12 Settembre 2022
Bisogna essere ciechi per non accorgersi che quello che sta accadendo nella nostra società circa l’esaltazione della violenza a tutte le età ed in qualunque ambiente, di lavoro, di casa, di strada con femminicidi, incidenti stradali, micro-criminalità, ma soprattutto con morti sul lavoro, sta rendendo di certo insicuro il nostro habitat, soprattutto per coloro che lo vivono nel rispetto delle regole dettate dal buon senso, dalla convivenza civile, ma soprattutto dal possedere la cultura della legalità, figlia inseparabile della virtù della responsabilità. Non si può restare sordi e ciechi, ipocritamente condannando con enfasi e con paroloni tutti questi avvenimenti tragici, e non dando subito seguito a decisioni concrete, serie, rapide, atte a stoppare il crescere di questi moti negativi: si proclama a gran voce la “Tolleranza zero”: ma dove? ma come? E bisogna far presto a porci riparo, se non si vuole che questo stato di cose consolidi le menti nel sentirsi autorizzate a gestire una “giustizia fai da te”. Il baratro è vicino.
Possibile che non salta evidente agli occhi di chi ci sta sopra, che tutto ciò accade soprattutto per mancanza di SORVEGLIANZA, ma ancor di più per l’ASSENZA NELLA NOSTRA EDUCAZIONE DELLA CULTURA DEL GIUSTO? Non è difficile ricordarsi che negli anni passati nelle scuole c’era la materia della “Educazione Civica”! Che fine ha fatto? Fa parte di scellerate scelte di politici che. in nome di un non ben spiegato “progresso”, hanno abdicato a norme di vita che sono il filo conduttore della nostra storia di uomini e quindi immodificabili o incancellabili: ed eccone i risultati! Si faccia un giro per le vie della Capitale per vedere quanti monopattini viaggiano contromano e per giunta con due persone a bordo! O quanti automobilisti in barba alle regole, usano i cellulari alla guida, perfino gli autisti dei mezzi pubblici! E l’elenco potrebbe riempire pagine e pagine di giornali.
E allora si vuole prendere una decisione una volta per tutte, che serva da deterrente per i “furbetti del quartiere” o per i violenti o per quel gruppo più numeroso di individui che a noi piace definire i “vaffanculisti”, che si riconoscono da come parcheggiano la propria auto o la propria moto? E che dire dei dipendenti di ditte di trasporto che, incuranti degli orari di carico e scarico, occupano corsie con grave disagio alla circolazione, fregandosene se intralciano il traffico o meno, o di autisti o motociclisti che fanno lo slalom nel guidare, mettendo a rischio la salute di persone che ostentano prudenza e calma? E guai a riprenderli perché subito pronti o a farti le “corna” o il “medio” o a mandarti a gran voce a quel paese!
Sono i VIOLENTI che sanno di poterlo essere perché nessuno li ferma o li controlla, facendola in barba agli addetti alla sicurezza, quasi sempre però assenti o latitanti!
Che dire della brutale aggressione di parenti di un paziente al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Tivoli (RM) la notte del 24 Agosto scorso, contro medici, infermieri e struttura? Si possono avere tutte le ragioni del mondo, ma la violenza non può e non deve essere tollerata: la punizione va data subito soprattutto in fragranza di reato! Poi si facciano i processi! Insomma si diano sanzioni immediate così da far desistere gli sbruffoni, i menefreghisti. Quanti delitti si sarebbero potuti evitare se solo si fosse applicata la “virtù” della prudenza!
Queste riflessioni non vogliono essere bagaglio di persone che vogliono apparire “predicatori”, “bacchettoni”, “sorveglianti ed arbitri”, ma osservatori di ciò che sta succedendo affinché ne scaturiscono valutazioni, consigli e suggerimenti per soluzioni al problema.
Come non possiamo non rivolgere ancora una volta l’attenzione alle numerose “MORTI BIANCHE”, che ad onta delle belle promesse suggerite da qualche politico, ancora oggi allungano la black – lista dei deceduti. Una delle ultime risale al 30 giugno 2022, in un cantiere edile a Roma: un operaio di 45 anni è precipitato dall’impalcatura del suo cantiere di via Boncompagni intorno alle ore 09,15 ed ha trovato la morte.
Il Centro di Formazione da noi diretto, parte essenziale delle attività della nostra Associazione di Misericordia di Roma Centro, si occupa di erogare Corsi di Primo Soccorso Sanitario BLS-D, PBLS-D e di Primo Soccorso Aziendale in ossequio al Dlg. N° 388 del 15 luglio 2003.
