26 Settembre 2022
Quadri astratti nel reparto di oncologia del San Giovanni Bosco di Torino. È la sfida raccolta dagli studenti della quinta del liceo artistico torinese “Primo”. Un’esperienza che oggi nella seconda giornata del Cracking Cancer Forum in corso a Torino è stata raccontata direttamente dall’ex studente del “Primo”, Mattia Ricciardelli: “Ricordo bene quando questo progetto ci è capitato tra le mani, per due motivi: primo perché non era un lavoro limitato alla scuola, di esercizio, ma sarebbe stato esposto in luogo pubblico. E per seconda cosa avevamo questo compito che era creare un mondo in cui gli osservatori potessero perdersi. Un’evasione, una distrazione da tutto il processo che affrontano ogni giorno in ospedale“.
La classe, guidata dal professor Raffaele Nocerino, ha preparato 28 opere, tele 80×80, con paesaggi astratti. Lavori che i pazienti del reparto di oncologia “fanno vivere ogni giorno, osservandole e perdendocisi“, ha aggiunto Ricciardelli, che ha spiegato la sua visione: “L’arte è una forma di esorcismo, sia per chi la crea, sia per chi la fruisce. E c’è un senso di liberazione e anche di riscatto quando si entra in contatto con l’arte. L’arte per essere veramente arte deve trasmettere un messaggio. E spero veramente che le nostre tele l’abbiano trasmesso“.
“È una classe che ho seguito dalla prima alla quinta, e li ho potuti educare, sensibilizzare“, ha aggiunto il professor Nocerino, “è stato particolarmente interessante perché c’è stato il coinvolgimento dei pazienti per poter creare queste opere“. I quadri sono ancora lì a cinque anni dall’esperimento e Ricciardelli racconta di aver parlato con i pazienti del reparto: “Sono venuti a farci i complimenti, a dirci: questa tela mi ha fatto pensare al mare, alle mie vacanze, mi ha dato un senso di pace e di serenità“.