Cultura è Salute

Dalla stereoscopia a Brian May: storia di un medico fotografo con la passione per i Queen

11 Luglio 2024

Intervista al Dottor Almir Haliti, medico odontoiatra

Di professione Lei fa il dentista, eppure potremmo quasi definirla un’artista mancato?

L’arte è sempre stata una parte fondamentale della mia vita. Sono un polistrumentista, appassionato di musica, scrittura e fotografia. Fin da bambino sognavo di diventare una rockstar e per questo ho studiato la musica per coltivare questa passione. Ancora oggi, nonostante di professione io sia un dentista, dedico tempo alla ricerca e allo studio sia della musica che della fotografia perché credo che siano forme d’arte che possano esprimere emozioni e pensieri in modo unico e profondo.

Veniamo alla stereoscopia, di cui è un esperto. Cos’è? Perché ha deciso di approfondirla?

La stereoscopia è una tecnica che replica la visione tridimensionale dei nostri occhi in fotografia. Guardando due immagini identiche, distanziate di circa 6 cm e unendole con appositi visori, si ottiene un effetto tridimensionale che permette di apprezzare i dettagli in modo completamente nuovo. Personalmente mi sono avvicinato a questa tecnica grazie al libro “Queen in 3D”, una raccolta di foto della celebre band scattate nel corso degli anni. Guardare queste immagini in stereoscopia è stata per me un’esperienza straordinaria, come immergersi in un mondo completamente nuovo e vedere le foto con occhi diversi. Si possono notare dettagli e profondità che altrimenti sfuggirebbero con le foto tradizionali.

Tra l’altro da questa sua passione ne è nata una storia più unica che rara: un incontro con il mitico chitarrista dei Queen, Brian May. Ci racconta com’è andata?

La mia esperienza con la London Stereoscopic Company è stata davvero straordinaria. Grazie alla mia pagina Instagram “stereophoto ah” ho avuto l’opportunità di vedere la mia foto selezionata per essere pubblicata nel libro “Stereoscopy Is Good For You” e di partecipare alla presentazione privata a Londra. Ma la sorpresa più grande è stata ricevere un video da Brian May (editore del libro), che ha confermato la sua presenza all’evento. Quella sera ci ha accolto a braccia aperte ed è stato fantastico! Incontrare Brian May è stato un sogno che si è avverato. È una persona umile e gentile, con un talento incredibile e un cuore grande. Gli ho detto che ero onorato dell’invito e ho ringraziato lui e la compagnia per avermi dato questa opportunità unica. È stato davvero emozionante poter incontrare il mio eroe di sempre e manifestargli gratitudine per tutta l’ispirazione che mi ha regalato sin da bambino. È stato un momento che resterà per sempre nel mio cuore.

Fotografia, musica ed arti in generale. Come supportano il medico e lo preservano dal rischio di burnout?

Il nostro lavoro di medici è un impegno costante che richiede una grande presenza mentale. Dobbiamo essere sempre attenti, scrupolosi e meticolosi perché ogni dettaglio conta. Bisogna dare il massimo per i nostri pazienti e aspirare a risultati d’eccellenza, soprattutto nella mia specializzazione di odontoiatria. Questo impegno costante può essere a volte molto stressante, ma grazie alla musica e all’arte posso trovare un momento di relax e di sfogo. Trovo che dedicare del tempo durante la settimana a esprimere la mia creatività attraverso la musica mi aiuti a mantenere un sano equilibrio tra lavoro e vita personale. Penso che sarebbe interessante creare dei corsi artistici dedicati ai medici per favorire il loro benessere mentale e creativo. La possibilità di esprimersi attraverso l’arte potrebbe essere un ottimo modo per affrontare lo stress e alimentare la propria creatività.

Il nostro portale “Cultura è Salute” promuove il Ben-essere individuale attraverso le arti. Ritiene che promuovere e valorizzare la pratica culturale, favorire la fruizione di cultura negli ospedali e nelle strutture psico-socio-sanitarie possa rappresentare un valore aggiunto? E che l’arte stessa sia in qualche modo terapia o comunque favorisca il benessere?

Sì, credo che promuovere e valorizzare la pratica culturale possa effettivamente rappresentare un valore aggiunto per il benessere individuale. L’arte può essere considerata una forma di terapia in quanto permette di esprimere emozioni, stimolare la creatività e favorire il rilassamento. Inoltre la fruizione di cultura può aiutare a distrarsi dai problemi quotidiani, migliorare il morale e promuovere un senso di benessere generale. Portare la cultura negli ospedali e nelle strutture psico-socio-sanitarie può quindi essere estremamente benefico per i pazienti, aiutandoli a superare momenti di difficoltà, a migliorare la propria qualità della vita e a favorire un recupero più rapido.

In conclusione credo che l’arte possa svolgere un ruolo importante nel promuovere il benessere individuale e che la sua fruizione debba essere incoraggiata e sostenuta anche in contesti sanitari.