2 Settembre 2024
La musica classica sembra essere in grado di migliorare l’umore e di alleviare la depressione, sincronizzando l’andamento delle onde cerebrali. A questa conclusione è giunto uno studio, condotto dagli scienziati del Center for Functional Neurosurgery presso la Shanghai Jiao Tong University. Il team, guidato da Bomin Sun, ha coinvolto 13 pazienti con depressione resistente al trattamento che avevano già degli elettrodi impiantati nella corteccia per la stimolazione cerebrale profonda. Che si tratti di Bach, Beethoven, Mozart o Chopin, è ampiamente riconosciuto che la musica classica può influenzare l’umore di una persona. In questo lavoro, gli autori hanno misurato le onde cerebrali attraverso una serie di tecniche di imaging per valutare gli effetti della musica classica occidentale sul cervello.
I risultati potrebbero essere utili per attivare delle risposte cerebrali nei pazienti che non rispondono ad altri trattamenti. “Il nostro lavoro – ha spiegato Bomin Sun – integra i campi della neuroscienza, della psichiatria e della neurochirurgia, fornendo una base per le future analisi mirate ad analizzare l’interazione tra musica ed emozione. Speriamo di tradurre i nostri risultati nella pratica clinica, sviluppando strumenti e applicazioni di musicoterapia convenienti ed efficaci“.
Gli autori hanno selezionato diversi brani di musica classica occidentale ed hanno osservato come i partecipanti con alto apprezzamento della musica erano associati ad una sincronizzazione neurale più significativa e migliori effetti antidepressivi, mentre nell’altro gruppo i risultati erano meno evidenti. I volontari sono stati suddivisi in due gruppi, a seconda del loro livello di apprezzamento del genere musicale. Gli esperti hanno scoperto che la musica sincronizzava le oscillazioni neurali tra la corteccia uditiva, responsabile dell’elaborazione delle informazioni sensoriali, e il circuito delle ricompense, che è responsabile dell’elaborazione delle informazioni emotive. Questa connessione sembra provocare effetti antidepressivi.