Covid

Verso una nuova quotidianità: la lezione del Covid

18 Settembre 2024

IN AIUTO ALLE FAMIGLIE ARRIVA IL DECALOGO
“BAMBINI E COVID-19, LE 10 COSE DA SAPERE”

Le indicazioni condivise dagli specialisti al convegno
 “Verso una nuova quotidianità. La lezione del COVID” del 10 novembre all’Università di Pavia.  Un’occasione per fare il punto su esperienze e prospettive future nella lotta al virus. I dati sull’obesità in età pediatrica, una conseguenza dell’isolamento dovuto al lockdown. Perché bisogna combattere subito questo problema.

Per limitare il rischio di contrarre malattie infettive di diversa origine i genitori devono far seguire ai bambini le norme già apprese, come l’uso di gel disinfettanti e il lavaggio frequente delle mani. Cambiare spesso l’aria nei locali, in case, scuole e palestre. Per ogni dubbio o problema evitare di agire in autonomia e consultare il Pediatra. Sono alcune delle indicazioni che i Pediatri hanno riassunto in un Decalogo “Bambini e COVID-19, le 10 cose da sapere” destinato alle famiglie. Una guida preziosa per affrontare senza timori i prossimi mesi invernali.

Le indicazioni al centro del confronto degli specialisti in occasione del Convegno: Verso una nuova quotidianità. La lezione del COVID” realizzato con il contributo non condizionato di Dompé.L’obbiettivo di questo evento è fare il punto sulle problematiche causate dal COVID: a che punto siamo, che cosa ci ha insegnato questa esperienza e quali sono le prospettive di valutazione e di gestione per il prossimo futuro. L’incontro, il 10 novembre presso l’Università degli Studi di Pavia, vede la partecipazione di esperti di fama internazionale che hanno vissuto in prima persona l’esperienza del COVID a vari livelli. Questi professionisti porteranno a Pavia la loro competenza e la loro esperienza su questi temi di grande attualità. 

La pandemia causata dal Covid ha avuto un impatto su molti fronti. Tra le conseguenze si registra l’incremento dell’obesità nell’età pediatrica, un fenomeno confermato da studi internazionali. Conferma il Professor Gian Luigi Marseglia, Professore Ordinario di Pediatria Direttore Clinica Pediatrica e Scuola di Specializzazione in Pediatria Università degli Studi di Pavia, Pavia: “Dal punto di vista strettamente fisico, un problema lasciato in eredità dal Covid è il contestuale aumento di sovrappeso e obesità. Dati internazionali hanno definito questa situazione la seconda pandemia. Isolamento, scarsa attività fisica, restare molte ore in casa attaccati al computer, avere sempre il frigo a portata di mano, tutto ciò ha portato nei giovani un aumento eccessivo del peso. Secondo i più recenti dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicati nel Rapporto Obesità 2022, emerge che il 59% degli adulti europei e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine) risulti affetto da sovrappeso od obesità, proprio in considerazione del maggior consumo di comfort food e dello stile di vita sedentario durante il periodo di lockdown.”

Il fenomeno è destinato a rimanere a lungo. Prosegue il Professor Gian. Luigi Marseglia: “Questo problema rimarrà nel corso degli anni. Quando si è acquisito il sovrappeso, bisogna fare di tutto per perderlo. Sovrappeso e obesità comportano l’insorgenza di una serie di problematiche che si rifletteranno in età adulta con diabete, ipertensione e tanti problemi che saranno destinati a rimanere in età adulta”.

I bambini hanno avuto una risposta immunitaria diversa rispetto agli adulti nel reagire all’infezione del Covid. Chiarisce il Professor Raffaele Badolato, Professore Ordinario di Pediatria Direttore Clinica Pediatrica e Scuola di Specializzazione in Pediatria Università degli Studi di Brescia, Brescia: “Ci sono molte spiegazioni biologiche sulla diversità nella risposta immunitaria nei bambini rispetto agli adulti, ma in sostanza si può solo sottolineare che i bambini hanno una capacità innata di proteggersi dalle nuove infezioni, capacità che si riduce negli adulti e anziani. Perciò nei soggetti adulti che sviluppano per la prima volta il Covid-19, la malattia assume manifestazioni più sintomatiche. In termini di malattia, la caratteristica peculiare dei bambini è la possibilità di sviluppare la sindrome infiammatoria muti sistemica, condizione invece più rara nell’adulto. Si osserva da 2 a 6 settimane dall’infezione. è legata alla risposta di tipo autoimmune che si osserva in un limitato numero di soggetti in età pediatrica”.

Cosa può consigliare ai genitori in tema di vaccinazioni? Risponde il Professor Raffaele Badolato: “Non esiste al momento un vaccino che prevenga l‘infezione, ma i vaccini disponibili sono efficaci nel ridurre il rischio di ricovero o di malattia grave. Per queste ragioni è quindi consigliabile vaccinare i bambini ed effettuare i necessari richiami vaccinali”.