Questa legge ricordata, oltre a fornire indicazioni specifiche su come rendere sicuro il posto di lavoro, suggerisce anche linee guida su come evitare incidenti in ambito lavorativo, così da rendere sicuro l’ambiente di lavoro e fornisce a tutti i dipendenti i “Fondamentali” di un Soccorso, in aiuto a chi per mala sorte si venga a sentire male o subisca traumi accidentali dagli stessi mezzi di lavoro.
Ebbene, quando ci troviamo ad erogare questi corsi ai dipendenti di Aziende ed Istituzioni – quelle che ce li richiedono – una sorpresa ci assale: la maggior parte, se non tutti i dipendenti, restano meravigliati della esistenza della legge, e quindi del suo contenuto, che detta un effettivo protocollo comportamentale da tenere in ambito lavorativo da parte dei dipendenti stessi, protocollo che senza scuse debbono rispettare, pena sanzioni.
Ad esempio, nessuno o quasi, tra i dipendenti frequentanti i Corsi, abbiamo trovato essere a conoscenza che il proprio datore di lavoro – sia per le aziende di tipo “A” che per quelle di tipo “B”, “C” – ha l’obbligo di fare frequentare questi Corsi periodicamente ai propri dipendenti, ed una volta fatti frequentare questi Corsi di 1° Soccorso Aziendale, ha l’“OBBLIGO” di individuare, tra i suoi dipendenti “Corsisti”,un “ADDETTO” alla Sicurezza Interna, il quale per altro,non può rifiutarsi dall’accettare,salvo gravi e giustificati motivi. L’ADDETTO alla Sicurezza dovrà garantire che la Cassetta di Primo Soccorso sia facilmente reperibile e con i presidi sanitari in essa contenuti rinnovati e aggiornati. Così come anche per l’uso del DAE (Defibrillatore) che dovrebbe essere presente in tutti i luoghi pubblici e di lavoro, come prevede la Legge 116 del 04 agosto 2021. Facile dedurre da quanto fin qui esposto, che manca la “CULTURA della SICUREZZA” nell’ambito lavorativo o meglio la “FORMAZIONE” ad eseguire il proprio lavoro in tutta sicurezza, conoscendone i rischi per poterli evitare.
Questo è tanto vero che basta andare in giro per le strade della Capitale per vedere dipendenti di Aziende o di Cantieri Edili privi di D.P.I. e che poi lavorano non in sicurezza, certamente perché mai nessuno ha fatto loro scuola, nell’ammaestrarli su quello che “possono” e “non possono” fare, nell’esercizio del proprio lavoro!
Ci siamo permessi di immortalare alcune situazioni che giustificano quanto detto: nel primo scatto (che non mostriamo per rispetto della privacy) vi è un edile che spazza il tetto di un edificio in ristrutturazione, in pendenza, senza alcuna protezione; nel secondo si notano degli operai che stanno rifacendo le strisce pedonali ed altro, privi di D.P.I. e poi fregandosene se lo spruzzatore della vernice crei una nuvola di “aerosol”, investendo i passanti e obbligandoli a respirarla; il terzo riguarda sempre un lavoratore di strada che con la sua scopa a “soffio” fa elevare una nuvola di polvere, anch’essa investendo i passanti, rischiando pure di far schizzare sassolini o altri materiali ,pericolosi per gli occhi di chi passa da quelle parti. C’è da aggiungere, in riferimento a quest’ultima circostanza, che il lavoratore non era provvisto né di visiera, né di cuffie protettive (DPI), contro il forte rumore del motore dell’attrezzo, portato sulle spalle, e che il nostro fonometro ne registrava un rumore superiore a qualunque soglia si sicurezza (oltre i 100 db).
Constatiamo che è proprio questa grave carenza “formativa” e “culturale” dei dipendenti di ogni tipo di lavoro, alla base della causa di tutti questi decessi in ambito lavorativo; si aggiunga poi a tutto questo, la noncuranza da parte dei datori di lavoro ad obbligare i propri dipendenti alla frequenza dei Corsi di Primo Soccorso Aziendale, dai quali i lavoratori di sicuro vengono arricchiti dell’informativa su i rischi per la loro salute sul lavoro, come evitarli, e come effettuare un immediato “soccorso sanitario” con semplicissimi suggerimenti.
Dr. Gian Piero Sbaraglia,
già Primario di Otorinolaringoiatria,
Consulente Tecnico d’Ufficio Tribunale di Roma,
Direttore Sanitario e Scientifico
Centro di Formazione BLS-D, PBLSD, accreditato ARES-118 e IRC, Misericordia di Roma Centro.