28 Aprile 2023
Il ruolo centrale delle immagini nella vita dell’uomo è qualcosa di ancestrale perché l’uomo ha iniziato a memorizzare ciò che vedeva, quindi la memoria visiva è stata la prima ad essere stata utilizzata, pertanto è la più efficace.
Tutte le altre memorie: quella uditiva, quella che si riferisce alla scrittura ed altro – sono state elaborate successivamente, culturalmente, e pertanto risultano meno efficaci.
Diceva Confucio: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo”.
Per memorizzare velocemente e permanentemente dobbiamo ritornare dunque ad utilizzare esclusivamente la memoria visiva; pur se non vediamo possiamo ugualmente utilizzare la memoria visiva perché grazie alla nostra creatività ed immaginazione siamo in grado di visualizzare tutto, giacché tutto è visualizzabile.
Quando acquisiamo le immagini dal mondo esterno o le visualizziamo andiamo a collocarle in una parte del cervello che viene definita “magazzino iconico”, cioè delle icone, delle immagini. Quando poi cerchiamo di ricordarle, dal magazzino le ricollochiamo all’esterno dove le abbiamo viste o costruite con la visualizzazione, che scaturisce dalla nostra creatività. A proposito di creatività c’è una definizione che a me piace molto:
Creatività è prendere delle cose distanti tra loro avvicinarle e collegarle tra loro tramite un legame; grazie alla creatività tutto è avvicinabile e collegabile, se invece usiamo la razionalità fatalmente dobbiamo bloccarci ed i nostri sforzi risulteranno, alla lunga, inutili.
Per ricordare dobbiamo quindi vedere o visualizzare ma affinché la memoria risulti permanente dobbiamo essere coinvolti anche emotivamente. Se assistiamo ad un incidente stradale oppure siamo coinvolti in un incidente ricorderemo per sempre tutti gli attimi perché avremo visto, ma saremo stati anche coinvolti emotivamente. Quindi per ricordare non basta vedere ma bisogna anche partecipare emotivamente. Per far in modo che ci sia il coinvolgimento emotivo quando visualizziamo dobbiamo creare immagini paradossali (eccessive, inusuali, grottesche, fantastiche, folli) più sono paradossali, più facile sarà per il nostro cervello memorizzarle. Quando operiamo con creatività utilizziamo l’emisfero cerebrale destro che è quello preposto verso l’artistico, il creativo, mentre quello sinistro è preposto verso lo scientifico ed il razionale.
Tutti noi ricordiamo gli enormi sforzi nel ripescare dalla mente e quindi dal nostro magazzino iconico le immagini memorizzate. Spesso nonostante i grandi sforzi non ci riuscivamo ed eravamo costretti a rileggere, a rivedere le varie cose. Si innescava così un meccanismo infinito che comportava la ripetizione continua. Grazie all’utilizzo della elaborazione di immagini paradossali, invece tutto ciò non è più necessario. Invece di infinite ripetizioni bastano solo quattro ripetizioni.
Quello che ascoltiamo, leggiamo, studiamo in questo momento se lo ripetiamo per 5 minuti dopo un’ora, sempre per 5 minuti dopo un giorno, dopo una settimana ed infine sempre per 5 minuti dopo un mese, riusciremo senza alcun sforzo ma addirittura con piacere e grande autostima, a ricordarlo per sempre. L’altro vantaggio e che riusciamo anche a velocizzare enormemente il riaffiorare dei ricordi, basteranno pochissimi tentativi, pochissimi attimi per ricordare. Un meccanismo che ci fa velocizzare al massimo l’acquisizione dei ricordi è l’utilizzo delle mappe mentali che sono immagini articolate collocate nello spazio, è come visualizzare delle foto, delle cartine geografiche, ma sempre corredate da immagini paradossali.
Ricapitolando utilizzare le immagini paradossali ci dà il vantaggio di velocizzare i ricordi, di ripeterli poco e di acquisirli per sempre.
Quale alleato migliore potremmo tirare in ballo.
Il tempo vola ma noi lo pilotiamo e grazie all’utilizzo di queste strategie lo faremo volare in traiettorie più veloci ed efficaci, che ricorderemo per sempre.
L’IMMAGINE PARADOSSALE
L’abitudine a costruire immagini paradossali è un grande arricchimento perché si torna ad essere bambini e ad affrontare la vita con la gioia, la vivacità ed i colori dei bambini utilizzando prevalentemente l’emisfero di destra. Tutto ciò oltre che fortificare la memoria e facilitare qualsiasi percorso di studio o di formazione ci rende più forti ed accresciamo la nostra autostima.
Se associamo a qualsiasi nostro pensiero anche non paradossale poche immagini paradossali otterremo la riduzione della ripetitività e quindi anche delle nevrosi.
