7 Ottobre 2022
A proposito dell’appello lanciato da FNOMCEO ad AGCOM e FIEG, nelle Newsletter del 06 ottobre 2022, circa la richiesta di aiuto per bloccare la pubblicità sanitaria ingannevole in tutti i mass-media, noi stessi in queste pagine, già a gennaio del 2022, lo avevamo denunciato, ma l’appello è andato a vuoto. La nostra non vuole essere una sterile polemica, ma la riflessione va ben oltre nel rilevare che, se molte cose non si risolvono o non si evidenziano a sufficienza e quindi non vengono presi provvedimenti, è perché MANCA IL COLLOQUIO, manca l’umiltà di dire e pensare che le forze in campo sono molte per prendere provvedimenti, ma prevale invece la noncuranza generale.
Una cosa è certa: il problema della pubblicità medica ingannevole nei mass-media, specie televisivi, non è di oggi, ma risale già a vari anni fa; non riguardava e non riguarda la propaganda di prodotti medici da usare per certe patologie citate alla circostanza, ma la completa assenza nel consigliare l’utente a farsi prima visitare dal suo medico curante, il quale sceglierà o consiglierà il farmaco specifico.
Addirittura invece la “promozione” di certi farmaci prevede che lo speaker faccia lui stesso la diagnosi al posto del medico, come a voler interrogare il pubblico che lo ascolta: “Se hai la solita cefalea… se hai la cefalea di tanto in tanto… se hai bruciori occasionali dopo un pasto…. allora e tanto altro – ecco prova questo medicinale in bustine o compresse e ne avrai subito beneficio”; non solo, ma c’è dell’altro: in questi annunci pubblicitari non solo il medico non è mai nominato, (salvo rarissimi casi), ma chi invece viene chiamato in causa, è il farmacista: “Hai bruciori di stomaco? Chiedi al farmacista!”. “Hai mal di testa? Chiedi al farmacista!”.
Ora senza nulla togliere alla grande responsabilità di questa professione, dobbiamo dire con chiarezza ed umiltà “A CIASCUNO IL SUO”. È il medico che cura, facendo diagnosi e proponendo terapie idonee e relative alle varie patologie dei suoi pazienti. Nessun altro! Pertanto non è questa l’informazione da dare all’utenza: ogni tipo di pubblicità deve semmai contenere dati certi ed inconfutabili nel rispetto delle regole: la salute è un bene troppo prezioso per essere talvolta “banalizzato”, probabilmente a scopo di lucro!
Si dia l’informazione più esaustiva possibile a tutti attraverso i mezzi di comunicazione: farebbe parte anche questo aspetto del grande capitolo della prevenzione, un concetto che – se entrasse nelle case e nella cultura dei più – aiuterebbe ad evitare danni alla propria salute e a quella degli altri.
CURA, UT VALEAS!
Dr. Gian Piero Sbaraglia, già Primario di Otorinolaringoiatria, Consulente Tecnico d’Ufficio Tribunale di Roma, Direttore Sanitario e Scientifico Centro di Formazione BLS-D, PBLSD, accreditato ARES-118 e IRC, Misericordia di Roma Centro.