Abbiamo visto che il virus del Covid continua a mutare, ma la evoluzione ha tempi piuttosto lunghi. Cosa può succedere? Chiarisce il Professor Fausto Baldanti, Direttore UOC di Microbiologia e Virologia Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Direttore Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia, Università degli Studi di Pavia: “Come per altri virus osservati nella storia, il virus si adatterà col tempo all’organismo umano e l’organismo umano a sua volta si adatterà al virus. Quindi il virus tenderà a tramutarsi in uno dei tanti virus respiratori che affliggono le stagioni fredde. Ma quali siano i tempi di questo evento non lo sappiamo, perché è la prima volta che lo osserviamo. Non si sa se questa evoluzione avverrà nell’arco di un anno o di più tempo. Sicuramente la vaccinazione accelera questo processo perché stimolando la risposta immunologica in tutti i soggetti, costringe il virus ad adattarsi più velocemente. Quello che osserviamo con la variante Omicron, oltre alla elevata capacità di infezione, è una più ridotta capacità di creare forme gravi. Infatti, se confrontiamo le forme severe relative alla Omicron e quelle relative alle prime varianti arrivate in Italia in assenza totale di memoria immunologica nella popolazione, la differenza è evidente. Tuttavia, non si deve dare mai nulla per scontato e si deve sempre tenere la guardia alta”.

Anche nel campo delle terapie contro il Covid-19 sono stati fatti progressi significativi. Spiega il Professor Raffaele Bruno, Professore Ordinario di Malattie Infettive Università degli Studi di Pavia Direttore Clinica di Malattie Infettive Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia: “Ora abbiamo un armamentario terapeutico che ci permette di gestire la malattia. Si va dagli antivirali alle terapie monoclonali, oltre che a tutta la terapia sulla parte infiammatoria. Il cortisone e altri antinfiammatori che vengono usati per altre patologie: questi farmaci si sono rivelati utili anche nei casi di Covid-19.  Dal 2020 è cambiato il mondo, c’è stata un’evoluzione impressionante da quando siamo partiti con questa pandemia ai giorni nostri”.

Il covid ha sicuramente messo in evidenza due facce della stessa medaglia. Da un lato la fragilità della sanità territoriale, dall’altro il valore dei grandi Ospedali – chiosa Alessandro Venturi, Presidente della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia -. Le riflessioni non possono che partire da quanto accaduto al Policlinico San Matteo, già nelle prime ore di quella che sarebbe divenuta un’emergenza sanitaria mondiale: un ospedale di ricerca che ha fronteggiato la pandemia assistendo e curando pazienti positivi al covid, continuando a gestire le urgenze e le patologie non procrastinabili, anche nel momento più critico e di maggior affollamento. Se oggi, a 987 giorni di distanza da quel 20 febbraio, stiamo tornando alla normalità lo dobbiamo ai vaccini e al considerevole sforzo di ospedali di ricerca come il San Matteo. Stiamo andando verso una nuova quotidianità e stiamo guardando alla sanità del futuro che deve avere come unico obiettivo la valorizzazione della ricerca per migliorare le cure per i pazienti; per innovare i percorsi di cura, anche da un punto di vista diagnostico; per arrivare ad approcci clinico-terapeutici sempre più personalizzati. Solo così potremo rispondere in maniera sempre più mirata ai bisogni di salute dei cittadini”.

Gli anni dell’emergenza sono ancora molto vicini la memoria non può che ricordare l’impegno dei medici, degli infermieri e delle istituzioni impegnati a mettere in atto tutte quelle azioni fondamentali per salvaguardare la salute pubblica. Tra gli attori ci sono anche le aziende, tutte, che hanno lavorato non solo per dare risposte terapeutiche, ma soprattutto per sostenere il sistema. Questo impegno continua anche oggi. Il convegno del 10 vede il supporto incondizionato di Dompè.

I valori e i principi etici della nostra azienda da sempre sono alla base non solo della ricerca scientifica, ma anche di iniziative di sensibilizzazione delle comunità scientifiche e della popolazione sui grandi temi della salute, contribuendo a una cultura sempre più orientata alla prevenzione, a maggior ragione nel caso del Covid. Afferma Davide Polimeni, Chief Business Unit Officer, Primary & Specialty Care, Dompé. Il periodo di pandemia ancora una volta ha messo in primo piano il ruolo del pediatra in prima linea al fianco delle famiglie, sottolineando l’importante contributo che la Pediatria riveste nel nostro Paese. Per questo supportiamo con grande entusiasmo iniziative che vanno in questa direzione come il congresso che verrà ospitato nei prossimi giorni presso l’Università di Pavia”.