27 Settembre 2022
In Italia, oltre il 45% degli uomini sovrappeso e il 30% delle donne sovrappeso sono a rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare (Dati ISS, Istituto Superiore di Sanità 2018/2019). Da una stima di Federfarma emerge che in Italia c’è una farmacia ogni 3.000 abitanti circa. Ognuna di queste è un punto di riferimento importante per la popolazione dell’area in cui si trova, come è risultato evidente durante la pandemia, in città e ancora di più aree geograficamente “marginali”.
Si tratta di presidi sanitari fondamentali perché di facile accesso per i cittadini e garanzia di una risposta professionale, efficace e rapida ai bisogni di salute del pubblico. Un ruolo che è destinato a rafforzarsi nella nuova organizzazione dei servizi sanitari, che mette sempre di più al centro il rapporto ospedale-territorio.
In particolare per i pazienti cardiopatici cronici il farmacista, in collegamento stretto con il medico di medicina generale e lo specialista, può offrire un servizio fondamentale al paziente di prevenzione e cura.
Recentemente la Royal Pharmaceutical Society, Società scientifica di riferimento del settore in Gran Bretagna, ha evidenziato come il ruolo del farmacista si stia orientando sempre più verso una figura di “caregiver del paziente” cui deve garantire non soltanto cura nella gestione del farmaco (dall’aderenza alle terapie alla farmacovigilanza), ma anche una guida nell’orientamento su corretti stili di vita e attività di prevenzione, in stretto contatto con il medico curante. Ma per far questo i farmacisti e i medici concordano che sia necessaria una formazione specifica.