3 Aprile 2024
Il Medico è ministro della Natura, alla quale se prima non obbedisce non può in seguito comandare.
(G. Baglivi, 1668-1707)
Il monito del maestro Baglivi fa da richiamo, a noi medici, nel farci rivolgere gli occhi più attentamente ai cambiamenti mentali e comportamentali della società di oggi, che stanno in qualche modo condizionando la Natura stessa. Ed infatti oggi certe regole di vita naturali si sono alterate proprio per via di cambiamenti comportamentali dell’uomo che, credendo di asservire la Natura ai suoi ‘desiderata’, calpestandone le regole, si ritrova un habitat che gli si sta rivoltando contro. Un esempio – senza essere definito antiprogressista – sono le cosiddette ‘conquiste sociali’, che vanno dalle nuove tecnologie, oggi riconosciute per altro quali produttrici di inquinamento ambientale e mentale e definite ‹‹Nuove Tecnopatie››, all’AI (Intelligenza Artificiale), ai cambiamenti del vivere sociale quali il divorzio, l’aborto, la droga per scopi personali e terapeutici, l’eutanasia, le unioni etero e chi più ne ha più ne metta. E non ci stiamo accorgendo che proprio queste novità, accettate come una sorta di conquista di modernità e di progresso, potrebbero essere alla base dei cambiamenti comportamentali, oggi assai frequenti rispetto a ieri soprattutto nei giovani, e che potrebbero fare da scintilla ai crimini di cui la cronaca oggi è piena.
Diciamocelo con franchezza: non esiste un organo tutore che controlli che certe regole naturali restino così come le abbiamo ereditate. I cambiamenti di una buona parte di individui, per lo più dati da quella che noi in altri lavori abbiamo definito la ‹‹Patologia dell’Apparire››, patologia data dal ‹‹voler essere qualcuno››, ‹‹il più bravo››, li hanno portati a sbeffeggiarsi della Natura, loro madre, violandola spesso anche con una ricerca scientifica che non la rispetta, mentre il loro nobile obiettivo sarebbe dovuto essere quello di difenderla, migliorarla, accudirla, di più, coccolarla, così come si fa per la propria madre. Dunque chi dovrebbe vigilare in tutti i settori del vivere, chi in qualche modo si dovrebbe accorgere che si stanno alterando, dovrebbe intervenire per ripristinare lo status naturale del viver civile.
Non è retorica dire di ritornare alle nostre origini, di ritornare alle nostre regole di vita, oggi così modificate da traguardi di progresso che hanno spesso dimenticato, e quindi non previsto, che avrebbero portato a modificazioni di condotte di vita, dette pure abitudini o mode, incidendo pericolosamente sulla mentalità e quindi sulle modalità di pensiero degli individui. Guardiamo, ad esempio, ai cambiamenti di comportamento causati dall’ormai insostituibile uso dei mass media, che in mano ai minori permettono loro di costituirsi in baby gang e spargere terrore, talora lutti, ritrovandosi in raduni organizzati con questi diffusissimi mezzi di comunicazione. E sono queste baby gang, composte da minori che, in barba ai genitori – loro sorveglianti e tutori, mentre il più delle volte sono latitanti! -, vagano per le città soprattutto di notte, cotti di alcool o di droga, seminando danneggiamenti e lutti solo per il gusto di divertirsi. E non sono queste devianze che dovrebbero essere monitorizzate e corrette? È esagerato pensare, per questo, ad una carente presenza attiva della famiglia, che il più delle volte si vede riunita solo la sera per cena quando il papà e la mamma tornano dal lavoro, mentre per il resto della giornata, proprio per i loro lavoro, sono costretti a lasciarli fin da piccoli in asili nido, dove di sicuro – absit iniuria verbis – ricevono una educazione ‘mercenaria’, magari non in sintonia con quella che solo la sera, momento più comune di convivenza familiare, si ritrovano a vivere con loro i genitori biologici?
Questo deve indurre, soprattutto noi medici, a preoccuparci di cogliere certe devianze in crescendo nella nostra società, con l’aiuto della conoscenza della nostra Madre Natura, che ha in sé le giuste linee guida di un viver civile: certo bisogna avere occhi per leggerLa e orecchie per sentirLa, così come si fa, o meglio si faceva, per la costante presenza della propria madre.
Ecco allora come concretizzare una soluzione. Occorre essere obiettivi, dando direttive pratiche, prese di sicuro da ciò che Madre Natura ci ha sempre insegnato: il rispetto delle regole, della vita mettendo in primo piano la sua sacralità per tutti e non solo per pochi ed eletti.
Farsi affiancare da ‘Tutori’ che sappiano capire e correggere il pensiero sarebbe buona cosa. Ma sappiano costoro che la mente dell’uomo, lo si sa dalla notte dei tempi, è un labirinto. Infatti, non esiste modo per entrare nella mente dell’uomo e capirne fino in fondo il pensiero. Chi può leggere il pensiero? Rispose bene il beato Paolo VI ad un giornalista che provocatoriamente gli chiese: ‹‹Se Togliatti si fosse pentito in articulo mortis, avrebbe potuto essere accolto in Paradiso?›› e lui: ‹‹Nessuno può leggere nel pensiero degli uomini, se non Dio; ed io non sono Dio. E poi chi legge in Dio?››. E il giornalista tacque.
Tutto questo ci deve indurre a pensare che occorrono per questi soggetti soluzioni come, ad esempio, una rieducazione alla vita di relazione, rifatta e corretta in un ambiente capace di rieducare e capire fino in fondo se l’individuo, rimesso sulla giusta strada, sia poi tornato normale o se è ancora potenzialmente offensivo. E in tutto questo percorso non andrebbe mai lasciato da solo, ma sempre monitorato dal momento che ‹‹l’occasione fa l’uomo ladro››. Questo è seguire le regole della Natura. Regole che non andrebbero mai sovvertite come qualche volta l’uomo si permette di fare. È il caso di questi ultimi anni, in cui un Virus modificato dalla vanagloria dell’uomo, fatta passare per avveniristica ricerca scientifica, ha di fatto alterato la sua specifica natura – e non è retorica affermarlo! – tanto da determinare la nascita di una creatura ‘criminale’ che tanti lutti ha provocato, anche quello dello stesso scienziato ‘audace’, ma temerario incosciente. Ed ecco la lezione: la Natura non va alterata! La Natura è nostra Madre e l’uomo di scienza, soprattutto il Medico, la deve rispettare e amare per cogliere in Lei i rimedi per la salute dell’uomo malato, come fa una Madre con il proprio figlio malato, il quale guardandola negli occhi ne implora l’aiuto.
Di GIAN PIERO SBARAGLIA
MEDICO CHIRURGO
Spec. in Otorinolaringoiatria
già Primario Otorinolaringoiatra,
C.T.U. del Tribunale Civ. e Pen. di Roma
Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione
BLSD-PBLSD – Accreditato ARES 118-Lazio e
IRC-Misericordia di Roma Centro – ROMA.