata accolta dal Direttore Generale Giovanni La Valle. Lo studio è stato condotto nel 2023 dalla dottoressa Paola Cavalla, Responsabile S.S. Centro Sclerosi Multipla, dal professor Adriano Chiò, Direttore della SC Neurologia 1 Universitaria e del Centro Sclerosi Multipla e dai professori Giuseppe Massazza, Direttore del Dipartimento Ortopedia Traumatologia e Riabilitazione e Marco Alessandro Minetto, Direttore della scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa.
Lo studio, in corso di pubblicazione, ha coinvolto 30 persone con SM e spasticità, trattate con un ciclo di 4 applicazioni di ODU, una volta alla settimana e seguite per i 6 mesi successivi con scale validate della spasticità e della capacità di movimento. È stata dimostrata una riduzione dell’ipertono (ovvero contrazione continua, parziale e involontaria dei muscoli, anche a riposo) in tutti i tempi e fino a 6 mesi. È stato osservato inoltre un effetto positivo sia sulla velocità nel percorrere brevi tratti di cammino (test degli 8 metri) sia nel test di equilibrio e movimento detto TUG (tempo necessario per alzarsi, camminare 3 metri e risedersi) con un picco dopo 1 mese dal ciclo di ODU, ma effetti ancora obiettivabili a 3 mesi. Un ulteriore studio potrebbe pertanto andare a valutare se l’effetto del ciclo di ODU (realizzato come nel presente studio) può essere mantenuto con una seduta ogni 2 mesi.