Quando elaboriamo paradossi dobbiamo ripetere poche volte per memorizzare e poche volte per ricordare. È l’utilizzo della creatività che ci dà l’opportunità di mettere in atto tutto ciò di cui sopra. C’è una affermazione di Eintein a me molto cara:
“La creatività nasce dall’angoscia come il nuovo giorno dalla notte oscura, ecco che mi spiego come mai convivo da sempre con le angosce”.
Quando riversavo durante la mia attività di primario le mie angosce organizzative sui miei collaboratori, che vedevo insofferenti, ripetevo loro che non dovevano disperare perché avevano un grosso vantaggio: volendo, loro, potevano evitarmi.
Io non riuscivo ad evitare me stesso!
APPLICAZIONI PRATICHE DELLA TEORIA DELLE IMMAGINI PARADOSSALI
Per quanto riguarda il mio percorso personale sono riuscito a convogliare la mia creatività anche nella mia attività per cui ho ideato nuove tecniche chirurgiche e brevettato nuovi strumentari.
Diceva sempre Einstein che “l’immaginazione è più importante della conoscenza”, è grazie all’immaginazione, che è espressione della creatività, che si delineano nuovi percorsi anche e soprattutto in ambito scientifico. È la creatività che mi induce anche ad elaborare le immagini paradossali dei miei quadri, e che mi ha fatto aderire con grande passione alle tecniche di memorizzazione permanente.
A proposito di immagini paradossali, rientrando nel mio ambito più importante, cioè quello medico, vorrei fare alcuni esempi concreti, pratici, di possibilità di elaborazioni.
Spesso si hanno difficoltà a ricordare i sintomi delle cosiddette sindromi eponimiche (malattie, cioè, che prendono il loro nome dal loro scopritore, o dal nome del primo paziente o da altro… per esempio una città: Firenze).
Un percorso paradossale che riguarda alcune sindromi eponimiche è il seguente:c’è una moto Kawasaki (Kawasaki) su cui monta un re (Reye) che si organizza per andare in gita (Gitelmann) ed è così euforico che guida con una sola mano (Gitelmann). Con l’altra mano impugna una lima (Lyme). Guidando con una sola mano ad un certo punto sbanda ed investe un panda (Pandas), sbanda una seconda volta ed urta un telo steso (Sthendal) sul ciglio della strada; non riesce a vedere bene e va a finire in un bar (Barterr) e cade a terra, va a soccorrerlo il proprietario del bar che si chiama (Devic) il quale gli dà del miele per facilitare la guarigione delle ferite.
Ecco fatto: in questa breve storiellina ci sono tutti i nomi delle sindromi che riprendiamo in considerazione per associar loro alcuni sintomi caratteristici, operando con il seguente metodo.
La Kawasaki è stata accesa per molto tempo, il suo motore è perciò molto caldo e trasmette questa temperatura a chi la monta, un re, quindi possiamo parlare di ipertermia. Il re ha i guanti stretti al polso, gli stivaletti stretti in alto ed il casco stretto sul collo per cui si determinano degli edemi al collo con ingrossamento dei linfonodi ed agli arti.
Reye: il re va in moto con la sua corona che essendo molto pesante gli procura cefalea ed encefalite. Per questi sintomi si arrabbia e si “rode il fegato” per cui si procura una steatosi epatica.
Gitelmann: partecipa ad una gita molto particolare è una gita in cui insegnano a potare (potassiemia) con una sola mano, ma lui non ci riesce (ipopotassiemia), per consolarlo gli offrono il magnum (magnesio) che risulta però vuoto (ipomagnesiemia).
Lyme: una lima, con una zecca sul manico, procura un grosso eritema, per impedire che possa andare più in profondità i muscoli del collo si irrigidiscono e si ingrossano le linfoghiandole.
Pandas: viene investito un panda che è in difficoltà per cui si agita, gli vengono dei tic, ha degli atteggiamenti ossessivi compulsivi e siccome ci sono anche delle lesioni sul midollo inizia a perdere le feci.
Sthendal: Urta una tenda stesa che si muove tantissimo e nel tentativo di seguirne i movimenti si agita, va in tachicardia, gli vengono le vertigini.
Va a finire nel bar (Barterr); il bar è strano perché a terra c’è del liquido che somiglia a birra, ma birra non è, si tratta di urina (poliuria), in cui si vede del bianco che non è zucchero ma calcio (ipercalciuria).
Allora viene soccorso dal proprietario del bar un certo Devic che gli dà del miele (demielinizzante e mielite) per accelerare la guarigione delle ferite, ma il miele è troppo per cui in parte viene rimosso con dell’acqua pura (anticorpi anti acquaporina 4) ma l’acqua è tanta per cui schizza negli occhi (possibili lesioni del nervo ottico) del re. Altri percorsi paradossali che si possono proporre, sempre restando in ambito medico, riguardano i nomi e le azioni dei farmaci.
