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Pareri a confronto

I titoli fuorvianti e sensazionalistici non sono un bene per la cultura medica

12 Giugno 2024

È di qualche giorno fa un articolo comparso su una rivista on-line dal titolo: “Il medico non sente il cuore di Ndicka e chiede silenzio: la risposta esemplare del pubblico di Udine”.

Si è trattato di un malore in campo di un giocatore nello stadio di Udine, durante la partita Udinese-Roma, ed il medico soccorritore era il medico della Roma che, con un palese gesto, mentre era accanto al giocatore disteso, sembrava chiedere silenzio al pubblico.

Ora “nulla questio” sull’accaduto e su quanto messo in campo circa il soccorso, ma far passare che in quella circostanza si avesse avuto bisogno di silenzio per ascoltare “il cuore del calciatore” e per verificarne il Secondo Parametro Vitale sembrerebbe cosa da inesperti: averlo segnalato in un titolo di articolo, diventa fuorviante anche per i laici che fanno o hanno fatto Primo Soccorso e che sanno come si verificano i Tre Parametri Vitali in un’emergenza medica.

Inoltre in una manifestazione sportiva di così grande risonanza, non possiamo pensare che un’assistenza sanitaria obbligatoria fosse costituita da un solo medico, sprovvisto per di più, come parrebbe far intendere l’articolista, almeno di un fonendoscopio, e che lo stesso medico, per valutare la funzionalità cardiaca, avesse bisogno del silenzio assoluto, forse per sentire i battiti cardiaci mettendo il suo orecchio, sul petto del giocatore, perché sprovvisto di un fonendoscopio? Si resta basiti, pur sapendo che sono solo notizie che non contengono dettagli riguardanti la tecnica della rianimazione, che invece dovrebbe essere segnalata al fine di darne ampia divulgazione, utile assai alla gente per spingerla ad acculturarsi in qualunque caso di emergenza sanitaria, sapendo che si può salvare una vita, solo con qualche mossa, ma ben fatta. 

Non vogliamo sembrare bacchettoni, mettendo in evidenza queste circostanze, ma siamo convinti che la divulgazione, il modo di esprimersi, il segnalare soprattutto certe criticità, fanno parte della vera conoscenza, che non può essere equivocata, o di più, banalizzata. La Scienza Medica deve essere il più possibile chiara e ben rappresentata, specie nella circostanza in cui contiene già codificate universalmente certe regole. 

In nessun modo in queste evenienze si deve dare spazio ad equivoci o dubbi: in un’emergenza, in cui un  soggetto disteso a terra apparentemente privo di sensi, forse per un malore improvviso, la presenza del Circolo si verifica con il prendere per bene il polso carotideo, in assenza di idonei presidi, cui fanno seguito, poi, tutte le altre manovre della Rianimazione Cardio-Polmonare: non si può lasciar passare il messaggio che per verificare il circolo si debba pretendere il silenzio assoluto dell’ambiente! Ed in quella circostanza si era in uno stadio; se ci fossimo trovati altrove, ad esempio in una piazza di una grande città?

La comunicazione ha una grossa responsabilità nel divulgare notizie, le quali debbono e dovranno sempre contenere il giusto contenuto, e non lasciare spazio ad equivoci o dubbi, soprattutto se di contenuto medico.

Dr. Gian Piero Sbaraglia,
già Primario di Otorinolaringoiatria,
Consulente Tecnico d’Ufficio Tribunale di Roma,
Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione BLS-D, PBLSD,
accreditato ARES-118 e IRC, Misericordia di Roma Centro.