3 Aprile 2023
Dopo più di due anni dalla pandemia e con il totale fallimento della terapia vaccinica (in realtà era una terapia genica) fondata essenzialmente sulla proteina Spike, che poi gli studi hanno dimostrato essere la causa principale del fallimento, si continua a parlare di piano vaccinale fondato sull’mRNA.
Da ricordare che la Fondazione Mediterraneo aveva già da anni diffuso un appello alla collaborazione di tutte le nazioni per un vaccino ideale che è rimasto purtroppo inascoltato.
Prima della ipotesi di questo nuovo piano vaccinale programmato per il periodo 2023/2025, c’è stata la scandalosa sentenza n. 10/2023 della Corte Costituzionale in merito all’obbligatorietà vaccinale, che non è andata in fondo alla problematica relativamente alla sentenza n.5 del 2018, che in maniera equa aveva espresso l’obbligo vaccinale in presenza di tre condizioni: se migliorava la salute dell’individuo e della collettività, se le conseguenze erano solo tollerabili, se in caso di danni ulteriori non prevedibili fosse previsto un equo indennizzo. Sentenza che doveva e poteva essere ribadita.
Si teme che questo nuovo piano vaccinale possa passare anch’ esso come obbligatorio. Questa volta non è accettabile che i soggetti da vaccinare siano inquadrati in categorie, il medico curante dovrebbe essere l’arbitro e il diretto responsabile della decisione, non ultimo, le case produttrici dovrebbero essere responsabili diretti dei danni provocati dal vaccino con effetti collaterali qualche volta anche mortali.
Su indicazione del gruppo degli esperti dell’OMS, la popolazione è stata divisa in tre gruppi: alto, medio e basso rischio. Il gruppo ad alta priorità comprende gli anziani, giovani adulti con comorbilità significative, persone con condizioni di immunocompromissione, donne incinte e operatori sanitari in prima linea.
Il gruppo di priorità media comprende invece gli adulti sani – di solito di età inferiore ai 50-60 anni – senza comorbilità e bambini e adolescenti con comorbilità.
Il gruppo a bassa priorità comprende bambini e adolescenti sani di età compresa tra 6 mesi e 17 anni.
I tre gruppi sono stati definiti senza fondatezza e sono pertanto discutibili. Giusto per sottolineare, per il gruppo ad alto rischio non si tiene in considerazione che questi vaccini sono, con tutta probabilità, la principale causa della immunodepressione.
Speriamo che questa volta non sia attuato questo piano che è contestabile anche dal punto di vista scientifico data l’infondatezza degli eventuali vantaggi. Pur essendo favorevoli alla vaccinazione e non appartenenti al gruppo e alla categoria dei No Vax, e ritenendo la terapia genica la terapia del futuro, riteniamo che allo stato attuale non siamo in grado di utilizzarla correttamente. Da qui la necessità da parte di tutti gli Stati di realizzare in collaborazione mondiale un vero vaccino ad hoc.
Del Prof. Corrado Perricone – Ematologo e già responsabile del Centro di Immunoematologia dell’AORN Santobono Pausilipon, già componente del Consiglio Superiore della Sanità. Responsabile del comitato scientifico della fondazione Mediterraneo