Pareri a confronto

La pericolosa pubblicità dei medicinali sui mass media

29 Maggio 2024

Perché si tollera la pubblicità di certi farmaci sui mass-media, invece di consigliare prima una visita medica, che eviterebbe, tra l’altro la brutta abitudine all’automedicazione, che tanto sta pericolosamente prendendo piede?

Non sappiamo se siamo i soli a prestare attenzione a certi spot pubblicitari, vedendo la TV, o altri mass-media, spot che hanno come tema “i farmaci” o “consigli terapeutici”, mentre gli altri che la vedono o sono sordi e miopi o si distraggono oppure non ci pensano. Ci riferiamo a quella serie di spot pubblicitari “di medicinali”, consigliati a soggetti che denunciano (sempre in TV) di soffrire “di gonfiori addominali” di “facili e frequenti cefalee” “reflusso gastro – esofageo” e tanto altro, consigliando per ciascun sintomo un determinato prodotto. E subito, dopo averlo preso, si vede il soggetto (attore) sorridere, perché tutto è passato, chiaramente grazie a quel “farmaco” consigliato e assunto subito. Gli spot pubblicitari con questo argomento sono diventati così ben articolati e così frequenti di questi tempi, tanto da occupare non poco spazio tra un programma e l’altro, come già denunciammo da questa sede qualche tempo fa (gennaio 2023).

In certi casi, diciamolo pure, la video-rappresentazione lascia notare anche qualche punta di “ridicolo” o “banalità” o nella recitazione o nell’impostazione dello spot (vedi l’attore che immediatamente risolve il suo problema di dolore dopo aver preso il “miracoloso” farmaco!); pubblicità, poi, di cui sembra che nessuno parli o si “accorga” – e se fosse così sarebbe gravissimo! – nel vedere che in tutti i casi vengono consigliate terapie in base a sintomi denunciati da “pazienti-attori” da persone che nulla hanno di “medico”, che però ti dicono come curarti consigliandoti il “loro rimedio” (medicinale) per quella sintomatologia, mettendosi così al posto del medico curante, titolato  a consigliare l’opportuna terapia, ma sempre dopo una adeguata visita medica. 

A tal proposito c’è uno spot sul mal di gola, che è un esempio per tutti, dove gli affetti (attori) da questo sintomo, entrano in farmacia mimando e dicendo ad un ipotetico camice bianco, quello che si sentono, portandosi pure le mani sotto il mento o tossendo e parlando con voce apparentemente disfonica; e subito la telecamera inquadra una persona in camice bianco che, avendo capito tutto, va a prendere il farmaco adatto: no comment! E quello del “mal di gola” non è l’unico spot pubblicitario su cui puntare il dito. Prendiamo i vari spot riguardanti i “farmaci perdi – peso”, o quelli “antireflusso gastro – esofageo”: ma si ritiene corretto consigliare questo o quel prodotto per le persone che soffrono di questi sintomi, senza invece raccomandare di fare prima una visita medica specialistica, tendente a scoprire la vera causa di quella sintomatologia, che non poche volte può essere data da patologie serie e non trattabili con certi palliativi? Si pensi solo alle varie forme di Dismetabolismo, ognuna delle quali deve essere inquadrata, studiata e poi trattata con specifiche soluzioni terapeutiche.

Di questo già parlammo in altri articoli, lo ripetiamo, sempre da questa sede, qualche anno fa, ma sembra che le varie segnalazioni siano rimaste “flatus vocis”, forse perché il fenomeno non lo si fa rientrare in una gestione impropria di “pubblicità sui medicinali”. A noi invece ci pare che il fare questa pubblicità sia fuorviante dalle linee guida della deontologia, per non dire della terapeutica, omettendo il sacrosanto obbligo della VISITA MEDICA in presenza, cui dopo segue la Terapia Idonea, terapia dettata dal medico curante che ha fatto Diagnosi in presenza e non ad “occhio” o “per telefono”, o “tramite TV”, ma visitando il paziente che a lui si è rivolto.