Un altro esempio sul come procedere è il seguente:
Paracetamolo, Nebivololo, Modafinil, Ciclesonide, Procainamide, Dispiramide, Sertralina, Orlistat, Atenololo, Pregabalin e “terenche”. Trasformando questi medicinali in un percorso paradossale fatto di legami e di immagini, otterremo un concatenamento di avvenimenti che contengono i nomi in questione che sarà tanto più facile ricordare quanto più “impossibili e strani” saranno gli accostamenti.
Un parà con una bottiglia d’aceto si schianta sul molo (paracetamolo) che è nei pressi di una riva (48 è riva ed è l’anno1948 in cui è entrato in commercio il paracetamolo). Per il forte impatto si sprigionano dall’aceto delle nebbie che si alzano in volo (nebivololo) e vanno a ridurre le tensioni delle nubi (farmaco ipotensivo); il parà va ad assistere ad una sfilata di moda in cui una modella è particolarmente fine, magra (modafinil) per cui è sempre stanca ed ha sonno (farmaco per la narcolessia), prende una bici (ciclesonide) che muovendosi emette con le ruote dei suoni piacevoli, rilassanti per l’asma scompare (farmaco per combattere l’asma), asma che gli era venuto per l’eccessivo affaticamento. Trasporta in bici anche Caino (procainamamide) a cui (pro) danno dell’amido da cospargere sul cuore per ridurre i battiti (farmaco che riduce le tachicardie).
La passerella è intorno a delle piramidi di diversa altezza (dispiramide) e che hanno all’interno dei cuori che battono in maniera diversa (farmaco per le aritmie cardiache), la sfilata continua in una serra che è molto calda quindi è rilassante per Lina (sertralina, farmaco antidepressivo). Per entrare meglio nella serra ha bisogno che gli vengano rifatti gli orli dei pantaloni (orlistat) altrimenti inciampa (vengono rifatti gli orli perché è diventata obesa ed i pantaloni sono stretti, farmaco per combattere l’obesità), la sfilata continua ad Atene (Atenololo), dove la modella che si chiamava Lola cambia abito e si veste da uomo e si fa chiamare Lolo. Ed alla fine a te che sei pia (isola di Tikopia) perché preghi per la balia (Pregabalin) che sta male, ti viene detto, ti offriamo del terenche: una polvere miracolosa color terra, da cospargere soprattutto sulle anche. Il terenche è una polvere con cui gli abitanti di alcune isole tra cui Tikopia si cospargono il corpo per prevenire varie malattie e viene usato anche come “disinfettante” dopo la circoncisione.
Un altro esempio ancora è l’elenco dei nervi cranici, procedura che adotto durante le mie lezioni di anatomia tenute all’Università di Malta. Siamo in sala settori e c’è un odore fastidioso (I olfattivo), per non sentirlo introduco nelle narici due piccole palline che sembrano degli occhi (II ottico), queste palline all’improvviso si muovono vorticosamente (III oculomotore ) e vanno ad urtare un tronco (IV trocleare) di un albero che ha dolore e emette un gemito (V trigemino), chi assiste alla scena, addirittura il duce (VI abducente), con la sua caratteristica faccia (VII facciale) e con la bocca così aperta che sembra un vestibolo (VIII vestibolare) e si vede la faringe ingrossata (IX glossofaringeo) e girovaga in tutte le direzioni (X vago) alla ricerca di un cesso (XI accessorio), alla fine lo trova e deposita in basso qualcosa di grosso (XII ipoglosso).
Con questo metodo sono facilmente memorizzabili anche i nomi delle persone, costruendo immagini paradossali e riferendole ad un particolare somatico della persona che sta di fronte a noi oppure facendo riferimento anche ad un suo indumento.
Allenandosi, ci risulterà estremamente agevole ricordare i nomi dei nostri pazienti anche se li abbiamo visitati una sola volta, molto tempo fa. Salutare il paziente chiamandolo per nome avrà un effetto molto positivo nel rapporto medico-paziente. Un’altra cosa molto importante è la conversione fonetica grazie alla quale possiamo trasformare i numeri in espressioni fonetiche ed immagini fonetiche. Risulterà così facilmente memorizzabile qualsiasi dato numerico. Dei dati numerici che mi era utilissimo memorizzare nella mia attività di Ginecologo erano per esempio tutti gli HPV ad alto rischio.
Per approfondire tutti gli argomenti trattati potete rivolgervi al mio maestro Matteo Salvo, che è uno dei maggiori esperti al mondo in tecniche di memorizzazione permanente.
E potrete anche consultare il mio prossimo lavoro: “Un alfabeto paradossale”, in cui tratto di questi argomenti e presento anche una carrellata dei miei quadri che eseguo dagli anni 80 e che rappresentano appunto immagini paradossali.