Non ci stancheremo mai di gridare a gran voce che questa pubblicità a nostro avviso non fa altro che sminuire la già martoriata figura del medico, unico e solo titolato per la salute di un malato. A lui va riconosciuto l’onere della salute del cittadino: e le Istituzioni se ne debbono far carico per difenderlo.

Questo accettato permissivismo della pubblicità medica non rientra nella DEONTOLOGIA, non è professionalità, valori che oggi stanno scomparendo, lasciando spazio, per di più, all’AUTOMEDICAZIONE, tanto facilitata dalla pubblicità di farmaci tramite i mass media e ancora di più dal sottolineare che sono farmaci da banco e quindi non obbligatoriamente prescrittibili con ricetta medica. Aggiungiamo, inoltre, che il permettere queste iniziative pubblicitarie che stanno purtroppo favorendo l’AUTOMEDICAZIONE, stanno portando, cosa ancora più grave, all’abitudine da parte dei pazienti a procrastinare la visita medica, per un ritrovato primo momentaneo sollievo per aver assunto quei medicinali suggeriti, i quali, attenuando comunque alcuni sintomi, renderanno poi più faticosa la diagnosi e quindi l’intervento terapeutico consono.  

A costoro ricordiamo, anche se rischiamo di essere additati come pesanti bacchettoni, un saggio brocardo di Galeno, – già citato in altre occasioni, ma sempre valido – che tutti dovremmo ricordare: “MEDICAMENTUM EST OMNE QUOD NATURAM NOSTRAM ALTERARE POTEST”, già anticipato da Lucrezio con il suo “QUOD CIBUS ALIIS EST, ALIIS FUAT (FIAT) ACRE VENENUM”. Tutto questo per dire che già da tempi assai remoti, era noto che qualunque terapia suggerita, foss’anche costituita da cibo, poteva arrecare fenomeni di intolleranza ai pazienti, per questo ogni farmaco deve essere dato dal medico che, dopo attenta valutazione del paziente, può prevenire fenomeni di intolleranza a certi farmaci, o a certi cibi.

E chi ha fatto Pronto Soccorso sa benissimo che molti sono i pazienti che si presentano con sintomi di intolleranza, magari per una automedicazione (farmaco preso spontaneamente) non denunciata subito al P.S., ma che comporta seri pericoli difficili, se non si fa accurata anamnesi, da trattare.

Collegato a quanto sopra detto, ci piace includere anche un’altra discutibile pubblicità che ha per tema la promozione di marche di auto, i cui spot pubblicitari mostrano le performance delle auto che sono particolari, per il loro raggiungimento di alte velocità in pochissimi secondi, o che si muovono per le strade come fossero oggetti da circo, o che fanno vedere autisti che dialogano, togliendo le mani dal volante per sistemare, mentre guidano, il loro navigatore o altro, comunque distraendosi dalla guida: e tutto questo in barba alle campagne per la prudenza e sicurezza nelle strade! Un’auto serve per regolari e tranquilli spostamenti, non per esibizioni circensi!

Concludendo, chi ha autorità nel settore, faccia sentire la propria voce contro questa diffusa tendenza a propagandare farmaci fuori dal controllo medico, favorendo così l’Automedicazione, e scansando sfacciatamente, come detto, la figura del medico curante o dello specialista.

Da ultimo questa stessa autorità faccia sentire la sua stessa voce anche per frenare la pubblicità “audace” nel proporre auto nuove, come oggetti per esibizioni trasgressive, mentre sullo stesso mezzo di comunicazione viene propagandata la “campagna per la sicurezza stradale”: è un innegabile autogol. PREDICA BENE E RAZZOLA MALE!”

Dott. Gian Piero Sbaraglia
MEDICO CHIRURGO
Spec. In Otorinolaringoiatria
già Primario Otorinolaringoiatra,
C.T.U. del Tribunale Civ. e Pen. di Roma
Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione
BLSD-PBLSD – Accreditato ARES 118-Lazio e IRC,
Misericordia di Roma Centro – ROMA.